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Alle mie spalle sentii una presenza indiscreta che aspettava un mio segnale mentre la ragazza davanti a me deglutiva prepotentemente e fulminava la povera persona dietro di me. «Sparisci immediatamente dalla nostra vista.» quando Aura pronunciò quelle parole capii velocemente chi si stava sedendo vicino a me.

Povera persona sti cazzi.
«Sono venuto a parlare, rilassatevi tutte e due.» finii di mangiare il mio panino e con calma sistemai tutto dentro lo zaino mentre ignoravo gli sguardi di quei due.
«Non sei il ben accolto qui, né da me né da lei.» continuò la bionda.

«Da quando siete migliori amiche voi due?? Vi avevo lasciate che parlavate si e no una volta all'anno.» quella volta mi girai, stanca, verso di lui.
«Bhe, senza la tua presenza qui le cose sono molto più belle.» sputai velenosa.
«Questa è cattiva.» Aura scrollò le spalle e alzò gli occhi al cielo. «Sono tornato ed è questo il bentornato di cui parlavi?? Non sembra tanto bello.»

«Era sottinteso che non intendevo il nostro.» feci un segno con la testa verso la porta così Aura capì al volo. Entrambe ci alzammo, ma venimmo fermate dal moro.
«Siamo grandi e vaccinati, non possiamo avere una conversazione pacifica??» sorrisi malefica.
«Non mi sembra di averti messo le mani addosso fino ad adesso caro.» mi precedette la bionda infastidita.

«Potete sedervi allora??» alzai gli occhi al cielo e scossi la testa.
«Dopo quello che è successo qui un anno fa, quello che ci hai detto. Come puoi anche solo pensare che vogliamo sederci ad un tavolo e parlare civilmente con te come se nulla fosse??» incrociai le braccia al petto.
«Sei sceso in basso quella volta e in basso ci rimani.» precisò Aura.

«Mi dispiace che pensiate ancora questo di me, sono cambiato e voglio dimostrarvelo. Dovete solo darmi una possibilità.» gli angoli della bocca mi si alzarono e io mi guardai intorno.
«Te ne abbiamo date fin troppe di possibilità, prima o poi anche quelle finiscono.» affermai, sistemando lo zaino su una sola spalla.
«Dobbiamo andare ora, vero Davina??» annuì velocemente.

Gli sguardi di tutti si puntarono su di noi quando percorremmo la mensa, come era normale da qualche anno a quella parte, e sbrigativamente spalancai la porta per uscire fuori da questo posto e raggiungere la prossima lezione in programma: l'ultima di quel giorno infernale.

«Che troglodita.» mi avvicinai all'armadietto di Aura mentre lei era intenta ad aprirlo, inveendo contro il ragazzo che ci eravamo lasciate alle spalle. «Sono cambiato... Che gran presa per il culo.» presi dallo zaino il libro di diritto e la salutai velocemente quando la campanella suonò: amavo essere sempre in anticipo, non sapevo bene per quale motivo, e la professoressa che avevo ij quell'ora mi andava abbastanza a genio.

Entrai in classe con sguardo basso, mi avvicinai ad una fila di banchi vuoti e mi sedetti in quello più vicino alla finestra perché per quanto amassi quella prof, la sua materia era come una martellata dove non batte il sole.
«Buongiorno ragazzi.» tutti risposero tranne me, ero presa ad osservare le macchine che percorrevano le stradine di Solvang.

«Ehy Davina, giusto??» una ragazza bionda mi richiamò una mezz'oretta dopo, battendo la matita sulla mia spalla, così annuì presa alla sprovvista e non avendo ascoltato per nulla la sua domanda. «È caduta una penna, potresti raccogliermela??» mi abbassai e con fatica raccolsi la biro blu della mia compagna di corso.

«Sei Davina Foster, vero??» alzai gli occhi al cielo quando la ragazza continuò a parlarmi. Annoiata, ecco cosa ero in quel momento.
«Si, sono io.» buttai lì svogliatamente.
«Hai sentito del ritorno di Nate Williams??» annuì mentre cercavo di non farmi beccare dalla prof. «Era il tuo migliore amico una volta.» si ricordò la ragazza.

«Non ne voglio parlare.» tagliai corto, afferrando il quaderno dallo zaino e cominciando a disegnare cose stupide e inutili al momento.
«Mi sembra giusto, ti aveva trattato male.» infastidita, scrollai le spalle riuscendo a farla smettere di parlare.
«Prof, posso andare un attimo in bagno??» chiesi con un magone all'altezza della gola, alzandomi velocemente e prendendo velocemente lo zaino.

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