«Muovi quel culo amica mia.» scossi la testa alle parole di Aura nei confronti di una ragazza che, oltretutto, non conosceva nemmeno.
L'avevo ritrovata dopo essere stata piantata in asso malamente da quel bastardo di Jaden in seguito al nostro bacio, era stesa per terra vicino al bordo piscina e stava ridendo da sola mentre alcuni ragazzi la guardavano divertiti. L'aiutai a tirarsi su, l'accompagnai in bagno per farla vomitare e poi la portai in una delle tante camere da letto per poi ritrovarmela un'oretta dopo nel salotto dove dalle casse pompava della musica.
«Dav, non bevi?» il mal di testa si era affievolito in seguito al bacio con quel bastardo e all'inseguimento di Aura.
«No, sono a posto così.» anche perché non vorrei andare in coma etilico, pensai tra me e me.
«Allora vieni a ballare? Non senti che bella questa canzone?» alzai gli occhi al cielo e sorrisi quando la vidi shakerare il suo sedere all'aria senza preoccuparsi degli altri.«Body-ody-ody-ody-ody-ody-ody-ody.» e continuò con quella frase per qualche secondo buono, il suo fondo schiena si muoveva a destra e a sinistra ma nessun ragazzo si avvicinava. Scossi la testa divertita e mi alzai dalla poltrona per andare a prendere uno di quei mix letali appoggiati sul bancone del salotto, mi appoggiai al piano e guardai i ragazzi intorno completamente catturati dai movimenti di Aura e da quelli delle ragazze che si erano unite a lei.
Curtis, tutto solo in un angolo, si stava mordendo il labbro inferiore e teneva nella mano destra un bicchiere rosso mentre fissava la bionda con sguardo insistente. Sorrisi, in un sorso scolai anche il secondo mix e poi mi avvicinai a lui, ormai senza nemmeno preoccuparmi di sistemare il vestito.
«Johansson.» si girò verso di me confuso e io mi appoggiai al muro.
«Foster.»«Interessante la mia amica?» cercai di ricavare qualche informazione.
«Come fa a muovere il culo in quel modo?» scrollai le spalle.
«Non chiederlo a me, io sono l'anti ballo in persona e anche l'anti sensualità perciò...» mi arruffò leggermente i capelli, ma non gli dissi nulla.«Come sta andando la festa?» mi chiese, portando alla bocca il bicchiere.
«Ho bevuto troppo probabilmente, ma ne voglio ancora.» fregai dalle mani di un ragazzo magrolino una lattina di birra. «Vai a prendertene un altro, sono lì.» il biondo al mio fianco sorrise divertito mentre io scolavo anche l'ennesimo drink della serata.«Hai una buona resistenza all'alcool? Non sembri molto ubriaca.» inarcai un sopracciglio.
«Fidati che lo sono. Nel frattempo ti stai duplicando, non riesco a riconoscere Aura e vedo tutto che si muove.» appoggiò la sua mano sul mio fianco e io, di risposta, mi allontanai prontamente. «Che cazzo fai?» urlai.
«Ti porto di sopra, rilassati Dav.»«Ce la faccio da sola, non mi serve il tuo aiuto.» lui mi lasciò andare, ma nel giro di qualche metro sentii le gambe cedermi così lui tornò ad aiutarmi e io questa volta non replicai.
«Ce la faccio da sola, ma per favore. Non ti reggi nemmeno in piedi.» sorrisi e d'istinto gli lasciai un bacio sulla guancia mentre continuava a sorreggermi mentre salivo le scale.«Curtis...» mi lamentai, portandomi una mano sulla pancia. «Sto per vomitare.» strabuzzò gli occhi, mi guardò per un secondo e poi mi issò senza troppa fatica tra le sue braccia iniziando così a correre. «Se ti muovi così veloce il mio istinto di vomitarti addosso è anche peggio.» finalmente arrivammo al bagno del piano superiore e miracolosamente non trovammo nemmeno la fila.
Lui mi adagiò con i piedi per terra e io corsi verso la tazza, cercando di abbassarmi senza fargli vedere nulla delle mie mutande.
«Cazzo Dav, aspetta.» un liquido maleodorante e di un colore strano mi obbligò a spalancare la bocca e mi ritrovai il biondo al mio fianco che mi teneva i capelli, impedendomi di sporcarmi.Dopo una mezz'oretta ero ritornata in me stessa, almeno più o meno, e stavo cercando di sistemarmi davanti allo specchio mentre Curtis era appoggiato sopra la tazza del water e mi stava guardando divertito. «Sei buffa quando ti concentri, però sei bella.» arrossii, ma feci finta di nulla. «Cioè, stai molto bene vestita così.» mi girai verso di lui e dopo avergli sorriso, aprii la porta del bagno per uscire.

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UNhappy
Teen FictionUn passato da dimenticare, un senso di mistero che si cela dietro quegli occhi sempre truccati e una lingua biforcuta hanno sempre caratterizzato Davina Foster. Tutti la conoscono, ma nessuno lo fa veramente. Un animo tormentato e oscuro, una ragazz...