Se chiudo gli occhi mi gira la testa. Devo pensare che lo faccio per Soru. Il Presidente Colonnello non mi aiuterà a ritrovare Soru e in fondo, è come dice Jonath. Da quando è salita al potere, la dittatura militare non ha fatto altro che affamare la gente dei distretti bassi. Se ne fregano se viviamo nella miseria.
Come evocato dai miei pensieri, Jonath si affaccia alla porta. Ha indossato una benda nera sull'occhio mancante, che lo fa sembrare un pirata dei libri di Shereen e si è lavato la testa, lisciando i capelli umidi all'indietro sulla nuca.
"Posso entrare?"
Ma quelli di Giuda sono tutti falsi e cerimoniosi? Alzo gli occhi al soffitto, esasperato e mi giro verso la tapparella socchiusa da cui filtra ancora forte la luce del pomeriggio. Là vicino c'è una porta che prima non avevo notato.
"È il tuo bagno personale." Precede la mia domanda. "Tutti ne abbiamo uno."
Lo sento ridacchiare alle mie spalle mentre mi fiondo sulla maniglia. Non riesco a resistere. Quello che vedo mi lascia a bocca aperta. Nella stanzetta c'è tutto. Una tazza di metallo con il sedile, un lavandino che ha un armadietto costruito intorno e persino una tenda che divide la stanza in due, ricavando un piccolo vano dal lato della finestra. Mi avvicino a piccoli passi, come se da un momento all'altro i miei sospetti su che cosa sia potessero sfumare. In questo momento mi sento come un bambino in un negozio di dolcetti. Faccio scorrere la tenda e meraviglia! Dal muro in alto pende il soffione di una doccia. Una doccia vera. Ed è tutta per me. Ha detto 'personale'. Non ci posso credere.
"Erano gli appartamenti degli ufficiali.» La voce di Jonath mi fa trasalire. Mi giro verso di lui, ancora intontito. «Durante la guerra, questa base era l'avamposto nel deserto più vicino alla città. È da qui che partirono e furono coordinate le operazioni del golpe che dopo mesi di assedio ha piazzato il culo del vostro Presidente Colonnello sul suo trono."
Aspetta, fermo sulla porta, sogghignando e quando vede che non reagisco, ditoglie lo sguardo e fa un passo indietro, invitandomi a seguirlo di nuovo nella stanza.
"Senti, non voglio annoiarti con le lezioni di storia. Vedo che Mirza ti ha portato della roba. Se hai bisogno di altro chiedi, non farti problemi. Adesso fai parte della mia squadra e ci sono delle regole che devi rispettare come gli altri. Sei pronto?"
"Spara."
"Primo: nessuno ti pagherà per scopare. Nessuno dei miei uomini è libero di vendersi, per cui non cercare favori in questo modo. Puoi farlo con chi vuoi e sei libero di rifiutare se non vuoi. Finché lavori per me sarai considerato come un cittadino giudeo con pari diritti e doveri.»
Scrollo le spalle. "Okay."
"Secondo: non dimenticare la gerarchia militare; ogni infrazione corrisponde a una punizione più o meno severa. Io sono il tuo Capitano e quando ti chiedo qualcosa, mi aspetto che tu obbedisca senza discutere, come gli altri."
Mi lancia un libretto blu e un altro bianco con una striscia blu, poco più corposo del primo. Li afferro al volo. Jonath mi afferra un polso e con un aggeggio che tira fuori dalla tasca dietro mi spara qualcosa nella pelle.
"Ahiiii, mi hai fatto male."
"Questo è il tuo passaporto. Quello che ti ho dato è il cartaceo che l'accompagna. Ogni tanto le guardie te lo chiederanno perciò tienilo sempre addosso. C'è scritto che puoi entrare nei distretti di Alchera fino al sesto. Ricordati che sei sottoposto alle leggi del mio paese ora. E quello è il codice civile del mio regno. Ti consiglio di leggerlo con attenzione; i diritti e doveri del cittadino sono un po' diversi da quelli alcheriani, come puoi vedere."
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Alcherian Boys --(Distopico, Sci-fi, Gay, R-17)
AdventureAxer, appena diciottenne, vive con Sorush, il suo migliore amico, per cui ha una cotta segreta. Si prostituisce per mantenere entrambi e deve guadagnare abbastanza soldi per il passaporto che gli permetterà di entrare nei distretti alti e cominciar...