«Ehy Dav.» Justin mi salutò con un sorriso in volto che ricambiai gentilmente. «Come mai in fila per il pranzo? Solitamente non lo porti da casa?» corrugai la fronte.
«Te lo ricordi?» annuì imbarazzato.
«Ricordo tutto, soprattutto i dettagli.» gli feci posto nella fila per fare una conversazione con lui.Era da tempo che io e lui non parlavamo, i nostri momenti insieme da un anno a quella parte erano solo semplici saluti e semplici sorrisi. Nulla di troppo complicato, né conversazioni imbarazzanti né frasi dette giusto per dire qualcosa. Nulla di nulla, solo sorrisini da lontano e saluti volanti quando ci incontravamo nei corridoi.
«Cosa prendi?» mi chiese.
«Bhe, credo la pasta al forno e qualche trancio di pizza. Dicono che siano le cose più buone del menù di oggi.» Justin sorrise.
«Giusto, meglio andare sul sicuro. Non si sa mai cosa ci metta in quel purè di patate Beth.» sorrisi, non tanto per la battuta ma più che altro per il fatto che erano veramente ritornati a parlarci.«Come vanno le lezioni?» domandai.
«Noiose come sempre.» alzai le sopracciglia come per confermare la cosa. «Tu sei poi entrata in quel corso di cui mi parlavi?» scossi la testa.
«Ho capito che non fanno per me i corsi della Sid, credo che andrò a lavorare. Non sono per me i college seppur sia un'ottima studentessa, non ho nemmeno crediti.» lui sorrise.
«Finita un'altra volta nell'ufficio della preside?»Scoppiai a ridere.
«Sì.» mi guardò divertito per poi fare un'espressione scioccata, tipica di chi vuole dirti 'non me lo aspettavo da te'. «Ci sono finita ma non per colpa mia, ho difeso Aura. Va abbastanza male questo semestre e non voglio che non si diplomi con me quest'anno.» confessai, guadagnandomi uno sguardo di ammirazione.
«Mi piace questa versione di Davina Foster.»Mi portai i capelli davanti alla faccia per nascondere le gote leggermente rosse e poi appoggiai il vassoio rosso sul piano in marmo della cucina. «In realtà mi è sempre piaciuta questa versione.» deglutii e dettai, imbarazzata, il menù da me scelto alla cuoca Beth.
«Ci vediamo in giro Jus?» lui annuì così io iniziai a camminare verso il tavolo dove era già seduta Aura.«Dav...» mi girai verso di lui, bloccandomi sul posto e rischiando di andare a sbattere contro qualche altro studente. «Andrai da Julie oggi pomeriggio?» scrollai le spalle.
«È venerdì? No stupida domanda, è giovedì oggi.» lui mi sorrise. «No, oggi non dovrei andarci ma posso farci un salto se vuoi.» si guardò le scarpe da ginnastica prima di rispondermi.
«No no, non ti preoccupare. Ci vediamo a scuola.»Alzai un sopracciglio e annuii sbadatamente prima di rigirarmi e iniziare a camminare verso l'ultimo tavolo in fondo alla mensa.
«Justin? Cosa voleva?» Aura alzò lo sguardo su di me mentre mi sedevo al tavolo spensierata.
«Nulla, abbiamo parlato.» lei corrugò la fronte.
«E di cosa? Dell'annuario scolastico?» alzai gli occhi al cielo annoiata.
«Smettila di prenderlo in giro, è il fotografo della scuola e allora?»«Solo che sembra piuttosto strano.» spacchettai la bustina che conteneva le posate di plastica e iniziai a mangiare.
«E noi non sembriamo strane? Andiamo Aura, tutti sono strani agli occhi degli altri.» la mia amica scrollò le spalle, continuò a mangiare in silenzio lanciandomi qualche sguardo curioso ogni tanto. «Mi stava chiedendo di uscire comunque.» confessai dopo qualche minuto.«Cosa?» alcuni ragazzi si girarono verso di noi a causa dei toni piuttosto alti usati dalla bionda.
«Cioè, più o meno. Mi ha chiesto se oggi andavo da Julie, magari mi sono sbagliata. Era solo una domanda per sapere un'informazione, mi avrà vista sempre lì e me lo avrà chiesto come un amico lo chiede ad un altro amico.» Aura scosse la testa divertita.
«Sì e io sono il cavallo alato tutto colorato, Dav per favore. Quel ragazzo è sotto un treno per te da anni e tu continui a credere alle parole di quel rammollito di Williams.»
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UNhappy
Teen FictionUn passato da dimenticare, un senso di mistero che si cela dietro quegli occhi sempre truccati e una lingua biforcuta hanno sempre caratterizzato Davina Foster. Tutti la conoscono, ma nessuno lo fa veramente. Un animo tormentato e oscuro, una ragazz...