Capitolo 70

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"Che ha fatto Jonath?"

Lo zingaro si volta di scatto, come se l'avesse morso un serpente. Mi guarda curvando le sopracciglia, nella penombra del corridoio. Tutti gli altri sono già rientrati nell'edificio base. Per qualche motivo che non hanno voluto spiegarmi troppo nel dettaglio, sono considerato materiale pericoloso, almeno per stanotte. Devo ringraziare Dimash, se non sono costretto a passare la notte là sotto.

"Che cosa ti ha fatto. Avete litigato?" specifico "Sembra che tu ce l'abbia con lui per qualche motivo che non conosco. Oppure ho dimenticato."

Dimash inspira forte, si volta e riprende a camminare.

"Niente di speciale."

Roteando gli occhi, faccio schioccare la lingua sotto la carne del labbro.

"Okay."

Apre il portello del bunker e prosegue nel cortile. Uscire all'aria aperta mi provoca stordimento. Non ricordavo che la nebbia avesse questo odore così forte. Il sentore mielato mi investe i polmoni con un senso di soffocamento. Alzo lo sguardo e tra le nubi in lontananza scorgo la luna. Mi sembra più vicina, più grande di come la ricordavo. Apro la bocca per domandare qualcosa a Dimash, ma lui è già sulla soglia del garage. Mi guarda con un'espressione infastidita, tenendo aperta la porta.

"Ehi, di chi è questa moto?"

Bella, penso, passandole accanto al buio, e sfiorando il sellino di pelle. Ma quello sul cruscotto non è lo stemma governativo? Uno dei nostri alleati deve avere conoscenze piuttosto in alto.

Sono confuso, quando Dimash, saltando il rituale solito, entra alla base.

"Non ti lavi?"

Ricevo un grugnito come risposta e la sua mano stritola lo stipite quando si riaffaccia sul garage.

"Che si fottano i giudei e le loro regole." grugnisce a bassa voce.

"Ohh, sì. Chi se ne frega."

Sulle labbra mi sboccia un sorrisetto, mentre scrollo le spalle emi affretto a seguirlo dentro.

"Senti, una cosa me la devi dire. Per il poco che ti conosco, so che non ti piacciono le rogne. Eviti le seccature, quando puoi, perciò proprio non capisco perché ti sia preso la briga di liberarmi."

Dimash irrigidisce le spalle ma non si gira a guardarmi, continua a camminare.

"Non fraintendermi, mi fa piacere." affermo, grattandomi il mento "Ho fatto un sogno assurdo, poi mi sono svegliato circondato da idioti che mi fissavano come una bestia da circo e se non fosse stato per te, sarei ancora inchiodato a quel lettino, perciò..."

Si volta solo per mostrarmi la smorfia con il naso arricciato.

"...il poco che mi conosci..." mormora, come parlando tra sé e sibila: "'Fanculo."

Scuote la testa, affretta il passo. Sembra che non veda l'ora di raggiungere la sua stanza. E all'improvviso una rabbia cieca si impossessa di me. Non so nemmeno da dove sia venuta, agisce più rapida del pensiero. Prima di rendermene conto ho sbattuto Dimash con la schiena al muro e gli sto ringhiando in faccia.

"Che cazzo ti prende?"

Ha gli occhi sgranati ma anche pieni di un orgoglio feroce. Senza staccare mai lo sguardo dal mio, solleva il mento per farsi stringere di più il collo dalla morsa della mia mano. Merda. Non mi controllo. Significa questo essere un clone? Avere una forza brutale e irresistibile che si scatena contro gli amici senza che riesca a fare nulla per fermarla.

Alcherian Boys --(Distopico, Sci-fi, Gay, R-17)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora