Capitolo 55

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"Sei sicuro che posso usare questo posto?"

Il ragazzino che ho salvato dallo scantinato del palazzo, che abbiamo scoperto chiamarsi Kyros, si guarda intorno per il patio con aria meravigliata. Chissà a che tipo di orrido slum sarà abituato per trovare accoglienti le due stanze sotto la sopraelevata. Si siede cautamente sul divano di copertoni e si gira verso di me per avere una conferma.

"Era casa mia e di Soru." dico allargando le braccia "Siccome è libera e non credo che nessuno dei due tornerà tanto presto, puoi usarla come vuoi."

Jonath si accende una sigaretta. Sul tavolo ci sono ancora i bicchieri che abbiamo usato insieme e dalla bottiglia di whiskey rovesciata si è sparsa una pozza appiccicaticcia, che deve essere dolce, a giudicare dalle mosche che le ronzano intorno. Lo vedo storcere il naso. Tra le volate di fumo si passa una mano tra i capelli a lisciare il ciuffo sudato.

Notando che il Capitano allunga una mano verso i bicchieri unti, Kyros scatta in piedi.

"Ci penso io!"

Corre a raccoglierli e mi guarda, aspettando che gli indichi il lavandino.

"Se vuoi l'acqua, mi sa che devi andare al pozzo." gli spiego, dopo che ha posato i bicchieri nella tinozza.

"No." S'intromette Jonath. "Niente pozzo. È meglio se stai qui e ti tieni ben nascosto."

"Perché?" abbozzo un sorriso incerto.

"Ricordatevi che siamo ancora in territorio di Nandita." dice seccamente, poi espira il fumo dal naso, si rivolge solo al ragazzo "Chiederò alla zia di Dimash di portarti fuori. Non credo ci saranno problemi. Gli zingari ti passeranno a prendere tra pochi giorni, ma nel frattempo ti consiglio di mantenere un basso profilo, non farti vedere in giro."

Kyros si morde l'interno della guancia, annuisce.

"Se devi uscire per andare alla latrina o a prendere l'acqua, fallo di notte." aggiunge "Stai sotto i radar delle sentinelle. Non devono sapere che qui ci vive qualcuno. In meno lo sanno e meglio è. Hai capito?"

"Sì, certo, signor Capitano. Farò proprio come dice lei."

"Allora noi andiamo. Buona fortuna."

Jon non aspetta di sentire il mormorio di ringraziamento del ragazzino. Schiaccia la sigaretta sul tavolo e si incammina verso le moto. Kyros mi guarda, con l'aria spaesata. Gli sorrido.

"Non preoccuparti, andrà tutto bene."

Per un attimo sembra che stia per scoppiare a piangere. Deglutisce e si lancia su di me. Sentendomi stringere dalle sue braccia, resto interdetto e non so cosa fare. Kyros si aggrappa a me e mi affonda la faccia nel petto, i suoi capelli mi fanno il solletico al mento.

"Grazie, Axer." biascica, allentando la presa. Gli passo un braccio intorno alle spalle per non lasciarlo andare. Questo ragazzino è il primo che mi abbia fatto sentire contento di ciò che sono diventato. Non sa che mi ha aiutato, quanto bene mi ha fatto. Se non fossi stato un clone, non avrei avuto la forza di liberarlo dalle catene. 'Grazie a te', vorrei dirgli ma sento che non è il caso. Non capirebbe, perciò me lo tengo per me. Mi sento una persona diversa, piena di speranza che prima non avevo e a pensarci mi si inumidiscono gli occhi. Spero davvero che Kyros sia al sicuro e che da ora in poi le cose gli vadano bene.

"Buona fortuna, amico."

Gli do un buffetto sulla guancia e lo guardo entrare in camera prima di girarmi verso il Capitano che, sulla moto, fa rombare l'acceleratore come a dirmi di sbrigarmi.

Monto in sella e seguendolo tra le vie del terzo distretto, e poi per le stradine dello slum, mi preparo mentalmente a subire il cazziatone stratosferico che so che mi aspetta, non appena saremo arrivati alla base. Quel pervertito di Jacob è rimasto nel palazzo, a farsi trastullare dalle gattine. Finita la festa, passerà dallo spogliatoio a prendere l'attrezzatura che il Capitano ha abbandonato per correre in mio soccorso. Da quando abbiamo inforcato le moto, sgattaiolando nel vicolo dalla porta sul retro, non ha detto una parola. Ha parlato col ragazzino, quello sì ma a me, sembra che non riesca neanche a guardarmi in faccia per più di due secondi e comincio a sentirmi stringere la bocca dello stomaco dal senso di colpa. Okay, ho combinato un casino. Non dovevo farmi vedere da nessuno, non dovevo fare scattare l'allarme. Entrare, cercare Soru o avere informazioni su di lui e uscire. Invece ho finito per ammazzare YuShang. Chissà se hanno già trovato il corpo, che abbiamo nascosto nella cella di Kyros. Beh, nascosto è una parola grossa. Comunque siamo fuori; non credo che Nandita possa risalire a noi in qualche modo. E se anche fosse, non saprebbe dove trovarci. L'aria del deserto è calda, finché non accelero per tenere dietro al Capitano, che aumenta la velocità e sgomma in avanti. Mi viene in mente Soru. È vivo e sembra anche stare bene. Sì, resta il fatto che è stato venduto, a uno dell'esercito. Un tizio che stranamente mi somiglia pure. Ma è vecchio. Com'è che lo chiamava Nandita? Generale Rafo? Basterà trovarlo e andare a riprendermi Soru.

Rallentiamo fino quasi a fermarci, rientrando alla base. La serranda del garage si alza e quando finalmente scendiamo dalle moto, Jonath va verso il lavandino senza guardarmi in faccia, senza dire una parola. Si lava le mani e le braccia con gesti nervosi e non trovando l'asciugamano nei paraggi le scrolla per asciugarsi.

"Capitano," lo fermo, prima che entri in casa. Jon si volta verso di me, solleva entrambe le sopracciglia e incrocia le braccia umide contro il petto.

"Che vuoi?"

Ehm, vorrei chiederti un sacco di cose ma se mi guardi così... Non sono emotivo, è il senso di colpa perché so di aver fatto qualcosa di sbagliato. So che l'ho deluso. Fa male. Mi schiarisco la voce piano piano, come se sentissi in fondo di non averne neanche il diritto. Ma questo devo chiederglielo, costi quel che costi.

"Per caso, quel tizio che ha comprato Soru... l'hai visto?"

Le sopracciglia si stringono in un cipiglio, prima di distendersi di nuovo e quando infine si degna di rispondere, Jonath è quasi calmo.

"Il Generale Raphael," dice con pazienza "è uno dei quattro ufficiali del Presidente Colonnello."

"Uno di quelli che dobbiamo uccidere?"

"Sì." conferma, sospirando "Uno di loro. Immagino che dopo che sarà morto, per te sarà facile liberare Sorush dalla sua casa. Prenderai due piccioni con una fava." mentre dice così, socchiude l'occhio e mi squadra di sottecchi, come se volesse dileggiarmi, anche se con un occhio solo non fa un grande effetto. Jonath sogghigna con un angolo della bocca, e mette una mano sulla porta. "Lavati le mani, prima di entrare, non mi stancherò mai di ripetertelo. A proposito."

"Eh?"

Mi stavo già avvicinando al lavandino ma mi fermo e sollevo lo sguardo, col cuore pesante.

"Carino, il tuo ragazzo. Molto, molto carino."

Entra e mi lascia solo nel garage, con il mio senso di colpa, di cui non riesco più a inviduare chiaramente il motivo.

Alcherian Boys --(Distopico, Sci-fi, Gay, R-17)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora