Capitolo 88

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Nella mia posizione rannicchiata, ho una zampa di coniglio che mi sventola sul naso e il cuore sta per farmi esplodere la cassa toracica. Lo zingaro davanti a me ha ingaggiato battaglia con un soldato governativo, che lo spinge per farlo indietreggiare, ma lui punta i piedi, scaccia il nemico con una coltellata che fende l'aria e gli lacera la manica dell'uniforme. Col sangue che mi martella nelle orecchie, ho soltanto la vaga consapevolezza dei loro grugniti. Alle mie spalle, la situazione è più o meno la stessa. I sacerdoti gridano, tentano la fuga ammassandosi contro le uscite, solo per essere respinti dalle guardie, che hanno già sparato a due di loro in pieno petto. Alcuni incappucciati sono inginocchiati per terra, a pregare mentre la battaglia infuria intorno a loro per tutta la sala del tempio, mentre io cerco di localizzare Soru per lanciarmi su di lui, come ha ordinato Olivia. Il sacerdote che era quasi caduto nella vasca per farci passare, si è tolto il cappuccio per lisciarsi la testa calva con le mani e vaga in preda alla disperazione e allo sconcerto, inseguito dai due che prima lo sorreggevano, senza rendersi conto che potrebbe essere colpito da un proiettile da un momento all'altro.

Per ordine di Raphael, una squadra è andata a piazzarsi in formazione davanti alla scalinata che porta giù alla sala dove sono state trattenute le sacerdotesse. Sono gli unici uomini che non combattono o non sparano, per il momento. Dimash sta menando fendenti a destra e a manca, contro un gruppo di governativi che tentano di immobilizzarlo. Ne ha atterrati due, quando uno degli zingari si smarca da quello con cui stava combattendo e, senza aspettare di vederlo accasciarsi a terra, corre a dargli manforte.

Non vedo Raphael ma sento la sua voce. Il generale Uriel, invece, ha sguainato la sciabola e a forza di spintoni e imprecazioni sta cercando di attraversare il mare di gente che lo separa dal nostro gruppetto compatto.

Nel bailamme gli spari sono pochi, nonostante le continue incitazioni dei generali ai propri uomini, perché i soldati temono di colpire per sbaglio nel mucchio di sacerdoti e anche perché il nemico indossa la loro stessa divisa. Gli unici che sparano in sicurezza sono i cecchini. Jacob e Kain colpiscono e fanno cadere le guardie sistemate lungo il perimetro della balaustra del terzo piano, una dopo l'altra, con metodica freddezza. Dopo averne colpito uno si accosciano in mezzo alla folla, o si nascondono dietro una colonna, e quando riemergono sono pronti a puntare un'altra vittima.

Lo zingaro davanti a me riesce a respingere il soldato governativo, lo fa barcollare all'indietro e gli si getta addosso, liberandomi la visuale. Ora lo vedo, penso col cuore che mi schizza in gola. I giudei che erano stati fatti prigionieri stanno approfittando della confusione per reagire. Non saranno armati, ma chissà come, qualcuno di loro si è impossessato di un coltello e sta liberando gli ultimi rimasti in ginocchio, mentre quelli che sono già in piedi stanno lottando contro Soru.

I soldati giudei usano tutta la forza e le mosse di arti marziali che hanno appreso in anni di addestramento, e devo concedergli che non se la stiano cavando male. Soru più che altro arretra, schiva un fendente da destra e salta per evitare la spazzata di una gamba da sinistra. L'unico vantaggio che ha è quello di essere immensamente più rapido di loro. Non riescono nemmeno a sfiorarlo, per quanto si sforzino e dato che cominciano a stancarsi, Soru è riuscito a centrarne uno in piena faccia con una manata. L'uomo, con gli occhi sbarrati, non ha nemmeno visto cosa l'ha colpito. Si porta una mano al naso maciullato, da cui sgorga un rivolo di sangue, arretra e cade su un ginocchio, tremando. Per quanto blandi e, con ogni evidenza, scevri della grazia conferitagli da un qualsivoglia addestramento, i colpi di Soru sono potenti. Ogni volta che scoprono il fianco, lui attacca... e li devasta. Vedo un altro giudeo che spinto all'indietro da un pugno sul mento descrive una parabola in volo e poi atterra sbattendo la schiena in mezzo a un gruppo di sacerdoti, provocando un'ondata di grida isteriche.

Soru è davanti a tre avversari. Con la schiena un po' curva ansima forte, si lecca le labbra e sogghignando li incita a farsi avanti.

Non c'è tempo per riflettere. Nel momento in cui lo zingaro davanti a me affonda la mano nel collo del suo oppositore per trascinarlo giù, approfitto della schiena china per saltarci sopra e darmi lo slancio. Mi sembra di volare, sento altre urla deformate dal tempo che per me scorre a un ritmo diverso, un lento rumore di spari e vedo dei proiettili che passano nell'aria, troppo lontani da me, prima di atterrare sopra Soru. Lui solleva la testa, mi vede, ma preso alla sprovvista, non riesce a reagire in tempo e si ritrova sbattuto per terra, schiacciato sotto di me.

Alcherian Boys --(Distopico, Sci-fi, Gay, R-17)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora