Pensavo che sarei stato solo. Invece fuori dal padiglione, a fare la guardia, c'è il mio maestro d'armi da fuoco con il fido fucile in spalla.
«Ehi! Dove stai andando?»
Mi volto all'indietro senza fretta. Con gli occhi gli scorro addosso dalla cintola fino alla giugulare, che pulsa, risalgo a incontrare i suoi. Jacob stringe le palpebre. Tra tutti i soldati giudei è quello che mi ha sempre dato l'impressione peggiore. E non è che sia una cosa in assoluto negativa. Credo che se mi irrita a pelle è perché sento che è più animale degli altri, più istinto e meno cervello. Forse il guerriero migliore. Chissà se anche migliore di me.
«Dov'è Mirza?» chiede stringendo le mani sul fucile. Sento l'allarme nella sua voce. La minaccia delle sue dita che si spostano lungo la canna di ferro, pronte a imbracciare l'arma e puntarmela contro. E mi piace. Chiudo gli occhi e lo sento di nuovo dire, stavolta più scandito: «Dov'è... Mirza?»
Mi si annebbia la vista e sento la voce dello sciamano nella testa, che ammonisce.
Calmati. dice. Placa la tua rabbia.
Non capisco di che parli. Sento l'ambiente che si scioglie intorno a me e sono nella savana, sento i profumi nell'aria di piante che non esistono qui nel deserto eppure mi sembra di ricordare che mi trovo nel cortile della base. Vedo il mio corpo da fuori quando scarta a destra, troppo rapido perché Jacob possa contrastare l'attacco. Lo colpisce al fianco, gli afferra i capelli e calcia ancora ma io, è come se fossi lontano dal mio corpo. La mia mente è nella savana, che osserva la danza mortale da fuori con placida freddezza.
Adesso basta.
Lo sciamano compare al mio fianco, alto e solido come un roccia. Mi posa una mano sulla spalla. Dalle dita è come diramasse onde di calore liquido che scivolano tra i muscoli, mi avvolgono il cuore che batte all'impazzata per l'eccitazione della battaglia e scendono a riempirmi lo stomaco. Mentre, scosso da un quasi insopportabile formicolio, torno nel mio corpo a percepire l'aria della notte, la voce profonda dello sciamano mi rimbomba nelle orecchie.
Trova una fonte di pace. Subito.
Altrimenti?
Ti distruggo.
Le immagini della savana scompaiono del tutto e ritrovandomi nel cortile della base militare, mi guardo intorno. In giro non c'è nessuno. Insieme alla consapevolezza torna la nausea. Mi inginocchio sul corpo che giace inerte ai miei piedi. Ho combinato un bel casino. Gli tasto la gola e sento pulsare. Sono certo che si risveglierà. All'ultimo, lui mi ha impedito di fargli del male.
Muovo qualche passo verso l'edificio base, confuso, impegnandomi con respiri profondi. Non l'avevo capito. Ha ragione. È rabbia quella che sento correre sotto la pelle in un flusso rovente di pensieri, ricordi, brandelli di sogni che provengono da una matassa condivisa. Non è la mia rabbia, è quella del mondo che sto percependo.
Trova una fonte di pace.
Che significa? Non lo so. Non so come e non so perché, però di una cosa sono certo: se non faccio quello che dice, mi ucciderà. E ha ragione. Non posso prendermela con i soldati della squadra. Che mi sta succedendo? Quello che non mi lascia in pace è un sentimento che non è neanche mio. Ogni volta che cerco di sviluppare un pensiero coerente si blocca a metà. Riesco a capire soltando che devo andarmene; portare questa potenza distruttiva lontano da qui.
Potrebbe essere il momento giusto, penso entrando nel garage e osservando le moto. D'altronde, Jacob non può spararmi nella schiena, da svenuto. Però, non posso andarmene senza la mia sacca. Appena lo trovo, dovrò chiedere a Soru di ripararmi i sandali. C'è la boccetta di kajal che volevo regalargli. E i miei soldi. Passando nello spazio tra le moto di Dimash e Mirza accarezzo le selle. La sensazione del cuoio sotto i polpastrelli sembra ancorarmi qualche istante alla realtà che continua a sfuggirmi. Anche quel pensiero si blocca e passo oltre. Senza preoccuparmi del loro sciocco rituale del lavamani, spingo la porta ed entro nella base. In cucina non c'è nessuno. Sarebbe strano a quest'ora di notte. Tantopiù, che di solito quello che fa spuntini notturni è Mirza.
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Alcherian Boys --(Distopico, Sci-fi, Gay, R-17)
AvventuraAxer, appena diciottenne, vive con Sorush, il suo migliore amico, per cui ha una cotta segreta. Si prostituisce per mantenere entrambi e deve guadagnare abbastanza soldi per il passaporto che gli permetterà di entrare nei distretti alti e cominciar...