Tornati al teatro notiamo che il palco è già stato smontato. Non posso evitare di provare un brivido di sollievo vedendo il viavai di persone che alla luce delle torce si carica sulle spalle assi di legno e le va a impilare sul carro, a cui non è ancora stato legato il cavallo. La casetta di legno è ancora in piedi e delle ragazze, sotto lo sguardo severo di Kala, stanno trasportando gli attrezzi di scena su un altro carrozzone vicino al primo. Marlee se ne va verso di loro, lasciandomi solo. Mi avvicino a Kala.
"Credo che il boss stia facendo ammazzare tutti i ragazzi che lavoravano per Darius."
Mi guarda, severa.
"Lo so. Per questo ho anticipato la partenza a stanotte. Spero che hai fatto tutto quello che dovevi. Domani mattina non vedrai il terzo distretto al tuo risveglio."
Sembra esausta, e nonostante questo, sorride, mostrando il dente d'oro sul lato della mascella. Mi chiedo come faccia a saperlo. Come facciano tutti ad avere informazioni e a sfruttarle a loro vantaggio, quando io mi muovo a tastoni nel buio e non posso fare altro che lasciarmi trascinare dagli eventi.
"Marlee si è comportata bene?"
Annuisco e il suo sorriso materno si allarga. Mi dà una pacca sulla spalla.
"Entra nel carro e non mettere la testa fuori fino a quando non te lo dirò io."
Prima di salire sul carro, che hanno appena finito di caricare, mi libero la vescica. Fa male e ci sono tracce di sangue. Spero non sia niente di grave, non voglio parlarne a Kala. Mi sistemo in una piccola area del carro lasciata sgombra dalla roba ammassata contro le pareti, usando il mio borsone come cuscino, stendo le gambe, per quanto mi è possibile dallo spazio angusto, aspettando la partenza. La tenda che ricopre il carro completamente mi fa sentire al sicuro. Da fuori mi giungono le risate dei ragazzi zingari, che si avvicinano per legare i cavalli, chiacchierando tra loro nella loro lingua. Mi concentro sui rumori che provengono dall'esterno per non pensare a Soru e devo dire che funziona.
Appena i cavalli sono legati si parte. Scorgo tra le tende che Kala si issa a sedere vicino al cocchiere del nostro carrozzone e fa' cenno all'altro carro di partire. La carovana che segue i due carri è composta da gente che cammina e chiacchiera, trasportando in ceste, trolley e persino in braccio tutto quello che non ci stava sui carri. Io, mi sento un po' in colpa, perché viaggio seduto e al coperto. Con me, nel piccolo spazio ricavato tra le assi di legno, c'è solo Marlee. Il cocchiere, dall'altro lato della tenda, ascolta Kala che sta parlando nella loro lingua e ogni tanto ci arrivano le loro risate sguaiate. Per il resto, i suoni della notte si limitano a qualche richiamo delle sentinelle, che immagino sedere intorno ai focolari e il gracchiare di qualche uccello notturno. Senza contare il cigolare del legno contro legno e delle ruote del carro che girano sul proprio asse, che non sono state oliate da troppo tempo. Ho dato un po' dei datteri e della carne a Marlee, che seduta a gambe incrociate davanti a me, è l'unica che mi rivolge la parola nella mia lingua.
"Chi è Puri? La tua fidanzata?" mi chiede casualmente, sbocconcellando un dattero che avrebbe potuto infilarsi in bocca intero, forse per gustarselo meglio. Uno scossone le fa scivolare la gonna indietro a scoprirle le cosce, ma lei non sembra darsi alcun pensiero di apparire oscena. Di certo la cosa non preoccupa me. Stiamo viaggiando, è questo l'importante.
"Puri era un'amica. È morta ma quelli non devono per forza saperlo, no?"
Marlee mi sorride.
"E così ti prendi il suo cibo. Ottima mossa, com'è che ti chiami."
"Axer, mi chiamo Axer."
"Axer. Lo sai che i viaggi mi eccitano?"
"Ah, sì?" chiedo, per educazione.
Lei finisce il suo dattero e si lecca le dita, guardandomi negli occhi. Lentamente annuisce. "Oh, sì, molto."
Prima che me ne accorga Marlee si siede sulle mie gambe e mi affonda la testa nel collo. Le sue mani mi toccano il petto e le sue cosce mi stringono. Mi schiarisco la voce.
"Aspetta, ma che stai facendo?"
E lei mi bacia. Le sue labbra sembrano ventose appiccicose che mi risucchiano. L'afferro per i fianchi e cerco di scrollarmela di dosso. Lei mi prende con forza una mano e se la appoggia su un seno coperto dalla camicetta, comincia a strusciarsi contro di me.
"No, basta. Che fai? Sul serio, levati."
Marlee si ferma, contrariata. Mi guarda da poco più in alto con una smorfia sul viso.
"Non è che per caso sei un froscio come mio cugino?"
"Cosa?"
"Ma!" si sporge per chiamare Kala. "Questo è come Dimash!"
Cerco di zittirla, di levarmela di dosso ma lei ride come una pazza. Uno scossone la fa cadere all'indietro, sollevando del tutto la gonna ed espondendo all'aria le sue vergogne. Lei continua a ridere, finché sua madre non si sporge dalla tenda.
"Lascialo stare, Marlee. Vai a infastidire qualcun altro. Non ti piacciono più i nostri ragazzi?"
Scoppiano a ridere insieme e non capisco perché. Tra le risate il carro rallenta e Marlee ne approfitta per saltare giù. Kala passa oltre la tenda e viene a sedersi al suo posto. Raccolgo le gambe sotto al mento e lei, continuando a sorridere, si accende una sigaretta e non si cura della mia espressione cupa.
"Non mi hai ancora detto come passeremo attraverso le porte che dividono i distretti senza che io abbia un passaporto.
"Quella scatola di metallo dietro di te," dice, indicando la cassa su cui sto appoggiato con la schiena e su cui ho sistemato il borsone. "è una scatola magica. Sai cosa faceva mio nonno? Le pentole. Gran belle pentole, faceva. Usava un metallo speciale, che si trova solo in una certa miniera dell'Elam, sotto una grossa montagna. Allora, gli alcheriani, un secolo fa, hanno comprato le sue pentole. Bellissime pentole. E sai cosa hanno capito? Che quel metallo era una lega mai vista prima, così resistente che resisteva ai raggi laser che ti buttano addosso per leggerti i microchip. Hanno comprato quel metallo da mio nonno, per un niente. Ci hanno fatto i loro edifici di massima sicurezza. Sono ancora arrabbiata per questa storia, ma io, del metallo ne avevo ancora abbastanza, sai cosa ho fatto io?"
Kala sorride con gli occhi. "Una scatola."
Mi giro a osservare la cassa di metallo. Sembra una normale cassa, dalla lunghezza mi sembra che possa contenere un frigorifero. Lei si sporge su di me, allunga un braccio per spostare il coperchio e mi mostra che all'interno è vuota.
"Mi faccio pagare per portare la gente fuori di qui. Nel tuo caso, sono contenta di farlo gratis. Gli amici di mio nipote sono amici miei."
Kala torna a sedersi vicino al cocchiere, che riesco a vedere, le passa una bottiglia di liquore, prima che la tenda ricada e nelle lunghe ore che passo viaggiando da solo, quasi mi trovo a rimpiangere la compagnia di Marlee. Ho troppo tempo per pensare a Soru. Il mio cervello si mette a fantasticare su come farò a ritrovarlo. Sarò un clone, avrò dei soldi, come ha promesso Jonath e potrò compare un passaporto per andare ovunque. Quando Kala decide che è il momento, il cocchiere si sporge oltre la tenda e mi fa cenno di infilarmi nella scatola di ferro. Qui dentro il buio è totale. Presto, gli scossoni mi conciliano il sonno e rendendomi conto solo ora di quanto sono stanco, mi lascio scivolare in un sonno profondo e senza sogni.
Mi sveglio sentendo battere sul metallo sopra di me. Un battito ritmico che mi sveglia di soprassalto e non ricordandomi dove mi sono addormentato e trovandomi ancora al buio, mi guardo freneticamente intorno, appoggio le mani sulle pareti fredde cercando di spingere finché non si apre la scatola e solo dopo qualche terrificante secondo mi ricordo dove sono.
Marlee mi guarda con un sorriso ebete stampato in faccia.
"Siamo nel secondo distretto, lo slum. Mamma dice che da qui devi camminare."
Dopo una notte passata rannicchiato nella scatola, tra balzi e scossoni sono indolenzito e sono contento di sgranchirmi le gambe. Marlee mi aiuta a scendere dal retro del carro.
Il sole non è ancora sorto e fa fresco. Marlee, senza smettere un attimo di parlottare con la ragazza che mi cammina accanto si mette a frugare dentro il carro, poi affacciata alla tenda mi porge la borsa che ho portato da casa e prima che possa chiederle cosa devo farci, saluta sbrigativa la ragazza e torna dentro e chiude la tenda.
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Alcherian Boys --(Distopico, Sci-fi, Gay, R-17)
AvventuraAxer, appena diciottenne, vive con Sorush, il suo migliore amico, per cui ha una cotta segreta. Si prostituisce per mantenere entrambi e deve guadagnare abbastanza soldi per il passaporto che gli permetterà di entrare nei distretti alti e cominciar...