PERFETTO

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Avverto il sole sulla mia pelle, apro gli occhi, mi volto, è di spalle, sospiro, penso a quanti pianti inutili abbia fatto da adolescente per questo meraviglioso ragazzo che adesso, a distanza di anni, è diventato il mio uomo.
Mi avvicino a lui, gli poggio una fila di baci sulle spalle e lo abbraccio forte, accavallo la gamba sulla sua coscia, «Mh buongiorno piccola» dice con la voce impastata dal sonno; adoro quando mi chiama "piccola"...
Sorrido, «Buongiorno amore mio» dico, si volta verso di me, sorride dolcemente, gli accarezzo la guancia, poggio la fronte alla sua e gli do un bacio, è presto, oggi è l'ultimo giorno in questo meraviglioso posto.
Mi alzo, metto la sua camicia e mi metto davanti all'enorme vetrata che da la vista del piccolo "villaggio", sospiro, mette le mani su i miei fianchi, mi stringe forte, poggia il mento sulla mia spalla; mi da un bacio sulla guancia e dice «Spero che tutto questo ti sia piaciuto»-«È perfetto, davvero tutto, sembra una favola.» ammetto, sorride, «Pensa che per trovare il numero di Bob; ho dovuto chiamare Celine che di conseguenza mi ha dovuto passare Tom, poi ho chiesto il numero di Bob e gli ho riattaccato in faccia» spiega, mi metto a ridere, non riesce proprio a parlarci con Tom, alzo lo sguardo e lo guardo negli occhi, china il capo e mi bacia appassionatamente, mi volto e gli metto le mani al collo, veniamo interrotti quando sentiamo bussare, «Chi è?» chiede-«Servizio in camera» rispondono dall'altra parte della porta; mi metto sul letto e incrocio le gambe, «Buon giorno signora Robinson, auguri per ieri» dice Bob, sorrido e dico «Grazie Bob, ma chiamami Ellie, Ho pur sempre 23 anni» , annuisce sorridendo e si poggia una mano sul petto.
«Signorino Robinson; è stato fortunato.» dice guardandomi, «Ne sono consapevole giorno dopo giorno, credimi Bob» risponde lui, sorrido, Bob sta per andare quanto si volta e dice «Oh! Signorino Robinson, Ho visto suo padre nella B32, in fondo al corridoio», sbarro gli occhi, «Grazie Bob» risponde, poi lo accompagna alla porta poi torna, «Wow, mio padre è qui. Forse per qualche cliente capitava spesso da piccolo che "lo zio Andrew" lavorasse qui» spiega, annuisco, «Vieni qui? O mi fai fare colazione da sola?» chiedo sorridendo, scuote la testa sorridendo e viene a sedersi di fronte a me, non ho mai visto un vassoio così pieno, ce la frutta, lo yogurt ci sono persino le crêpes...
Prendo una fragola e la mangio, mi guarda e si morde il labbro inferiore, «Ne vuoi un po'?» chiedo agitando il pezzo di fragola tra le dita, «Si, ne prendo un pezzo» dice, si avvicina e mi bacia appassionatamente, «Fatto, gradisci qualcos'altro?» chiedo
«Veramente si, ma il dessert preferisco prenderlo la sera...» dice con tono malizioso, «Mh... allora prenderemo il dessert insieme.» rispondo, «Perfetto» dice, sorrido e lo bacio, finiamo di mangiare, facciamo una doccia, metto una gonna di jeans a vita alta e un top corto rosso e le solite all stars bianche, faccio una treccia bassa e laterale, metto un po' di mascara e il solito burro cacao.
Lui indossa, un paio di pantaloncini dell'Adidas neri, una canotta grigia, le solite scarpe e un paio di occhiali da sole ray ban sulla testa, lo guardo, «Andiamo?» chiedo, annuisce sorridendo e usciamo dalla camera, percorriamo il corridoio mano nella mano e poi entriamo in ascensore, siamo solo noi, mi guarda, ci scattiamo Un infinità di foto allo specchio, poi rimetto il telefono nello zaino; mi guarda negli occhi e mi bacia appassionatamente, mi prende in braccio, mi alza la gonna e succede, quando si scosta da me, sospira, «Scusami, mi è venuta fame all'improvviso e non potevo aspettare stasera. Grazie per il dessert» dice sorridendo, mi sistemo, ho le labbra gonfie per via dei baci, sorrido, poi usciamo tranquilli da l'ascensore come se non fosse successo niente.
«C'è un negozio in questo piccolo villaggio... vende cose carine, ci andavo da piccolo. Ho comprato li la prima maglia dell'Adidas» spiega, sorrido e andiamo al negozio, ci sono cose davvero bellissime, di ogni marchio, costano di meno ma sono pur sempre di marca.
«Non me lo aspettavo» ammetto
«È a 5 stelle. Sembra un mondo a parte.» risponde, annuisco sorridendo.
Guardo gli abiti, ne trovi uno argento, che si lega al collo e lascia la schiena completamente nuda, arriva sul ginocchio ed è cosparso di paillettes, è molto scollato anche davanti, in pratica se non lo leghi bene al collo ti cade giù come un sacco di patate; devo ammettere che però è bellissimo, lo tengo in mano, provo un paio di sandali con il tacco a spillo, «Che gambe, porca puttana» dice, mi metto a ridere, per fortuna non ha ancora visto il modello del vestito, compro moltissime cose, andiamo alla cassa, mi viene un colpo quando sento il totale, «Pago con la carta» dice, sorrido timidamente, sono quattro buste piene di vestiti, scarpe e accessori, torniamo in hotel, porta le buste, gli scatto una foto senza che se ne accorga, chiacchieriamo lungo il corridoio, entriamo in camera, poggia le buste sul letto, «Domani è il compleanno di mio fratello, Hannah ha scelto una location molto importante, ha affittato praticamente un attico.» dice, sbarro gli occhi, usciamo e ci sediamo a bordo piscina, immergiamo le gambe nell'acqua e guardiamo il tramonto, poggio la testa sulla sua spalla, gli arriva un messaggio, lo apre: è una foto di lui da adolescente con Celine, scuote la testa e dice «È uno stronzo, sa che sono qui con te e mi manda certe foto che per me non hanno nemmeno un cazzo dì valore, tutto per cosa? Per farci litigare?!» dice con rabbia, gli prendo il viso tra le mani e dico «Hey: ricordi quello che hai detto ieri sera?»-«Che sono nato per amarti» dice, annuisco sorridendo «Esatto. E io ti credo e ne sono certa. Myron siamo sposati, io non ho dubbi su di te. Io ti amo, sei la mia vita» aggiungo, poggia la fronte alla mia e mi bacia.
Quando si fa buio torniamo dentro, sistemo i bagagli, Myron si stende sul letto, finisco di preparare tutto e vado a struccarmi, faccio le foto alla camera e le invio alle ragazze, metto il telefono sotto carica, torno di là, sorrido, ha messo il cuscino in verticale e ha la guancia appoggiata sopra, sta dormendo: è così bello, gli scatto una foto con il suo telefono e me la invio, poi mi metto vicino a lui e mi addormento.
Mi sveglio nel cuore della notte; sento che sussurra qualcosa e si agita nel letto,
«No...No... lasciala ti prego!.... Ellie! Ellie! Non andare..... sei mia.... Ellie!» urla, lo chiamo, «Myron...», apre gli occhi e poggia le spalle sulla testiera del letto, «Hai avuto un incubo?» dico, annuisce, «Avevamo litigato e te ne sei andata, hai avuto un incidente stradale io cercavo di salvarti ma tu eri morta» spiega, ha le lacrime agli occhi, «Hey, sono qui amore mio» lo rassicuro, gli do un bacio, poggia la testa sulla mia pancia e mi stringe forte «Dio sembrava così tanto reale» sussurra, gli metto una mano tra i capelli e ci riaddormentiamo così.

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