Capitolo 20

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Nella piazza, seduta sotto l'albero, c'è solo più la ragazza. Degli altri due non c'è traccia, ma lei ha un sorriso che non mi piace e mi segue con lo sguardo mentre mi allontano. Allungo il passo, sentendomi troppo esposto per la piazza deserta, ricordandomi di essere in territorio nemico e all'improvviso un braccio spunta dal vicolo stretto alla mia destra, mi afferra per il polso e mi tira dentro, facendomi perdere l'equilibrio. Cado sul fianco, imprecando, tra le risatine. Alzando la testa capisco che sono le due sentinelle di prima, mi hanno teso un agguato.

"Dove pensavi di andare, con tutti quei soldi?" bercia il più anziano. Avrà qualche anno più di me, indossa la divisa delle guardie di Ilich, pantaloni neri e maglia di cotone a maniche lunghe. Quando si china su di me, il fucile che ha a trascolla scivola e mi sbatte sulla spalla. Mi prende per i capelli e tira, per guardarmi in faccia.

"Non sei uno dei nostri."

"No, non lo sono."

"Zitto! Non ti ho detto di parlare."

Per apostrofare le sue parole mi colpisce la bocca con un calcio che mi fa vedere le stelle. Il suo amico si fa avanti. Torreggia su di me scrocchiandosi le nocche. "Ci è giunta voce che Nandita ha avuto una soffiata su un giro di prostituzione non autorizzato e ha fatto chiudere la baracca."

Tossisco sangue, si aspetta una risposta. "Non lo sapevo."

I due si mettono a ridere, poi il più grande si china di nuovo su di me, mi rovista nei pantaloni e trova la busta con i soldi. Si mette a contarli sotto il mio sguardo inorridito. "Quelli sono miei."

"Ho detto di stare zitto."

Stavolta il calcio mi colpisce il fianco, facendomi piegare in due dal dolore. Sono ancora dolorante per le botte di Darius, non sono pronto a sopportare un altro attacco, per cui me ne resto a terra, sperando che se non reagisco non mi picchino più. Il più giovane si accovaccia su di me, mentre il più grande si alza, scarta la busta gettandola a terra vicino a me e si mette a contare i soldi.

"E tu vuoi farci credere," continua il più giovane, reclamando la mia attenzione. "che hai guadagnato questi soldi legalmente?"

"Duemilacinquecento. Sono soldi sporchi, puttana schifosa. Come il tuo corpo."

Un altro calcio, sferrato contro una gamba, mi convince a non ribattere. Mi fa male, ma non posso fare niente. Sono in due e hanno i fucili. Potrebbero decidere di spararmi e farla finita. Il più giovane si alza di nuovo, lasciandomi sdraiato sull'asfalto, in cerca di qualcosa da dire, che possa convincerli a ridarmi i miei soldi, ma so che il mondo non va così. Le sentinelle possono fare quello che gli pare e non c'è nessuna autorità a cui possa rivolgermi. Ormai ho una certa esperienza di queste cose.

"Mi fai schifo." Il più giovane mi sputa addosso. Cerco di mettermi in ginocchio, perché in quella posizione il fianco mi manda dolori lancinanti. Il vicolo mi sembra diventare più scuro e poi la vista mi si schiarisce di nuovo.

"Questi li prendiamo noi. Nandita ha fatto bene a farvi chiudere."

È un eufemismo, per l'ufficio di Darius in fiamme. Rivedo l'immagine di Shang, il clone, che corre verso Adidi a velocità supersonica e la gamba di uno dei due ragazzi davanti a me, che si avvicina e mi colpisce di nuovo lo stomaco. Stanno mentendo, non può essere vero. Darius mi ha fatto credere che non poteva lasciarmi andare perché altrimenti il Nandita gliel'avrebbe fatta pagare. Invece le sentinelle di Ilich, sostengono che il boss non sapeva niente del giro di ragazze e ragazzi che si prostituivano per Darius. Non ha senso. Adesso la vista si oscura, mi gira la testa, mi sento affondare nel vuoto e cado in avanti.

Alcherian Boys --(Distopico, Sci-fi, Gay, R-17)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora