Ci sono sempre ragioni giuste per fare cose sbagliate
(Anonimo)Spalancai il portone d'ingresso del locale, mi guardai intorno e poi sorrisi a Justin. Era seduto in un tavolino per due: indossava un jeans nero e una maglietta bianca, il tutto abbinato ad un paio di scarpe chiare e lo zaino di scuola lanciato malamente a terra sotto il tavolino.
«Jus.» lo richiamai quando mi avvicinai a lui con un sorriso in volto, lui in risposta appoggiò il telefono sul tavolo e mi sorrise.
«Ho già ordinato, cioccolata calda con panna.» scossi la testa divertita e mi sedetti di fronte a lui.
«Non ti smentisci mai tu.» mi sporsi verso di lui per sistemarmi i pantaloni.
«No, mai.»«Cosa hai programmato per oggi?» chiesi quando le nostre cioccolate arrivarono.
«Dai per scontato che abbia organizzato qualcosa?» annuii freneticamente. «Bhe ti sbagli, questa volta non ho in serbo nulla per te.» alzai lo sguardo verso di lui.
«Mi stai dicendo che Mr. Ho Un Piano Per Tutto questa volta è rimasto a secco??»«Non ho avuto il tempo signorina.» afferrò il suo cucchiaio pieno di panna e velocemente mi sporcò il naso per poi tirarsi indietro, scoppiando a ridere.
«Bastardo.» cercai di sporcarlo a mia volta, ma fu inutile perché lui mi precedette e invece di sporcarsi mangiò la panna perciò misi un bellissimo broncio.
«Oh andiamo, era logico che non mi sarei fatto sporcare.»Incrociai le braccia al petto, ma subito cambiai espressione quando lui tirò fuori dal suo zaino un paio di fotografie. «Mi serve un consiglio.» ritornai a sorridere, anche se in verità non mi ero veramente arrabbiata con lui.
«Dimmi tutto signorino.» scosse la testa e mi appoggiò i fogli sotto il naso, attento a non sporcarle con la cioccolata.«Devo scegliere alcune foto da mettere nell'annuario, solo che sono in crisi. Potresti darmi una mano?» sorrisi.
«Certo, ma poi voglio entrare nella camera segreta della scuola.» lui sbuffò, ma poi annuì.
«Va bene, dopo la cioccolata andremo a scuola.» esultai, cercando di non provocare casino nel locale.
«Oddio, i fidanzatini innamorati.» mi girai verso la porta e vidi Nate sorridere diabolico.«Lascialo perdere Dav, dico davvero.» sorseggiai la mia bevanda.
«Oh adesso la proteggiamo anche? Ma cosa vuoi fare che pesi al massimo quaranta chili?» mi alzai dal tavolo.
«Justin andiamo via, per favore.» lo supplicai.
«Impara a tenere la bocca chiusa Williams.» Nate lo fulminò con uno sguardo.
«Mi stai minacciando per caso?» presi il braccio di Justin ed entrambi i nostri zaini.«Sì, vuoi che te lo scriva?» continuò imperterrito Justin con quel tono arrabbiato.
«Nate per favore. Se un tempo mi volevi bene come dicevi, lascia perdere.» cercai di implorarlo.
«Smettila di elemosinare attenzioni Davina.» corrugai la fronte.
«Non sono io quella che appena è entrata qui dentro ha iniziato ad attaccare briga.» misi forza nella presa al braccio di Justin e insieme sorpassammo il giocatore di basket.Aprii la porta del locale e prima di guardarmi attorno, mi tranquillizzai sentendo il dolce calore di quel posto scaldarmi e vedendo solo pochi studenti neanche piuttosto interessati agli affari altrui.
«Dav, sei venuta alla fine.» annuii, sedendomi malatamente al tavolino occupato dal ragazzo e lanciando lo zaino ai miei piedi.«Sei ubriaca?» scrollai le spalle.
«Forse un po', ma non così tanto e sto bene.» lui mi sorrise.
«Ti ho ordinato una cioccolata calda.» trattenni una risata al ricordo imminente del nostro ultimo pomeriggio passato insieme due anni prima. «Com'è andata oggi a scuola?» mi guardai intorno.
«Bene dai, te?»
STAI LEGGENDO
UNhappy
أدب المراهقينUn passato da dimenticare, un senso di mistero che si cela dietro quegli occhi sempre truccati e una lingua biforcuta hanno sempre caratterizzato Davina Foster. Tutti la conoscono, ma nessuno lo fa veramente. Un animo tormentato e oscuro, una ragazz...