Capitolo 29

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Attraverso uno stanzone buio fino a una porta aperta su una stanzetta luminosa.

È da lì che proviene la luce blu. Mi guardo intorno abbagliato. Mirza indossa un camice da medico e degli occhialini protettivi. Sta battendo sulla tastiera di un computer dallo schermo enorme. Anzi, capisco avvicinandomi, sono tre schermi piazzati vicini. Che tecnologia avanzata che possiedono i nostri nemici. Non saprei dire se persino nei distretti alti di Alchera abbiano roba del genere. Il grosso arnese che manda bagliori e suoni ritmici a breve distanza, è collegato a un groviglio immenso di fili che si spargono in giro. Seguendone uno finalmente poso gli occhi su quello.

Vicino alle pareti, da entrambe le parti, ci sono delle specie di scatole di vetro, grandi abbastanza da contenere un uomo adulto. Solo una riempita di liquido bluastro e tra le acque, galleggia un bambino dai capelli biondi, rannicchiato su se stesso. Potrà avere due o tre anni.

«Ah, Axer. Volevo farti vedere questo.»

«L'hai fatto affogare? Tiralo fuori di lì subito!» azzardo, in preda al panico. Mirza sorride.

«Ma no,» si affretta a tranquillizzarmi. «quello è il clone. Non sta soffrendo, non preoccuparti. Vieni più vicino, guardalo.»

Mi tremano le gambe ma mi costringo ad avanzare verso il cilindro di vetro. Mirza mi viene accanto e sorride incrociando le braccia al petto.

«Come ti sembra? Non ha un aspetto familiare?»

«Quel... è un bambino.»

«Lo so!» lo scienziato ride e mi batte una pacca sulla spalla. «Crescerà. Tra sette giorni sarà un uomo adulto. Come te.»

«Ma è... vivo?»

«No. Non ancora. Non preoccuparti,» dice Mirza, forse accorgendosi del mio pallore nella luce bluastra e dell'espressione dei miei occhi sbarrati. «andrà tutto bene. Sono il migliore nel mio campo. Non sentirai nulla. Ti addormenterai e quando ti sveglierai avrai un corpo nuovo.»

Mi giro a guardarlo. Mi parla cercando di rassicurarmi. Ciò non significa che stia funzionando. Quel bambino che galleggia là dentro sembra troppo reale, troppo vivo. È pieno di fili che gli stanno attaccati al corpicino, e il suono acuto ritmico che emette il computer, capisco che deve essere il pulsare del suo cuore. Quando Mirza mi mostra il tubo più grande che è collegato alla faccia del bambino da una mascherina, mi pare di vedere il suo petto minuscolo che si espande e mi viene un giramento di testa.

Strizzo gli occhi e mi volto dall'altra parte, sentendo Mirza ridacchiare. Prendo un forte respiro. Ormai ci sono dentro. Ho deciso. Non posso tirarmi indietro. E soprattutto, devo trovare Soru. Il nuovo corpo mi darà la forza per trovarlo e riportarlo a casa. E poi, con i soldi che guadagnerò potrò affittare una casa vera per noi due. Magari in uno dei quartieri alti della città.

«Axer, stai bene?»

«Certo.» sospiro e mi volto verso di lui.

«Senti, Axer. I tempi si sono improvvisamente ristretti. Tra una settimana il clone sarà pronto ma ci sono molte altre cose da organizzare per la buona riuscita della missione. Jonath ti chiederà di andare in città con lui più tardi. Una semplice ricognizione, per rastrellare informazioni dai nostri contatti. Non è pericoloso e non dovrai combattere.»

«Fantastico.»

«Sei pronto a tornare là?»

«Non lo so.» mento per conservare un'aura di mistero. Non voglio che Mirza mi consideri un ragazzino ma troppa foga da parte mia potrebbe metterlo in allarme. Certo che sono pronto. Non vedo l'ora di mettere tutta Alchera a ferro e fuoco pur di ritrovare Soru e portarlo via con me. Il Gran Sacerdote al tempio mi ha fatto capire che è ancora vivo e gli dei non mentono. Mirza mi batte una pacca sulla spalla, poi si gira verso uno dei suoi carrelli pieni di strumenti e boccette dall'odore alcolico e mi indica un tavolo di ferro.

Alcherian Boys --(Distopico, Sci-fi, Gay, R-17)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora