Le difficoltà della vita.

99 1 0
                                    

Oggi Myron torna a casa, sono rimasta tutta la notte sveglia; lo osservavo, «Sei troppo Buona con me» dice
«Sono tua moglie, in salute e in malattia» dico, sorride, apre le braccia, mi avvicino e mi stringe forte.
«Sembri molto stanca, perché non vai a dormire un po'?» chiede
«Dormirò stasera quando saprò che la tua vita è al sicuro» dico, si mette a ridere; ma non è una risata sincera, sta soffrendo e io soffro con lui...
«Andiamo Myron?» chiede Emily, la guarda fissa, Andrew lo aiuta si siede sulla sedia a rotelle e fissa il vuoto, «Faccio da solo» dice allontanando sua madre, andiamo in ascensore, si mette gli occhiali da sole, andiamo in parcheggio, lo aiuto a salire in auto e dico «Ci vediamo a casa ti amo» - sorride e gli do un bacio.
Torno a casa, «Vado a fare una doccia, Oh Frank tu dormirai in camera con me stanotte ti ho già preparato tutto sul pavimento» spiego, sorride.
Vado a fare una doccia fredda; mi vesto e torno di sotto, Myron arriva Frank lo guarda e poi abbasso lo sguardo; mi chino verso di lui e lo bacio, «Casa dolce casa» dice alzando le sopracciglia, sospiro, mi fa male vederlo così.
«Vorrei fare un bagno» dice, annuisco, va nel bagno degli ospiti, vado da lui, mi appoggio alla porta, prova ad alzarsi ma non ci riesce, il mio cuore perde cento battiti..
tira un pugno sul bordo della vasca da bagno, sussulto , si toglie la maglietta e lancia sul pavimento, «Hey... ti do una mano» dico, non dice niente vedo che ha la mascella serrata e stringe le labbra, deve provare una forte rabbia...
si appoggia sulla mia spalla, si sistema nella vasca e apre l'acqua, fissa il vuoto e sospira con il naso, vado di là, «Faccio un'altra doccia c'è molto caldo oggi» dico a Frank, annuisce e torno in bagno, chiudo la porta a chiave e mi spoglio, alza lo sguardo, accenna un sorriso quando lascio cadere il reggiseno sul pavimento.
Entro nella vasca da bagno e mi siedo dietro di lui, gli massaggio le spalle, continua s sospirare; mi metto davanti a lui, gli prendo il viso tra le mani e lo bacio, mi abbraccia, «Grazie» dice -«Non devi sentirti come un peso; ogni volta che hai bisogno di una mano chiedimela, non mi da fastidio» dico, sorride, «Rovinerò il matrimonio di mio fratello» dice, scuoto la testa e aggiungo «È tra sei mesi, non ci pensare adesso», «In questo momento vorrei... ma non posso muovermi, Dio mi sento così impotente » dice, abbassa lo sguardo, sta piangendo, è molto frustrante vederlo così. Lo abbraccio, poggia il viso sotto il mio mento e singhiozza. Usciamo dalla vasca da bagno, lo aiuto a rivestirsi e poi mi vesto anch'io, andiamo in soggiorno, mi siedo sulle sue gambe; mi accarezza la schiena, poggio la fronte alla sua e gli do un bacio dopo l'altro.
«C'è qualche problema amico?» chiede a Frank che non smette di fissarci, «Fottiti amico» risponde lui; stringo gli occhi in due fessure, mi alzo; e dico «"fottiti amico?" Fottiti amico? Ti rendi conto della gravità della situazione?! Eh? Ti ho persino dato il permesso di dormire in camera con me! Per non farti sentire in colpa! Mio marito: l'amore della mia vita, sta soffrendo e non posso fare niente per cambiare tutto questo!», «Credi che non lo sappia? Credi che non me ne importi? Perché non scendi un po' dal piedistallo di cristallo che ti sei creata!» dice «Io non sto su nessun piedistallo!» ribatto; «Oh credimi che invece è così. Le borse di marca; i vestiti firmati, le belle scarpe, il maritino perfetto che guarda un po'? Non potrà più portarti su un aereo per vedere Parigi, Londra, Ibiza. Non può, non potrà amarti come prima, non potrà toccarti come prima, non potrete nemmeno farlo come prima e tu ti stancherai; perché credimi, il per sempre è un bel po' di tempo» dice, gli tiro un ceffone, «Non ti permettere più di parlare così della mia vita perché tu non sei nessuno.» dico, sorride ed esce di casa, Myron va in cucina, «AAA AAA» urla, «PORCA PUTTANA!» aggiunge, è tutto rosso in faccia.
Mi inginocchio davanti a lui, gli do un bacio e sembra calmarsi.
Alle otto lo aiuto a prepararsi per la notte, poi vado a prendere il pigiama, mi stendo vicino a lui, gli poggio una mano sul petto, «Ha ragione: sono un invalido» dice, «Myron non dire così, non è vero» dico, sospira e si addormenta, gli accarezzo il viso e traccio i lineamenti del suo viso con il dito, mi accoccolo sul suo petto e mi finalmente mi addormento anch'io.

L'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora