Capitolo 95

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"Ci ho provato venti volte a chiamare Mirza con questo coso," affermo sbatacchiando l'orologio ipertecnologico che mi sono tolto, "non risponde al telefono. E i messaggi non li so mandare. Se vuoi provarci tu, accomodati."

"Ah, lascia perdere." ribatte Olivia, nervosa come un cobra. "Ormai i nostri corpi saranno arrivati nei laboratori di Giuda. A pensarci bene, potrebbe anche essere positivo. Darà a Jonath dei margini di negoziazione, se Raphael non accetterà i termini che intende proporre Mireu."

Passano alcuni minuti nel silenzio totale. Gli unici rumori che riempiono l'aria sono schiocchi di lingue e grugniti soffocati ad accompagnare la conversazione a gesti di Kain e Alinai, in piedi a qualche metro da noi, dalle parti del minibar.

"Jonath..." mormoro, rigirandomi tra le dita i due pesciolini di legno variopinti che ho raccolto dal pavimento, davanti alla porta dell'ufficio, mentre uscivamo. "...mi ha sparato." Faccio una pausa, per alzare gli occhi su Olivia, che seduta sul divano speculare alla mia poltrona e protesa in avanti verso il tavolino di vetro in mezzo a noi mi guarda con un'espressione grave, senza dire nulla.

"Mi ha sparato in faccia." Storco il naso "Come fai a dire che è innamorato di me?"

"Sei libero di non credermi, Axer. Non cambia nulla."

Alza gli occhi al soffitto e lascia vagare lo sguardo in giro per la sala d'attesa col finestrone da cui si vede il locale dall'alto. Il trambusto provocato dall'irruzione di Kala ha svegliato proprio tutti, compreso il sordo Kain, che adesso è a torso nudo dietro il minibar e sta mescendo dei cocktail. Quando Mireu ci ha chiesto di aspettare qui, neanche Alinai è tornata in camera a cambiarsi. In una tasca della vestaglia aveva la spazzola con cui si sta lisciando i capelli che il letto ha ingarbugliato, seduta su uno sgabello vicino a Kain. Pablo, il compagno di Mireu, invece, si è rifiutato di uscire dalla propria camera. Già le volte scorse mi aveva dato l'impressione di non essere un tipo molto socievole. Credo provenga da qualche parte in Europa, di sicuro non è nato e cresciuto qui.

"È per questo," con un colpo di reni mi alzo dalla posizione stravaccata sulla poltrona per imitare la sua e sfidarla con gli occhi "che mi hai detto quelle cose strane, nella savana, tempo fa."

Olivia aggrotta la fronte, forse tentando di ricordare, allora la incalzo.

"Già, mi dicesti che dovevo perdonare il capitano per qualcosa che non ricordavo e altre stronzate. In quel momento non ci ho capito niente. Adesso è chiaro." dico senza nemmeno accorgermi che sto stringendo nel pugno sudato i pesciolini, che scricchiolano tra loro. La donna abbassa gli occhi sul tavolino e scuote la testa con lentezza.

"Ero sconvolta in quel momento." ammette, sospirando. "Non capivo-"

"Se Jon avrebbe fatto la stessa cosa anche a te. Non capivi se è così bastardo da calpestare e manipolare chiunque possa sfruttare per arrivare all'obiettivo che si è prefissato."

"Adesso stai esagerando!"

Io sono più veloce ad alzarmi ma lei butta quasi giù il tavolino per lo scatto.

"Mi ha sparato in faccia!" sbraito.

"Anche quando te lo sei scopato sapevi chi era e cosa voleva da te."

Incasso la frecciata arricciando il naso. Olivia, al contrario di me, è sempre stata consapevole di potersi connettere in modo intimo ai miei ricordi e ora capisco che l'ha fatto senza alcun rispetto, attingendo a piene mani, liberamente. Ero io, il clone nuovo, ingenuo, a non sapere come funziona, ad averlo scoperto troppo tardi.

"Sapevi che per questa missione era disposto a tutto. E tu, non appena hai scoperto la verità su tuo padre, in un batter d'occhio ti sei schierato dalla sua parte. Che credevi avrebbe fatto Jon, quando sei andato a spiattellarglielo sotto il naso?"

Alcherian Boys --(Distopico, Sci-fi, Gay, R-17)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora