Capitolo 73

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Jacob è l'unico a obbedire prontamente all'ordine del capitano. Con un cenno comunica a Tamaar che va ad aspettarla in garage, si issa in spalla il borsone e sparisce dietro la porticina. Il nubiano di cui non ricordo il nome continua a tenere le mani della donna tra le sue e a sciorinare formule di saluto tradizionale sotto lo sguardo infastidito di Jonath.

"Stai bene, tu e la tua schiava. Fate buon viaggio. Che gli dei siano clementi con voi. Che il deserto non vi sferzi con le sue tempeste di sabbia. Che il sole vi scaldi la pelle, la luna vi illumini il passo di notte. Che troviate un ospite benevolente ad attendervi. Non ti stancare. Sii vigile. E tu," solleva una mano grinzosa per fare una carezza sulla guancia a Shereen, che rabbrividisce a occhi bassi "proteggi la tua padrona, non farle mancare l'acqua, assicurati che possa riposare all'ombra. E guarisci. Sii forte come un virgulto e,-"

Jonath si schiarisce la voce rumorosamente.

"Il viaggio fino a Canà non è così lungo, Rudyar." gli fa notare spostando il peso da un piede all'altro. "Jacob sarà di ritorno in tempo per la parata."

Il nubiano smette di salmodiare per un istante, in cui arricciando il naso spinge all'insù gli occhiali spessi come fondi di bottiglia.

"Non capisci niente, Rozan." commenta e riprende le mani di Tamaar, che ridacchiando gli rivolge un sorriso cortese:

"Perdonalo, fratello. Non è un grande estimatore delle nostre tradizioni. Ora credo proprio che dobbiamo andare."

"Aspettate un momento!"

Tutti si girano verso di me. Nel corridoio scende il silenzio. E Jonath rotea gli occhi.

"Che diavolo ci fa lei qui?"

Mi avvicino puntando il dito contro la bambina. Shereen alza lo sguardo su di me e si mette a tremare come una foglia. Tamaar le cinge le spalle con un braccio in un gesto protettivo, che mi stranisce.

"Perché?" mi fermo prima di raggiungerle, incerto per la reazione che ha avuto. "Mi conosci, Shereen. Sono io."

"Ha la febbre." risponde la donna, al suo posto "La sto portando nel regno di Giuda, alla capitale Canà saremo ospiti della famiglia del capitano e là riceverà le cure di cui ha bisogno."

Non riesco a muovere la bocca. Sento una miriade di farfalle agitarsi nello stomaco.

"Sta male? Ma..."

"Non preoccuparti, non è in gravi condizioni." Tamaar ha un sorriso languido eppure caldo, materno. "Mi prenderò cura di lei. Non te ne ricordi, ma sai già che è stato Yashal a comprarla dal padre di Mireu; il famoso boss Nandita. Shereen vive bene con me, è la mia ancella personale." Il sorriso si allarga, diventando più triste. "L'ultima che mi è rimasta, a dire il vero. Mangia, si veste e riceve un'educazione da donna rispettabile. Diglielo, su. Hai dimenticato le buone maniere?"

La bambina rabbrividisce in silenzio e ora, che solleva di nuovo il piccolo viso, noto, nonostante il luccichio degli occhi e il gonfiore rossastro delle guance, che è più in carne di prima, ha i capelli più lucidi di come li ricordavo. Shereen annuisce, incoraggiata dall'abbraccio della signora.

"Sto bene, Axer."

L'emozione di sentire la sua voce quasi mi strozza e mi ritrovo a deglutire, trattenendo il fiato, per riprendermi. Ho gli occhi pieni di lacrime ma non voglio sbattere le palpebre.

"So già tutto. Di mia sorella e Addi. Ci siamo già incontrati prima. Mi hanno detto... che non ti ricordi niente..."

Non resisto e spinto da una forza interiore mi faccio avanti a tutta velocità e la stringo tra le braccia. Non troppo, non voglio soffocarla, solo abbastanza da costringere Tamaar a lasciarla andare e abbracciandola farle sentire che ci sono, che per lei ci sarò sempre, anche se in fondo è più che altro una consolazione per me. Percepisco la gente in piedi intorno a noi che trattiene il respiro. Tutti gli occhi sono puntati su di me. Mi guardano. Temono che il clone cattivo e violento faccia qualcosa di stupido. Non hanno capito niente. Ma non importa, perché dopo un po' Shereen fa spuntare le piccole braccia dal fagotto di mantelli e mi tocca i gomiti. Sorrido, allentando un po' la presa. Immagino che, imbacuccata com'è, sia il massimo dell'abbraccio che le riesce. Ma mi basta e avanza.

Alcherian Boys --(Distopico, Sci-fi, Gay, R-17)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora