Capitolo 64

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"[...] Ti prego, dea delle acque, fammi capire qual è il mio destino. Dissipa la nebbia che mi avvolge la testa e dammi un segno, uno qualunque."

Finito di pensare la frase, inspiro e getto la moneta nelle profondità oscure del pozzo. La sento tintinnare sul muro di pietra, Jacob si sporge in avanti ma non credo che veda nulla. Un altro tintinnio è la moneta che rimbalza precipitando. Nel silenzio assoluto, il mio udito da clone percepisce un suono molto chiaro che proviene da lontano, là in fondo. Un tonfo più sordo degli altri e poi:

"Ahia!"

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Silenzio, profondo nella notte che porta l'odore dolciastro dei gelsomini. Ci scambiamo un'occhiata perplessa, poi Jacob si sporge sul pozzo. È buio, non si vede niente.

"Torno alla moto a prendere la torcia."

"Aspetta." Lo fermo, perché credo di aver sentito qualcosa; una sorta di mugugno acuto, un miagolio.

"Axer?" sibila qualcuno da là sotto. La catena del secchio, che affonda nell'oscurità, si muove.

Jacob mi fissa per un istante, con la fronte aggrottata, e tornando verso il pozzo fa per dire qualcosa, ma lo fermo, sollevando una mano, perché voglio ascoltare ancora. Credo proprio di aver sentito qualcuno bisbigliare il mio nome.

"Tamaar?"

"È lui, te l'avevo detto." mormora una voce più acuta. La catena si agita, prima di tendersi con forza.

"Tirala su!"

"Eh?"

Jacob è più rapido a reagire. Si guarda intorno alla ricerca della manopola dell'argano e quando la trova, la afferra saldamente, punta i piedi e cerca di sollevarla sul suo perno, ma deve essere uno sforzo particolarmente impegnativo, perché la leva sembra pesante. La smuove e guadagna qualche centimetro di catena, che si arrotola, cigolando sulla puleggia, ma poi le sue braccia iniziano a tremare. Sento qualcosa nel pozzo che sbatte contro una parete, e mugugna. Dannazione. C'è una persona sul secchio. Mi faccio avanti, agguantando la leva nei punti liberi dalle sue mani.

"Lascia."

Senza guardarmi negli occhi, ma premurandosi di non mollare la leva di scatto, me la cede. Per me non è uno sforzo immane. La catena cigola e si arrotola rapidamente sul tamburo e dopo qualche secondo la creatura emerge dalla bocca del pozzo. È un bozzolo involtolato in uno scialle scuro. I capelli bagnati stanno appiccicati alla faccia e sembra battere i denti con violenza, stringendo la catena tra le dita.

"Shereen?"

"A-Ax-er..." rabbrividisce lei.

"Fermo!" mi intima Jacob, richiamando la mia attenzione. Si sporge verso il centro, tende il braccio e artiglia l'aria tentando di afferrare un lembo del mantello bagnato. Shereen spalanca gli occhi ritraendosi ancora di più su se stessa.

"Vieni da me." mormora Jacob con intenzione, reiterando i tentativi. "Va tutto bene adesso. Sei sotto protezione di esercito giudeo."

Shereen alza la testa e lo guarda. Per un momento smette di tremare.

"Puoi darmi tua mano?"

Scuote la testa. È troppo impaurita. Non riesce a muoversi. Però comincia a pesare. Anche se sono un clone, non ho una riserva di forza infinita.

"Ti prego, Shereen. Ti porteremo al sicuro. Fidati di me."

La ragazzina annuisce. Chiude gli occhi e strizza le palpebre, poi timidamente stacca la mano sinistra dalla catena, sul suo volto paonazzo scendono le lacrime, mentre alla cieca cerca quella di Jacob, che non perde tempo, la agguanta per il polso e tira. Shereen grida, ma lui non molla la presa. La prende in braccio e la trascina fuori dalla cavità. La ragazzina gli si abbarbica addosso come un babbuino e lui scoppia a ridere, perdendo l'equilibrio e cadendo a sbattere il sedere per terra.

Alcherian Boys --(Distopico, Sci-fi, Gay, R-17)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora