Capitolo 45

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Malia resta rispettosamente sulla soglia e mi fa cenno di avanzare oltre il pesante drappo nero che la copre. Lo scosto e me ne trovo davanti un altro. L'ambiente è immerso nel buio. L'aria è pesante e odora di incenso. Faccio sette passi e devo spostare sette drappi prima di ritrovarmi in una camera finemente arredata. È illuminata da diverse lampade di vetro dalle forme più disparate, che rifrangono lame di luce multicolore dappertutto sui mobili laccati di nero e dipinti con scene tratte dalla mitologia alcheriana. Le nicchie scavate nel muro sono state riempite di libri. Le colonne del letto, coperto da un ricco baldacchino di veli colorati, sono intagliate con i volti barbuti rispettivamente di Marduk e di suo figlio Nabu. E ai piedi di esso, seduto davanti alla toeletta, Yashal sta districando i lunghi capelli con le mani e l'aiuto di un piccolo pettine d'ambra. Tiene in mano una treccina disciolta e si sta specchiando alla luce di una lampada a forma di prisma dai vetrini rossi. Sicuramente mi ha sentito entrare ma, superbo com'è, non si gira subito dalla mia parte.

"Suppongo di doverti ringraziare." Gli dico, a disagio, infilandomi le mani nelle tasche dei pantaloni. Vedo il suo sorriso allo specchio.

"Perché ti nascondi dietro tutte queste tende?"

La sua voce profonda, che contrasta con il suo aspetto femmineo, mi fa sobbalzare, anche se mi aspettavo che la usasse.

"È per ricordare ai miei amanti che l'amore è bello quando è difficile da raggiungere."

Sollevo un sopracciglio.

"Anche quello a pagamento?"

Lui scoppia a ridere.

"Certo." Risponde divertito. In un battito di ciglia è in piedi davanti a me. La sua velocità sovrannaturale mi sorprende ancora. Eppure adesso anch'io sono come lui, che mi osserva da poco più in basso, mi scruta con i suoi occhi di colori diversi. Quando il suo sguardo risale ad agganciare il mio, sorride. Più in basso, le sue mani cercano le mie e quando le trovano, lui ne approfitta per farsi più vicino. Ora i nostri corpi si sfiorano.

"Shereen. Era qui... come hai fatto a...?" biascico, prima di dimenticarmi la domanda.

"Era troppo gracile e bruttina per i gusti di mia madre. Io ho insistito perché conoscevo la prossima destinazione dei soldati. La casa delle rose nel quinto distretto non tratta le sue accolite con la mia stessa cura. Avevo bisogno di una damigella e poi, ho scoperto che sa leggere e scrivere. Educarla alle più alte finezze è il mio piccolo piacere segreto."

L'ultima frase la sussurra direttamente sulle mie labbra, però si allontana subito dopo.

Un piacere? Shereen?

La vista mi si offusca, e soverchiato da un'ondata di rabbia estraggo la pistola dalla fondina, senza pensare. Quando riesco di nuovo a mettere a fuoco qualcosa è la canna di metallo appoggiata contro la sua fronte. Yashal potrebbe sottrarsi con la sua rapidità da clone, ma non lo fa. Sbatte le ciglia, per nulla impressionato.

"Shereen è una bambina. Lei non è... una prostituta..." ringhio digrignando i denti. Lui annuisce, spostando la canna con la fronte. Questo è tutto scemo. Deve essere pazzo.

"Hai ragione. È la mia damigella."

"Ed è ciò che resterà... hai capito? Se la tocchi anche solo con un dito o permetti a qualcuno di toccarla, io..."

Sento lo spostamento d'aria e davanti alla pistola non c'è più nessuno. Nel giro di un istante mi guardo intorno, spaesato, e un dito mi punta contro la schiena, proprio fra le costole.

"Intendi così?"

Lo sento ridacchiare sommessamente. Mi volto di scatto, lui mi blocca il braccio prima che riesca ad attaccarlo. Sorride. Inclina la testa da una parte.

Alcherian Boys --(Distopico, Sci-fi, Gay, R-17)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora