Monique

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Io e Myron andiamo al centro commerciale a fare un po' di shopping, quando entriamo nel suo negozio preferito (Adidas store), sento chiamare il mio nome, mi volto e mi acciglio poi la riconosco «Monique?» chiedo
«Oui!» dice sorridendo, ci abbraccia, «Come state?» chiede
«Bene, tu? Come mai sei in questa città?» chiedo curiosa, «Oh, sono qui per mia figlia. Non la vedo da quando aveva appena tre mesi, spero possa perdonarmi» spiega con il suo accento francese, sorrido e le poggio una mano sulla spalla, «Lo farà, vedrai» dico, «Ti va di venire da noi?» aggiungo
«Oh, no. Non voglio creare disturbo» dice
«Niente affatto, anzi puoi stare da noi Monique non c'è alcun problema» conferma Myron, lei accetta.
Arriviamo a casa, «Wow! E davvero una casa bellissima, complimenti!» dice, la ringrazio e la accompagno nella stanza degli ospiti.
«Io devo andare in ufficio, a dopo allora» dice Myron, mi da un bacio, saluta Monique e se ne va.
Preparo il pranzo, siamo solo io e lei a pranzare, Myron torna stasera.
«Oh, mi sarebbe bastato un pezzo di baguette con dentro un pezzo di formaggio» ammette, scuoto la testa sorridendole, sparecchio velocemente, ripulisco tutto e mi metto sul divano, guardiamo la tv, mi racconta alcuni aneddoti della sua vita.
Verso le otto, dico «Vado a fare una doccia, Monique, se ti serve qualcosa fa pure», annuisce sorridendo.
Vado di sopra e mi faccio una doccia, quando torno di sotto, Myron è sul divano «Hey» dico, lo abbraccio forte, «Io devo dire una cosa molto importante» dice Monique
«Dicci ti ascoltiamo» dico
«Io non so se riuscirò a trovare le parole giuste.
Quando avevo quindici anni rimasi incinta.
A sedici anni ero mamma, ma avevo ancora il liceo da finire, volevo andare all'università.
Quando la mia bambina aveva tre mesi la diedi al padre che la portò in questa città,io rimasi in Francia... mi manca tanto» racconta abbassando lo sguardo, «Ma sai dove abita? Se è sposata o ha dei bambini?» chiedo
«Si. Be Ecco, Ellie quando ti ho vista a Parigi l'ho capito subito.
La mia bambina aveva una voglia di caffè sul fianco destro...» dice
«Cosa?» chiedo perplessa
«Ellie tu sei ... tu sei mia figlia. Ebbi una storia con tuo padre, rimasi incinta e poi ti affidai a lui che era già maggiorenne. È stato l'errore più grande della mia vita. Tu hai mai sospettato qualcosa?» chiede con le lacrime agli occhi,
«Si, sapevo che colei che mi ha cresciuta non fosse mia madre, non la chiamavo nemmeno mamma, mio padre mi aveva raccontato tutto, perché non mi hai cercata prima? Perché sei rimasta così lontana? Perché hai scelto la via più semplice? Sai quante difficoltà ho affrontato da sola?! Sai quante volte ho pianto? Sai che quando mi sono innamorata, non potevo dirlo a quella donna perché non mi ha mai voluta bene? E tu dov'eri? Eri a Parigi ad occuparti del tuo ristorante di lusso!» urlo, Myron non dice nulla, «Lo so, ma ti prego perdonami, sei tutta la mia vita, tuo padre mi inviava tante cose quando eri piccola, ho ancora il tuo primo disegno fatto a scuola, le foto del primo giorno di liceo, ho visto Rose e Molly , anche Frank. Quando ho visto il cognome sul listino, credevo arrivassi proprio con Frank visto che siete cresciuti insieme, ma poi ho visto Myron e il modo in cui ti guardava e ho pensato per la prima volta dopo 23 anni "Cavolo: mia figlia sta bene, è felice", mi sento una nullità, ero molto innamorata di tuo padre, ma sapevo che dovevo stare attenda perché non potevo avere bambini, poi sei arrivata tu, il nostro piccolo miracolo. Ero felice, ma volevo il meglio per te... » dice piangendo,
«Ti sei persa il mio matrimonio» dico
«Io c'ero, ero io quel famoso chef parigino delle tue nozze tesoro» ammette
«Non chiamarmi "tesoro"» ringhio, scoppio a piangere e corro di sopra, poggio le spalle ai piedi del letto, piango, Myron viene verso di me e mi abbraccia forte, «Cosa, cosa dovrei fare?!» singhiozzo, «Amore mio fai quello che ti dice il cuore» mi consiglia, «Io l'ho sempre cercata, lo immaginata, da piccola il mio desiderio era ritrovarla» racconto, «E l'hai fatto. Il tuo desiderio si è avverato, adesso sta a te capire se è ancora quello che vuoi nella tua vita.» dice, annuisco e lui sorride «Ti amo» dice
«Sei la mia forza» dico, mi bacia, ci alziamo e andiamo di sotto, scendo di corsa, è seduta sul divano e ha gli occhi gonfi, alza lo sguardo verso di me, «Lo so, sto per andarmene» dice, mi avvicino e dico «No, non te ne andare, non lasciarmi un'altra volta: mamma», accenna un sorriso si alza e mi abbraccia molto forte, «Oh, mon amour, aaa la Mia bambina, ti voglio bene» dice
«Ti voglio bene anch'io» ammetto, «Adesso andiamo a dormire, abbiamo aspettato 23 anni, 12 ore non saranno una tragedia» dice, sorrido e annuisco, «Buonanotte allora» dico, mi poggia un bacio sulla fronte e va in camera sua, io e Myron saliamo, piango ancora, per tutta la tensione accumulata, «Hey adesso calmati, mon amour», mi asciugo gli occhi e accenno un sorriso scuotendo la testa, ci stendiamo, mi tiene stretta a se ed io come al solito, mi sento protetta.

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