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Jaden Reyes's pov

«Non mi frega un cazzo Alan.» il riccio era seduto sulla sua poltrona, nell'officina a Santa Barbara.
«Non capisci i rischi Jaden.» scossi la testa e presi una lattina di birra.
«Non ci sono rischi, lo faccio da anni e nessuno mi ha mai preso.» lui sbuffò.
«Sei finito in un'accademia militare, non ricordi?» alzai gli occhi al cielo.

«Non perché mi avevano preso, c'era Curtis e non l'avrei lasciato solo. Non esisteva e non esiste nemmeno ora.» Alan sorrise mentre io lo guardavo.
«A proposito, come sta quel bel ragazzo?» scrollai le spalle.
«Sta bene, sempre gli stessi problemi ma sembra stare meglio.»
«È stato qui un mesetto fa.» annuii.
«Ha provato la macchina?» il riccio si alzò per avvicinarsi ad un veicolo coperto e afferrò il bordo del telo grigio scuro.

«CUPRA Leon Competition. Davvero una bella macchina.» Alan si appoggiò al cofano dell'auto, sorrisi e mi alzai per raggiungerlo.
«L'hai modificata?» domandai.
«Certo, guarda qui.» entrai dentro la macchina e aprii il cofano mentre il ragazzo lo teneva fermo per farmi vedere le varie modifiche.

«L'ha scelta lui oppure ce l'avevi già qui?» domandai una volta finita la perquisizione della macchina.
«Ce l'avevo già qui in estate, è venuto a farmi una visita ad agosto e mi ha chiesto se gliela potessi modificare. Credo gli piaccia particolarmente.» inarcai un sopracciglio.
«Non corre, perché gliel'hai modificata?» mi portai alla bocca la birra amara.

«Me l'ha chiesto, è un mio amico e mi piace farlo. Modificare motori è la mia passione, non ti aiuterei altrimenti.» sorrisi e mi buttai sulla poltrona del ragazzo. «Bastardo, scendi dalla mia fottutissima poltrona.» scoppiai a ridere, lo ignorai e mi beccai per questo un'occhiataccia.
«Se ti piace farlo allora datti una mossa, mercoledì mi serve la mia macchina.»

«Ti serve un po' di sesso, sei scorbutico in questi giorni.» alzai gli occhi al cielo. «Non che cambi qualcosa il sesso per te, ma questi giorni dai un nervoso quando mi stai vicino.» sorrisi. «E poi che hai fatto alla faccia? Altri guai in arrivo?» 
«Joseph Burke. Quel bastardo, figlio di puttana.» Alan sorrise, ricoprì la macchina e tornò verso di me.
«È successo qualcosa?»

«Mi vuole nel suo giro.» Alan prese una lattina di birra dal mini frigo e sorrise strafottente.
«E quello è sempre stato così, ma è ostinato se ritorna dopo mesi di assenza.» scossi la testa.
«Ha sempre fatto così, mi dà il tempo per pensare alle sue offerte inutilmente perché non le accetterò mai. Potrebbe anche chiedermelo in ginocchio, ma lavorare per lui non se ne parla.»

«Lo sai che potrebbe raggirarti in ogni modo? Lo fa con tutti e lo farà anche con te.» scossi la testa.
«È qui che ti sbagli, io non ho nessun motivo per essere raggirato.» il riccio si appoggiò con i gomiti sulle sue gambe e mi scrutò con attenzione.
«Ah no? Nessuno? E allora cos'era  'non esisteva e non esiste nemmeno ora'. Ti conosco ormai da anni Jaden e l'unica persona per cui manderesti a puttane tutto è Curtis.»

«Curtis sa quello che deve fare. Non per questo non è mai venuto ad una gara e non per questo non si fa mai vedere in giro oltre a Solvang senza di me. E anche se fosse, non è di certo stupido e più di tutti sa che non deve contrattare con nessuno.» Alan scosse la testa.
«Sei spietato.» scrollai le spalle.
«Faccio solo ciò che so fare meglio.»

Mi alzai dalla poltrona e lui prese velocemente il mio posto, scossi la testa e passai tra le varie macchine scoprendo il mio fuoristrada verde.
«Ragazze?» entrai dentro la macchina e, senza metterla in moto, accarezzai il cruscotto.
«Non mi affeziono.» confessai.
«Okay sì, ma non c'è qualcuno che ha attirato la tua attenzione?» feci una smorfia. «Allora qualcuno c'è.»

«Non c'è nessuna.» Alan era curioso.
«Come si chiama? Ha stile? Le piacciono i motori? Daii... So che c'è qualche ragazza che ti gironzola intorno.» alzai gli occhi.
«Si chiama Davina e frequenta la Sid, ha stile certo ma Curtis le va dietro.» ammisi.
«Non ci credo. E come ha attirato la tua attenzione? Cioè, come ha fatto a farsi notare?»

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