Capitolo 103

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Olivia e Mireu devono avere fatto irruzione non appena hanno sentito il mio desiderio, però non hanno trovato Dimash e gli altri. Sul foglietto che ho in mano c'è scritto che non sono alla prigione. Ma allora dove li hanno portati?

Guardo il foglietto che mi ha dato Kain, poi mio padre da lontano. Sta dicendo qualcosa al valletto chino su di lui.

Mi giro per cercare il sordo tra gli schiavi che festeggiano dall'altro lato del cortile e quando finalmente riesco ad adocchiarlo noto che ha qualcosa di diverso. Si dirige a passo svelto verso il palazzo, lanciando occhiate circospette intorno a sé, come se stesse cercando qualcosa e studiandolo meglio capisco che sta contando i soldati. Fino ad ora non mi ero accorto del rigonfiamento sul retro della sua tunica. Si è già procurato una pistola? Come diavolo ha fatto? Non riesco a ignorare il campanello d'allarme nella testa e proprio quando mi decido a seguirlo attraverso il prato, una voce alle mie spalle mi ferma.

"Axer, mi vuoi dire che succede?"

Mi volto verso Yashal, che mi sta fissando con un'espressione strana. I lunghi capelli gli incorniciano il corpo come una tenda, gli occhi con le lenti a contatto scure sembrano un po' lucidi, forse per il vino.

"Ehm... niente. Va tutto bene."

"Tutto bene?" ripete, sbottando in un risolino nervoso "Dovevi chiedere la grazia per Jon e gli altri, te lo sei dimenticato?"

"..."

"Si può sapere che ti prende?"

Per un istante non riesco a evitare di guardarmi indietro, per localizzare Kain, che deve essere sparito all'interno.

Yashal non mi molla. Fa un passo avanti, con il braccio esteso, ma non mi lascio afferrare. Un attimo prima mi sposto di lato e incamminandomi verso il palazzo, lo invito a seguirmi.

"Ti spiegherò tutto, dammi soltanto un minuto."

Lui scrolla la testa, sospira e si gira verso il tavolo, dove gli ospiti hanno ripreso a mangiare e chiacchierare, per ricevere il cenno di Mirza, prima di venire con me. Nel frattempo anche io guardo indietro, ma verso mio padre. Dal tavolino sulla gradinata saluta una coppia di nobili che gli parla da un punto più in basso. Quando mi nota, mi dedica un sorriso cortese da lontano.

Maledetto. Dove hai portato i miei compagni?

"Dai, vieni." dico a Yashal, riprendendo a camminare. Lui sbuffa.

"Il figlio ritrovato, la storia struggente che si sono inventati per noi." sibila senza guardarmi negli occhi "Hai la protezione di tuo padre e quindi pensi di tradire così il regno di Giuda?"

Allungo il passo, costeggiando le aiuole frondose, per allontanarmi dalle orecchie indiscrete dei nobili più in fretta possibile e nel frattempo mi guardo intorno alla ricerca di Kain. Lo vedo, seduto su un gradino della scalinata di marmo del porticato, insieme a un altro ragazzo. Ha in mano un bicchiere di vino e annuisce, mentre l'altro parla. Non capisco. Un attimo fa sembrava in assetto da guerra. Yashal mi si para davanti, oscurandomi la visuale.

"Axer, sto parlando con te!"

Vado avanti, lasciandolo indietro e mentre cammino borbotto:

"Stai sbagliando, non è come pensi. Io non ho intenzione di tradire nessuno."

"Jonath è un mio amico. Lo conosco da anni e so che si fidava di te."

"Tantomeno lo sciamano."

"Che cosa significa?"

Devo girarmi verso di lui quando Yashal punta i piedi e si inchioda sul posto. Nello spiazzo illuminato dalle torce ci siamo solo noi. Mio padre non ci ha fatto seguire. Le uniche persone che passano di qui sono due ancelle mezze nude con enormi vassoi d'argento sulle spalle; dalle cucine si dirigono verso l'area del banchetto.

Alcherian Boys --(Distopico, Sci-fi, Gay, R-17)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora