MYRON (2)

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Mi sveglio presto; Ellie e la piccola non ci sono, vado di sotto; «Buongiorno papà» dice Ellie, sorrido e le do un bacio, «Dov'è Amber?» chiedo, «Guarda lì» risponde, mi volto e vedo che Frank la sta cullando, non so perché ma c'è qualcosa dentro di me che mi sta facendo arrabbiare: eppure la sta solo cullando, «Oh eccoti, tieni» dice
«No, tranquillo Vado a fare una doccia» rispondo, annuisce sorridendo.
Forse è meglio che non aggiunga altro penso tra me e me.
Vado di sopra, faccio scorrere l'acqua sulle spalle mentre la mia mente fa quei viaggi malinconici che vorrei obliare.
Esco dalla doccia e vado in camera; mi vesto.
Vado di sotto e mi blocco per un attimo; Ellie sta allattando la piccola, ha la testa poggiata sulla spalla di Frank e lui la abbraccia; stringo i pugni e vado di sopra entro in camera e sbatto la porta, faccio avanti e indietro.
Mi tolgo la maglietta e tiro un pugno sulla parete, mi ferisco e le mie nocche iniziano a sanguinare.
«Myron... ma che...» balbetta entrando in camera, « Vattene Ellie. Lasciami qui ho bisogno di sfogarmi e non voglio farlo su di te, come sempre.» dico a denti stretti, si acciglia e si avvicina «Che ti succede?» chiede
«Succede che i miei incubi peggiori sembrano diventare realtà. Prima io e te che ci lasciamo, poi tu che stai con Frank e adesso scendo e vi trovo abbracciati che sembrate la famiglia perfetta!» urlo, sbarra gli occhi e dice «Sei ancora geloso di Frank, come puoi pensare che lui voglia "rubare" la tua bambina? Eh? Mi sono solo avvicinata un momento perché mi ha raccontato una cosa, perché devi sempre pensare male ogni volta che mi vedi vicino a lui!»
«Ellie.. non è per te: è di lui che non mi fido.» ammetto, fa un sorriso sarcastico , «Tu Myron, riesci a farmi pesare ogni cosa. Sai che ti amo. Abbiamo una figlia cazzo! Come puoi pensare che io voglia riavvicinarmi a Frank?! Che cazzo ti passa per la testa?!» urla, è davvero arrabbiata...
Mi rimetto la maglietta, «Che fai?» chiede, «Me ne vado, ho bisogno di spazio al momento» dico
«Perché?» chiede
«Perché non vorrei picchiare il migliore amico di mia moglie» rispondo, «Myron la tua mano sta sanguinando, lascia che ti aiuti» dice
«Non occorre. Ho avuto di peggio» dico, volto le spalle e mi blocca per un braccio, mi volto verso di lei, ha le lacrime agli occhi: merda.
«Non te ne andare per favore, ho bisogno di te» singhiozza, non rispondo, esco dalla camera senza dire niente.
Guido per ore, mi fermo al porto, scendo dall'auto e cammino di qua e di là...
Ma che sto facendo? Sta soffrendo di nuovo per colpa mia. Vorrei prendermi a schiaffi da solo. Porca troia.
Salgo in auto e mi dirigo in un bar; mi siedo al bancone «Che ti prendi?» chiede la barista, «Whisky» dico «Doppio» aggiungo; mi poggia due bicchieri sul bancone, non bevevo il whisky da quando avevo quindici anni...
Bevo il secondo; «Quant'è?» chiedo, «Pago io per lui» dice qualcuno, questa voce; poi lo riconosco, ha una camicia a scacchi rossa e nera, dei pantaloni neri, Un giubbotto di pelle nera: Marcus.
«Marcus... che cazzo ci fai qui?» chiedo,scuote la testa «Davvero? Bastano due whisky per superare i problemi? Sei ubriaco, per quale motivo?» chiede, «Non ti vedo dal secondo anno di liceo;torni dopo non so quando e vuoi che ti racconti la mia vita?
Amico che cazzo vuoi?» dico
«Voglio riportarti a casa, dalla tua ragazza» dice
«Mia moglie» lo correggo, «Bene ti riporto da tua moglie. Scusami ma non credo che il problema sia Ellie» dice
«Porca puttana, sei diventato uno stalker o cosa?» chiedo
«È ora di andare bello» dice
«Stronzo» dico alzandomi, non mi reggo in piedi, «UUOH amico sei conciato male» dice, sorrido e dico «Hey tu portamene un altro», «Azzardati a dargli un altro drink giuro che mando il tuo locale a puttane» minaccia lui, mi metto a ridere e mi trascina fuori.
Mi siedo sul sedile e lui guida, «Prima che tu cada in un sonno profondo dammi l'indirizzo» dice
«La... casa al lago» bisbiglio, poi gli do l'indirizzo e partiamo.
Mi appoggio a lui e bussa alla porta; Ellie apre la porta, non sono così ubriaco da non vedere che ha gli occhi gonfi per via del pianto, «Te l'ho riportato prima che facesse una delle sue cazzate» dice, entro a casa, «Forse è meglio se vada a fare una doccia» dico, annuisce e vado di sopra.
Torno di sotto, «Che cazzo ci fai ancora qui?» chiedo perplesso, «Tranquillo non mi voglio scopare Ellie. Solo; ho lasciato la mia auto in centro» risponde alzando le mani in segno di difesa, «Tieni» dice Ellie porgendomi una tazza; «Non ne ho bisogno» urlo, «Dov'è mia figlia?» chiedo
«L'ho portata da tua madre nel pomeriggio» dice
«Oh, e gliela hai portata con Frank? Con il ragazzo perfetto e premuroso?» chiedo, mi guarda negli occhi e sbatte lo strofinaccio sul bancone, inizia a piangere e corre di sopra senza dire una parola.
Mi da un colpo alla nuca «Ma che cazzo fai?» urlo
«Senti. La conosco dall'asilo, abbiamo fatto le elementari e le medie insieme.
La conosco da tanto. L'hai appena umiliata e mortificata. La Ellie che conoscevo Non abbassava la testa e se ne andava. Quella che conosco io è colei che quando le dicevo un semplice ciao rispondeva "che vuoi deficiente". Che cazzo le hai fatto?» urla a sua volta, deglutisco, so che ha perfettamente ragione, mi siedo e gli racconto tutto senza tralasciare nulla; «Cazzo sei davvero andato a letto con Mary? Si odiano dalla prima elementare» dice, annuisco sospirando, «Marcus io la amo in un modo quasi disumano» ammetto
«Beh... non si direbbe da come l'hai trattata poco fa. Devi capire che anche se questo Frank la ama, lei sceglierà te sempre e comunque. Non perché siete sposati o avete una figlia ma per il semplice fatto che tu sei il "vero amore" per lei. Quindi smettila di fare lo stronzo e va di sopra» dice, guardo l'orologio alla parete, è l'una di notte...
«Marcus, puoi dormire sul divano se ti va» dico, annuisce.
Vado di sopra, arrivo davanti alla porta e vengo travolto da mille paranoie.
Ma che razza di uomo sono? ...
Sospiro ed entro; è sveglia è sulla panca sotto la finestra, ha le ginocchia al petto e lo sguardo perso. Porca puttana.
Chiudo la porta e si volta verso di me, non dico niente, si alza, viene verso di me e mi abbraccia forte, sospiro e la stringo forte a me; «Myron... non andartene mai più ti prego... temevo non volessi tornare da me» singhiozza, gli poggio un bacio sulla testa, «Piccola. So che è inutile, ma ti chiedo scusa per l'ennesima volta» dico, alzo lo sguardo, ha gli occhi rossi e gonfi, il viso rigato dalle lacrime; passo il pollice sulle sue lentiggini, «Smettila di piangere; sono qui con te» dico, annuisce e accenna un sorriso, chino il capo e la bacio appassionatamente.
Ci mettiamo a letto; poggia la testa sul mio petto e gli accarezzo le spalle, accavalla la gamba alla mia e si addormenta subito.
La guardo dormire; è così immensamente bella, le accarezzo il viso e mi addormento stringendola forte a me.

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