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Aprii gli occhi quando la luce che proveniva dall'esterno della mia camera mi ridestò dal mio sonno di bellezza, stavo sognando Mr. Darcy e Miss. Bennet. Ed era strano come ero in grado di creare nella mia testa completi film romantici con tanto di colonna sonora perfettamente inventata al momento quando nella realtà non sapevo nemmeno chiedere a qualcuno di uscire o flirtare come si doveva.

Scacciai quei pensieri e mi misi le mani sulla fronte, quella sera era stata una tra le più belle di tutta la mia vita. In quel locale mi ero vestita come se fossi letteralmente una stripper, avevo ballato come se nessuno mi stesse guardando e bevuto come una spugna fino al mattino seguente.

Quando mi svegliai infatti iniziò a girarmi la testa, ma ero comunque in grado di resistere. Ruotai il polso e osservai per qualche minuto le lancette dell'orologio che si spostavano, alzai gli occhi al cielo e mi riappisolai quando sentii la casa avvolta in un completo silenzio. Mi sembrava di sognare e non vedevo l'ora di continuare a farlo!

«Davina...» la porta di camera mia si aprì e il tono di voce stridulo di Eric mi arrivò alle orecchie, feci finta di nulla e lo lasciai girare per la stanza senza una metà precisa, giusto il tempo di infastidirmi. «Okay, vediamo un po' nel tuo computer cosa abbiamo di segreto.» non mi preoccupai più di tanto quando accese il mio portatile, sedendosi sulla mia comoda poltrona della scrivania.

«Uhm, c'è una password da inserire.» nascosi il volto nel cuscino cercando di non scoppiare a ridere per la tonalità che stava usando. «Come? Non ti ho mai insegnato che le password dovrebbero essere un po' più originali Dav? Uno, due e tre è proprio l'abc della merenda.» sbarrai gli occhi, ma non mi alzai ancora per molto.

Anche se era un professore il computer e la tecnologia in generale non erano il suo forte, spesso ero io a mettere i voti nel registro elettronico e Catlin lo prendeva in giro per questo seppur lei probabilmente fosse messa ancor peggio.

«Vediamo un po' la tua sad songs playlist. Ma chi intitola una playlist in questo modo?» scattai alla scrivania quando fece partire una delle canzoni più emozionanti che avevo scaricato sul portatile, con la quale mi ritrovavo in valli di lacrime ogni fottutissima volta.

«Bene, quando dovrò svegliarti per la scuola allora userò questo metodo. Sembra funzionare alla grande.» ammise, alzando le braccia in aria a mo' di scusa quando chiusi il computer e lo fulminai con uno sguardo. «Ti consiglierei di rimetterti a letto e fingerti malata. Oppure esci dalla finestra, saremmo tutti più contenti.» ruotò la testa verso di me.

«Perché?» mi lanciai a peso morto sopra il mio letto a baldacchino.
«Oggi è sabato, il dodici dicembre Dav.» inarcai un sopracciglio. «E tu non te lo ricordi, vero?» scossi la testa e mi alzai a sedere, poggiandomi sui gomiti.
«Cosa succede il dodici dicembre? Una battaglia storica? Un trattato? L'inizio di una delle due guerre mondiali?»

«Ahaha, spiritosa.» scoppiai a ridere quando lui si alzò per lanciarmi un cuscino in faccia.
«Daii, cosa succede il dodici dicembre?» confusa, mi alzai dal letto e lo seguii in cima alle scale.
«Prova a collegare il tutto, non ti ricordi nulla perciò non è importante per te. Viviamo a Solvang e se ti ho detto di non scende...»

«La festa per scegliere Mr e Miss Solvang. Inutile quanto la sveglia il sabato e la domenica, non ci andrò. Semplice.» Eric scoppiò a ridere.
«E invece ci andrai e io mi divertirò così tanto a colazione nel sentire te e la mia amata compagna litigare.» alzai gli occhi al cielo e iniziai a scendere le scale lentamente, sapendo che in cucina avrei trovato Catlin intenta a cucinare.

Quando infatti entrai nella stanza, l'odore di pancake e sciroppo d'acero si insinuò dentro di me facendomi ballare soavemente sopra una nuvola. Ah, quanto erano belli i miei sogni ad occhi aperti: semplici e sublimi.

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