Capitolo 69

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Lo zingaro si guarda intorno nel laboratorio asettico, immerso nel silenzio. Cerca un consiglio tra i tavoli di metallo e gli strumenti chirurgici e senza trovare nulla infine sospira.

"Che hai fatto alla faccia?" chiedo serio, mentre lui traffica con i legacci per liberarmi i polsi. Grugnisce, e quando si stacca da me, fa un passo indietro. Mi tiro a sedere sul lettino di ferro, pervaso da un senso di nausea. Ha detto che io... sono morto, in battaglia.

"Ti ho già detto della guancia, tempo fa."

"Sul serio?"

Annuisce, distogliendo lo sguardo dal mio.

"È stato durante la tua prima trasformazione, circa due settimane fa. Ho chiesto a Mirza di ricostruirla. Con i suoi nano-come-si-chiamano ci sono volute solo cinque ore."

Deglutisco e spinto da curiosità, estendo un braccio. Lui, intuendo le mie intenzioni, si avvicina e si lascia sfiorare. Impressionante. La cicatrice non si nota per niente, sotto il filo di barba di stanotte. La sfrego piano con la punta delle dita. Dimash sorride.

"Frizzava e bruciava da morire."

Davanti alla novità eccitante, non riesco a decidermi a smettere di toccargli la guancia. Percepisco l'effetto che ha su di lui, a un livello di coscienza più primitivo. Ha la testa piegata contro le mie dita. I suoi occhi verdi mi fissano di sbieco, come se vedessero più di ciò che siamo. Due compagni di squadra, che si allenano insieme a combattere.

Perlomeno, io non ricordo altro.

"Ne è valsa la pena." Dico schiarendomi la voce. "Io..."

Ritraggo la mano. Non so se saltare giù dal lettino. Adesso ho davvero voglia di scoprire cosa significhi essere un clone. Solo che non voglio spaventarlo e sono perplesso.

È la seconda volta che mi riportano in vita come clone. Dimash è quello di sempre. Non credo che mi abbia fatto nulla di male. Ma perché ho questo istinto di atterrarlo e fuggire? Ci sono delle voci, nella mia testa, dei lamenti che mi attraversano come fantasmi e non so chi siano o che cosa vogliano. Ho capito che deve essere vero, che sono rinato ed è passato del tempo. Ho perso la memoria, questo è certo.

"Due settimane?"

"La Festa del Nuovo Anno è tra tre giorni."

"Che cosa significa?"

"Te lo spiegherà il capitano."

Inspira profondamente, gonfiando il petto e fa per allontanarsi dal lettino su cui sono seduto, ma con un gesto rapido, anzi che mi stupisce per la mia rapidità, lo agguanto per un polso e lo attiro a me. Lui deve muovere le gambe per non sbilanciarsi e si ritrova nello spazio in mezzo alle mie. Incredibilmente vicino, tanto che vedo la vena pulsargli sul collo, il pomo d'Adamo sussultare, mentre mi riempio le narici del suo profumo speziato. Avevo ragione. Senza il buco in faccia è veramente un bel ragazzo.

"Senti, devo dirti una cosa."

Le sue sopracciglia guizzano all'insù e lui si morde il labbro, imbarazzato. Col linguaggio del corpo dice che vorrebbe staccarsi da me al più presto, e anche che ha paura di chiedermi di lasciarlo andare. È così forte e violento il clone? Sapere come sono diventato gli dà un vantaggio su di me, che non ha sfruttato per niente. Anzi, mi ha slegato. Sollevo un angolo della bocca. Pazzo di uno zingaro.

"Ieri sera... cioè, sarà stato qualche sera fa... immagino. Il fatto è che sono stato a letto con Jonath." Sbotto tutto d'un fiato e ho un fremito involontario, che mi scuote dalla testa ai piedi. Ripensarci è strano, perché mi ricordo esattamente come è andata, le sensazioni che ho provato, cosa ci siamo detti, ma quando tento di evocare il suo viso c'è una macchia nera, che lo copre. E quel velo oscuro emana un senso di pericolo.

Alcherian Boys --(Distopico, Sci-fi, Gay, R-17)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora