Capitolo 65

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Profondissima quiete. C'è buio e silenzio nel cortile della casa. Si è alzato un refolo di vento che mi sbatte in faccia il profumo dei gelsomini.

Apro gli occhi sul cimitero ai miei piedi. Cinque, sei, sette, otto corpi sono stesi sulla pietra. I soldati non hanno nemmeno avuto il tempo di reagire, di rendersi conto di cosa stesse accadendo. Nessuno è riuscito a scappare per chiamare rinforzi. Un attimo prima di scattare in avanti, quando uno di loro mi puntava addosso il fucile e mi gridava di arrendermi, in quell'istante ho guardato l'orologio. Quindici secondi dopo, lui e tutti i suoi compagni erano morti. Nel mondo che tace un rumore alle spalle mi mette in allarme. Possibile che ce ne siano altri che prima non avevo notato?

Mi giro di scatto, pronto ad attaccare, solo per vedere che c'è un uomo appollaiato sul bordo del pozzo. La sua pelle color carbone lo rende inconfondibile, anche se stavolta, invece del solito gonnellino, indossa un mantello di lana drappeggiato sulle spalle e uno strano cappello che somiglia vagamente a quello di Neil.

Con un sorrisetto che gli scopre i denti, lo sciamano senza nome contempla la strage che ho appena compiuto.

"Bene." Commenta, schioccando la lingua.

"Bene?" ripeto, stranito. Non ce ne vedo molto, qui dal punto da cui sto osservando il mondo io.

"Stai cominciando a capire. Accettazione è lasciarsi andare, sai? Adesso siete parte di un tessuto spaziale condiviso e la mia vittoria è che riusciate a sfruttare la cosa a vostro vantaggio. Ora sono fiero di te, Axer."

"Ma di che diavolo stai parlando?"

"La mossa che hai usato con quello." Mi indica uno dei corpi; un soldato steso a terra a faccia in giù. "Quel particolare strangolamento lo usa Yumireu."

"Eh?"

"Quell'altro." accenna col mento a un altro soldato, accasciato contro una colonna. "Il calcio rotante al volto è di Vania. La presa con cui hai buttato giù quel bestione, invece," afferma, indicandone un altro ancora "è di Olivia. Anche tu svilupperai uno stile personale, a cui gli altri potranno attingere. Siete tutti guerrieri." Dice al mio sgomento.

"Tranne il ragazzo."

Il suo sguardo vola alla finestra al primo piano, dove si trova la camera di Yashal.

"Lui l'hanno fatto diventare una donna."

Lo sciamano scoppia a ridere. "Ma adesso che la sua coscienza è tornata a me, posso nutrire speranze per il futuro."

"Chi saresti tu?" domando affilando gli occhi. "Il dio dei cloni?"

Scende dal pozzo con un balzo e mi viene incontro.

"Può darsi." Riflette, senza smettere di sorridere. "Non lo so. Ci sono molte cose che non so." Mormora guardandosi intorno. Socchiude le palpebre e inspira profondamente. "Mi basta poter essere qui fuori, con te. Guardare attraverso i vostri occhi, sentire grazie ai vostri sensi. Forse gli dei siete voi. I fantasmi che popolano i miei sogni."

"Non capisco." Ammetto, grattandomi la nuca. Guardo i corpi senza vita stesi ai miei piedi, poi la porta del bagno di vapore da cui sono spariti Tamaar, Shereen e Jacob. Qualcosa dentro di me dice che non dovrei stare a perdere tempo qui.

"Già. Dovresti andare." Ribatte lo sciamano, come se avessi formulato i pensieri ad alta voce "Ti aspetta una lunga camminata nel deserto, se vuoi tornare alla base. Fa freddo, nel deserto."

Dicendo così si stringe il mantello intorno al corpo e alza la testa verso il cielo, invitandomi a fare lo stesso. La volta scura risplende con una miriade di stelle. Non che ne abbia conosciuti molti di persona, tuttavia penso che per essere un dio, sia piuttosto parco di parole e malinconico. Vorrei chiedergli cosa voglia dire che vede attraverso i nostri occhi, ma quando mi giro verso di lui, con la mia domanda in punta di lingua, lui è sparito.

Alcherian Boys --(Distopico, Sci-fi, Gay, R-17)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora