Capitolo 68

530 42 20
                                    



"Codice soldato: JR082M6, passo."

Ma che?

"Codice soldato: JR082M6, centrale, mi ricevete?"

"Capitano Rozan? Ti ricevo."

Il tono marziale dell'uomo si ammorbidisce, quando risponde:

"Ciao, Abe."

Apro gli occhi, incoraggiato dall'ombra fresca che li scherma, vedo in lontananza i rami fitti del grosso baniano, alle radici del quale sono sdraiato. La gravità mi attira la schiena contro il terreno, solido e rassicurante. La sensazione di pace che mi provoca mi fa pensare che vorrei stare sdraiato qui per sempre. Non so dove mi trovo, non so nemmeno se sono sveglio, però non mi sento agitato. Mi accorgo quasi subito che non sono solo. Quell'uomo alto e scuro che è seduto davanti al piccolo falò e mi dà la schiena, sta canticchiando una melodia indistinta, con la sua voce cavernosa.-C'era una volta uno sciamano nubiano, che viveva sotto un baniano...-

Al canticchiare si unisce l'eco di un'altra voce più lontana, fumosa:

"Ieri alle ore 23:56 ho attivato il protocollo d'emergenza Isacco-,"

Lo sciamano si schiarisce la gola e si alza in piedi. Pare sentire il rumore del mio corpo che struscia, rigirandosi sul tappeto, perché con calma si volta verso di me. Come un attore di teatro si guarda intorno, occhieggiando nell'aria mi fa capire che il rimbombo estraneo lo sente anche lui, prima di sorridermi.

"Qualcuno sta parlando giudeo."

"Sono morto?" gli chiedo. L'ultima cosa che ricordo è Dimash, che non aveva più quel buco in faccia. In mezzo al gruppetto di giudei, nel laboratorio sotterraneo di Mirza, immerso nella luce blu, Dimash mi aveva sussurrato qualcosa.

"Tecnicamente, forse." Risponde serio. "In ogni caso, devo rimandarti laggiù."

"Non posso... restare qui?"

Guardandomi negli occhi, aggrotta la fronte, come se non capisse la domanda o pensasse che contenga un significato alternativo, nascosto. Desidero soltanto starmene qui all'ombra di quest'albero, immerso nella natura. Non ricordo cosa mi aspetti 'laggiù' dove dice lui, ma per qualche motivo ho la sensazione che sia sgradevole; una fonte di dolore.

"Io..." mi guarda e deglutisce "...vivo da solo."

"Articolo 45 e successivi; se il soggetto si rifiuta di adempiere i termini del contratto, o minaccia gli ufficiali in tal senso, autorizziamo la sua eliminazione."

La voce che parla in giudeo si fa più ingombrante nel mio spazio, mentre lo sciamano si inginocchia davanti a me. Reclina la testa di lato e solleva le sopracciglia, portandomi a chiedermi perché riesca a comprendere tanto bene la parlata di quel regno. Sono con loro da troppo poco tempo, e non mi sono neanche impegnato a studiarla. Loro, i soldati giudei. Ora mi sembra di riconoscere la voce che continua a interrompere la mia pace interiore. È Jonath. Ieri sera abbiamo fatto sesso. Sulla scrivania di camera sua. Solo io e lui. Volevo farlo da un po', ed è stato... piacevole? Ma poi sono tornato a dormire in camera mia, perché nel mio letto, la notte deve esserci soltanto Soru.

"Mi assumo ogni responsabilità conseguente al rischio che ne deriva."

"Ricevuto."

Il mio cuore accelera come una moto lanciata a tutta velocità. La mano dello sciamano senza nome entra nel mio campo visivo e fondendosi con i rami intricati in lontananza, oscura del tutto il sole.

Alcherian Boys --(Distopico, Sci-fi, Gay, R-17)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora