Capitolo 22

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Sfrecciando in motorino abbracciato a Marlee mi chiedo se affidarmi agli zingari sia stata una buona idea. È l'unico modo per ritrovare Jonath e la sua squadra, ma saltellando tra una pietra che spunta dalla strada e atterrando nella polvere in tempo per una virata improvvisa per evitare un muro crollato, mi chiedo se non sia stato un suicidio. Kala ha detto che ha un piano per nascondermi e farmi passare dalla dogana senza il passaporto e io non posso fare altro che fidarmi. Se mi scoprono mi uccideranno all'istante e anche Kala passerà dei guai.

"Siamo arrivati" Marlee ferma il motorino sotto il portico di casa mia. Mi fa cenno di scendere e resta in sella. Vado in camera, prendo il borsone da sotto il letto e comincio a riempirlo di vestiti. Tutto qui dentro mi dà un tale senso di estraneità che mi gela le ossa. I mobili che ho raccolto dalla strada e montato insieme a Soru mi parlano di lui, ma non è lo stesso ora. Cerco di non lasciarmi abbattere dalla sensazione che provo. È la conferma che mi serve che vivere qui da solo non avrebbe senso. I suoi vestiti sono nel cassone accanto ai miei. Cerco di non pensare troppo alla nostra vita insieme, mentre rovisto tra le cose e scelgo quelle che mi serviranno per il viaggio, perché non ho voglia di piangere ancora. Se lasciassi i ricordi vagare liberi, non uscirei più da questa stanza, dove ogni cosa mi ricorda scene vissute con Soru, ma non sarebbe vivere, sarebbe aspettare la morte in un limbo che odora di lui. Per questo devo andare via. Mentre raccolgo l'unico maglione che ho e lo infilo in borsa, sposto un mucchietto di biancheria, scoprendo la boccetta di kajal che nascondevo per darla a Soru il giorno del suo compleanno. È oggi. Me la rigiro tra le mani ancora una volta, guardo il fondo. VIATOR. La parola degli zingari. Quel ragazzo, Dimash, ha voluto assicurarsi che potessi ritrovare la squadra, ora mi è chiaro. Hanno bisogno di me per il loro piano, non avrebbero rinunciato tanto facilmente. Jonath sapeva che alla fine avrei deciso di andare da lui, perché dopo che è bruciato l'ufficio di Darius e Soru è stato rapito, qui non mi resta niente. Le sentinelle del boss Ilich hanno detto che c'è stata una soffiata per cui Nandita è venuto a conoscenza del giro di prostituzione. Che siano stati i soldati di Giuda a fare la soffiata, solo per convincere me a seguirli?

Il pensiero mi fa rabbrividire. Di sicuro mi sto dando troppa importanza, e poi Jonath ha sempre detto che non mi avrebbe costretto in alcun modo a diventare un clone, che sarebbe stata una mia scelta e adesso che ho scelto, mi chiedo se invece lui non abbia manipolato la mia vita e quella di Soru, in modo che non mi restasse una scelta diversa. Posso scoprire la verità solo andando da lui ed è quello che intendo fare in ogni caso, per cui finisco di riempire il borsone. Ci metto dentro anche il kajal e la medicina che mi ha regalato Soru, che si prende in quella maniera imbarazzante; ammetto che potrebbe servirmi.

"Ma quanto mi fai aspettare? Andiamo?"

Marlee vedendomi uscire sul portico fa rombare il motore.

"Dobbiamo ancora passare per lo spaccio."

Mi volto a guardare la mia casa per l'ultima volta. È come l'ho lasciata stamattina. C'è persino ancora la bottiglia vuota rovesciata sul tavolo, insieme ai due bicchieri. Tutto ciò che conosco e che allo stesso tempo non mi appartiene più. Salgo in sella dietro Marlee e non mi guardo indietro.

Mentre Marlee scorre con lo guardo le scaffalature dello spaccio in cerca delle cose che sua madre ha scribacchiato sulla lista, Apsalara, la donna che lavora direttamente per Nandita mi fa' cenno di avvicinarmi.

"Axer, tu lavoravi per Darius, non è così?"

Annuisco, prudente. Apsalara sa benissimo chi sono e cosa faccio. Cautamente, con la coda dell'occhio, mi indica la telecamera appesa al muro dietro di lei e puntata sul bancone.

"Non so se hai saputo dell'incidente."

"Dici l'incendio?"

Apsalara si sporge in avanti, con i gomiti appoggiati al bancone, socchiude gli occhi e mi guarda attraverso le fessure.

"Sì. Immagina lo sgomento del boss quando è venuto a sapere che il suo uomo di fiducia faceva prostutuire i suoi ragazzi. Metà di loro facevano le consegne, posta, merce, lo sai meglio di me. Quello che forse non sai è che l'altra metà di loro faceva le marchette. Non è una cosa incredibile?"

Deglutisco, faccio segno di no con la testa, sperando di non tradirmi con chiunque ci stia osservando.

"Se non lo sapeva il boss, io come potevo?"

"Tu sei tra quelli che facevano le consegne, vero?"

"Certo."

L'espressione di Apsalara si addolcì, ma non troppo. "Devi andare su in ufficio da Nandita. Il boss sta cominciando a impiegare i ragazzi di Darius. Sei rimasto senza lavoro e non ne hai nessuna colpa."

"Che fine hanno fatto... quelli che si prostituivano?"

"Il boss non ce l'ha con loro. Puoi biasimarli per aver cercato di fare più soldi possibile? Il problema, Axer, è che quei soldi non erano di Darius, non poteva distribuirli in giro."

Mi accorgo, con un brivido che mi corre lungo la schiena, che ha evitato di rispondere alla mia domanda.

"Tra l'altro, la tua amica Puri non è venuta a ritirare la sua roba. Se garantisci per lei, posso darla a te. Ha già pagato."

"Certo, Puri fa le consegne in bicicletta, con me. Ha l'influenza, per questo non è passata."

Apsalara annuisce. Vede tanta gente ogni giorno. Gestisce i traffici di Nandita, quelli puliti e approvati dal governo. Non può tenere d'occhio quello che succede in tutto il distretto, ma dal sospetto malcelato della sua espressione, mi chiedo se qualcuno non sia già venuto a spifferarle tutto. Non ha menzionato il rapimento di Soru, Shereen e gli altri ragazzi del mio quartiere, per cui giudico più saggio non chiederle nulla.

Prende un sacco di iuta piuttosto pesante da sotto il bancone e lo porge. Ci sbircio dentro. Datteri e carne secca. Qualche cipolla, due mele.

"Lo porto da Puri."

"Perché non vai prima a parlare con Nandita? È di sopra, ti sta aspettando."

Mi giro istintivamente verso Marlee, che incurante della nostra conversazione si sta rigirando un barilotto di birra tra le mani, con il cuore che batte all'impazzata. Apsalara si mette a ridacchiare, urtandomi i nervi.

"Ah, capisco. La gioventù. Fai che sia una cosa veloce con la ragazza zingara e poi vai dal boss. E fai attenzione quando sei con lei, che graffiano e mordono. Mi raccomando. Io ti aspetto qui."

Alcherian Boys --(Distopico, Sci-fi, Gay, R-17)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora