Capitolo 10

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Ero andato a chiedergli se avesse qualcosa da farmi fare. Dopo la parata, il giorno in cui l'esercito di liberazione era entrato ad Alchera e il Presidente Colonnello si era insediato nel palazzo reale, avevamo capito che la prosperità promessa dall'esercito non sarebbe arrivata tanto presto. Le fabbriche non ricevevano il permesso governativo per riaprire. Ogni pratica richiedeva mesi anche solo per essere letta e spesso non riceveva neanche risposta. I boss della mafia hanno preso il controllo del distretto, senza che un solo governativo battesse ciglio. Darius, che possedeva la fabbrica dove lavorava mia madre, dove io stesso avevo lavorato durante la guerra per costruire proiettili e fucili d'assalto, si trovava pieno di debiti e per farsi aiutare, andò a prostrarsi ai piedi del boss Nandita. Nel terzo distretto non si trovava da mangiare, se non a prezzi esorbitanti allo spaccio del boss, gestito dagli uomini del boss. Per strada i ragazzini della mia età si scannavano per un pezzo di pane. Pensavo che andare da Darius a chiedergli se avesse qualcosa da farmi fare fosse una buona idea. Dopotutto, lui dopo la crisi si era risollevato. Il boss gli aveva assegnato un ufficio nel centro del quartiere, dove si occupava di smistare le consegne che arrivavano con i camion dell'esercito. Pensavo che avrei potuto aiutarlo con le consegne, o pulire l'ufficio e andai da lui.

"Oh Axer, che piacere vederti. Sai che sei diventato proprio un bel ragazzo? Anzi direi proprio un gran pezzo di figo!"

Io non sapevo il significato esatto delle sue parole, avevo capito che era un complimento sul mio aspetto fisico ed ero contento. Ero orgoglioso di avere ereditato i tratti del viso da mia madre, che era straniera ed era la donna più corteggiata del quartiere e non da quel padre alcheriano che ci aveva abbandonati quando ero piccolo e non avevo mai conosciuto. C'erano altri ragazzi con i capelli biondi tra gli alcheriani del distretto, ma ero l'unico con gli occhi azzurri. Darius si alzò dalla scrivania, spense il sigaro e mi venne incontro. Quando fu abbastanza vicino cominciò a squadrarmi da capo a piedi.

"Sai quanti uomini pagherebbero per farti il culetto?"

Il suo tono era tranquillo, come se mi stesse dicendo una cosa banale.

"Che?"

Non avevo la più pallida idea di cosa volesse dire. Mi vergognavo perché i complimenti che gradivo non dovevano riguardare il mio culo. E non capivo cosa c'entrasse. Chiedergli spiegazioni peggiorò le cose.

"Nel mio parco troie manca proprio uno come te. Sono pieno di quei ragazzetti languidi, ossuti, avidi di cazzo. Sono troppo abituati a prenderlo, gli piace troppo, capisci? Così i clienti scappano. Quello che i clienti vogliono, Axer sono quelli come te. Pelle perfetta, chiara ma abbronzata," -mi fece scorrere un dito dal braccio fino alla spalla nuda, dato che in quel momento portavo una canottiera, -"fisico mascolino, occhi azzurri. Non hai ancora un filo di barba, quei pochi peli che hai sono biondi. È eccitante. Sei uno splendore ed è così che ti venderò. Diventerai la mia stella, guadagneremo un sacco di soldi. Sai quanto si guadagna per una scopata con un ragazzino?"

Io scossi la testa, col cuore in gola.

"Dai cento, ai centocinquanta denari per un bocchino. Se lo prendi in culo anche di più. Ovviamente ti darò una percentuale, non pretendo mica che lo faccia gratis. Non sei il mio schiavo, Axer."

"Non mi piace per niente questa idea. Io me ne vado."

"Non vorresti nemmeno provare? Ti faccio provare. Dai, inginocchiati e prendimelo in bocca, vediamo come succhi."

Sempre più spaventato, feci un passo verso la porta. Non conoscevo ancora i suoi scatti di rabbia, la sua indole violenta che si scatena all'improvviso, anche se cominciavo a sospettare qualcosa. Una vocina nella mia testa mi diceva che fosse più prudente non voltargli le spalle.

Alcherian Boys --(Distopico, Sci-fi, Gay, R-17)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora