Capitolo 62

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SPOILER:

---- Capitolo a luci rosse ----- Y(>.<)Y ---------- yuppi per le gioie del sess-

- Ah-ehm, Signora!!

- Scusate, scusate! Dove eravamo rimasti? Ah, sì.

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L'acqua della doccia che mi scroscia sulla testa lava via la polvere che ho nei capelli. Mi sento sporco dentro e per quello non basterà, ma comunque, resta una benedizione. Prima i miei compagni non mi hanno voluto ascoltare e ora che sono rimasto con i miei cupi pensieri ce n'è uno in particolare che continua a riaffacciarsi alla coscienza. Gli occhi scuri di Soru, i suoi capelli puliti, curati e le vesti da schiavo drappeggiate sulle spalle abbronzate. Le sue dita eleganti che tengono il pugnale. Sulla lama scivola una lacrima cremisi e va a schiantarsi ai suoi piedi, lasciandomi ad ammirare le dita sottili avvolte nei sandali costosi. E quell'uomo, come un'ombra che aleggia dietro di lui. Una presenza ostile e spaventosa. Dimash mi ha chiuso a chiave in camera, quando se n'è andato, e, non potendo uscire, l'unica cosa che mi resta da fare è mettermi a letto. Ma non posso dormire. Ho paura degli incubi.

Alzo la faccia verso il getto per farmi inondare e ripenso al generale che ho incontrato alla casa dei gelsomini; il padrone di Soru. Diceva di conoscere mio padre e mia madre e dovrei essere curioso di ciò che ha da dire. Ma la verità è che non voglio ascoltarlo. Mio padre ci ha abbandonati quando ero piccolo. Avrebbe dovuto esserci. Ma non c'era. Avrebbe dovuto proteggerci, ma non era lì. Avrebbe dovuto fermare mia madre, quando mi cedette il proprio posto in fabbrica per partire volontaria per il fronte. Ero un bambino e non capivo perché lei volesse combattere, morire per un Paese che non era neanche il suo. Lui non c'è mai stato e questo conta più di qualunque verità sconcertante che il generale Rafo possa rivelarmi.

Il generale è il mio nemico e lo ammazzerò senza pietà.

Non lo farò per Jonath e la buona riuscita della missione. Lo farò per me stesso, perché è lui che ha quello che voglio. Soru. È lui che l'ha comprato ed io me lo riprenderò. Non importa se, quando sarà di nuovo un uomo libero, non vorrà stare con me. L'importante è che...

"Hh-hm..."

Una voce che si schiarisce alle mie spalle mi fa voltare di scatto la testa.

Jonath è sulla soglia del bagno, appoggiato contro lo stipite della porta a braccia incrociate e mi squadra la schiena e le gambe con un sorrisetto che gli aleggia sulle labbra.

"Che gli hai detto allo zingaro, per farti ridurre in quello stato?" scherza, accennando con la testa al mio sedere rosso fuoco. Mi volto completamente nella sua direzione, sentendomi frustrato con me stesso per volerlo nascondere alla sua vista e consapevole che adesso gli mostro comunque il davanti del mio corpo nudo.

"Ti dispiace?"

Afferro la saponetta dal buco nel muro e me la passo sui capelli, sperando che se ne vada, ma lui non lo fa. Continua a osservarmi mentre mi lavo e non accenna a muoversi.

"Non potevo occuparmene io."

Scuoto la testa, deluso. Se questo è il suo modo di scusarsi, lo trovo davvero patetico. Jonath aggrotta la fronte, abbassa lo sguardo, come se non riuscisse più a sostenere il mio.

"Farti del male, non potevo." borbotta a voce bassa, quasi coperta dallo scroscio del getto della doccia. "Mi sarei punito da solo e non me lo meritavo."

Solleva l'occhio buono su di me e anche se la sua espressione resta sofferente, il suo tono si fa più deciso:

"Mi dispiace da morire per Yashal. Te lo avrei detto ma non c'è stato il tempo. Ho mandato un messaggio a sua madre, che purtroppo non è mai arrivato. Malia è stata intercettata sulla via del ritorno e uccisa dai militari prima che riuscisse a recapitarlo."

Alcherian Boys --(Distopico, Sci-fi, Gay, R-17)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora