Capitolo 104

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Per un attimo l'ululato della sirena è sovrastato da un trambusto di scarponi in corridoio e quando mi fiondo fuori dalla biblioteca per raggiungerlo, quasi vengo travolto dai tre soldati in divisa che corrono verso di noi.

"Mio signore!" ansima uno; un trentenne ben piantato con la divisa un po' più scura degli altri. Dietro di lui riconosco la faccia slavata di Balthazar.

"Che succede?" ringhia mio padre e spingendoci di nuovo dentro ascolta il rapporto concitato del soldato più alto in grado.

"Sono entrati dal passaggio B9, gente che conosce il palazzo."

I due soldati semplici si occupano di chiudere la porta dietro di noi. La sbarrano dall'interno spingendoci contro due poltrone, bloccando le maniglie con gli schienali.

"Maggiore Sinan, dammi nomi e numeri di quei bastardi."

"Non sappiamo quanti sono." risponde Baltazhar, senza fiato, al posto del suo superiore. "I primi che sono arrivati in cortile..." si ferma per tossire "...si sono messi a sparare. Hanno aperto il fuoco sui nobili e i servitori."

"Mirza!"

Ci voltiamo tutti verso Yashal, che è mezzo nascosto dietro Jacob. Pallido come un cencio si porta le mani alla faccia. E comincia a tremare. Jacob per un istante sembra un po' restio ad abbracciarlo, poi lo lascia fare. Quando Yashal gli si stringe al petto, singhiozzando il silenzio, gli poggia persino una mano sulla testa, e mormora: "Vedrai che dottore starà bene. Ha pellaccia dura. Lo conosco."

Purtroppo, le sue parole sembrano smentite da ogni singola espressione che Yashal incontra sui nostri volti, guardandoci a turno.

"Anche Kain... è là fuori..." mormoro pensieroso, ma nessuno mi ascolta.

Nel frattempo, il maggiore Sinan è corso alla scrivania, mentre Balthazar riferiva la situazione a mio padre. Jonath, che ci era seduto sopra e finora ha assistito alla scena senza dire niente, salta giù per permettergli di spostare una pietra fermacarte dal ripiano. Il soldato fa scorrere la mano nell'aria e come per magia, su quel punto del tavolo compare una pulsantiera luminosa. Dimash fischia.

"Tecnologia proibita." commenta con sarcasmo, incrociando le braccia. Lo scià gli rivolge un sorrisetto di sbieco.

"Sarai mica sorpreso, Dima?"

"No, in effetti." gli risponde a tono "Pensavo solo a quanto siete stronzi e ipocriti voi del governo."

Jon lo fulmina con un'occhiataccia mentre mio padre si limita a sbuffare una risatina, osservando il pannello di vetro che sta calando da un vano che si è aperto nel soffitto. Il maggiore Sinan schiaccia una combinazione di pulsanti luminosi e il pannello si illumina a sua volta con la planimetria del palazzo.

C'è una miriade di pallini che lampeggiano in tutte le stanze. Alcuni sono rossi, la maggior parte bianchi. Il soldato usa il suo puntatore laser per indicarne un mucchietto.

"Questi siamo noi. Gli invitati alla festa sono in chiaro. Lo scanner all'ingresso ha registrato la vostra presenza e vi ha abilitato, quindi vede il chip nel polso e manda il segnale." spiega, poi sposta la lucina da un'altra parte. "I rossi sono il nemico, che è penetrato da qui e da qui."

"Si può sapere chi diavolo è?"

Sinan scuote la testa.

"È gente che conosce il palazzo, mio Signore. Sanno come muoversi e sapevano che la guardia sarebbe diminuita proprio in quelle zone, stasera. Vedo almeno due squadroni da sei ma..." dice Sinan, guardando me, poi mio padre. "...se fosse Olivia?"

Sono abbastanza vicino a Jonath in linea d'aria per sentire il ringhio minaccioso che gli borboglia in gola. Lo Scià alza una mano.

"Impossibile."

Alcherian Boys --(Distopico, Sci-fi, Gay, R-17)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora