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Passai un'altra settimana a punzecchiare Jaden ogni qual volta lo ritenevo di grande importanza: un giorno ero anche rimasta agli allenamenti solo perché avevo bisogno di sfogare la mia rabbia depressa con qualcuno e lui sarebbe stata la persona giusta. Il bello è che cercava di ragionare a ciò che diceva prima in modo da non ferirmi, era buffo come volesse studiare bene le parole prima di dirle quando inizialmente non lo aveva mai fatto. All'inizio diceva tutto quello che gli passava per la testa senza troppi problemi.

Entrai in bagno e disgustata dai rumori poco decenti, pensai di uscire e di allontanarmi da lì ma poi mi accorsi che la mia vescica stava per esplodere perciò cercai di soffermarmi maggiormente sul mio problema di vitale importanza.

Quando uscii da un bagno per lavarmi le mani e tornare in classe, vidi la figura di un ragazzo di spalle mentre sorrideva soddisfatto e si allacciava i jeans davanti allo specchio. Lo riconobbi subito: Jaden Reyes. Chi altro se non lui?

Mi avvicinai a lui per lavare le mani e aprii quindi il rubinetto, massaggiando le mani con il buonissimo odore di ciliegia del sapone.
«Ha soddisfatto i tuoi bisogni erotici?» gli lanciai uno sguardo eloquace.
«Mmm, mi serviresti tu per soddisfare i miei bisogni momentaneamente.» finii di asciugare le mani e gli diedi una leggera pacca sulla spalla, passandogli dietro.

«Aspetta e spera Reyes.» sghignazzò divertito e poi mi fermò per un polso, sbattendomi leggermente contro il lavandino.
«Mmm, io penso che tu nel giro di qualche settimana finirai dentro il mio letto, senza vestiti.» rabbrividii al suo contatto ravvicinato, ma non lo diedi a vedere.

«Credo che dormire con te nel tuo letto sarà una delle poche cose che non succederà mai nella vita Reyes.» sibilai.
«Peccato che è già successo.» inarcai un sopracciglio confusa.
«No, ti sbagli. Non abbiamo mai dormito insieme a parte a casa mia.» cercai di evitare di parlare del risveglio traumatico in quel bagno.
«E invece credo che sia tu quella a sbagliarsi, ma non fartene una colpa. Anche solo dormire con me è un'esperienza eccezionale.»

«L'ho già testata e non mi è sembrata così diversa dal dormire da sola, ma ti ringrazio per il grande piacere.» le sue mani mi immobilizzarono tra il suo corpo tonico e il lavandino.
«Perché non eri sobria.» dopo quella frase mi preoccupai rapidamente.
«Di cosa stai parlando?» il mio seno toccò i suoi pettorali mentre appoggiai le mani sul lavandino per non cadere nella tentazione di toccare i suoi muscoli.

«Ah no, nulla.» si allontanò quando una ragazza mora uscì da un bagno con i capelli in disordine e il trucco sbavato. Che schifezza!

«Voglio sapere ragazzino, cosa abbiamo fatto?» urlai, facendo voltare anche la ragazza che gli lasciò un bacio umido sulle labbra per poi uscire indisturbata.
«Non ti ho nemmeno toccata ragazzina, non sono un verme.»

«Hai letto il mio messaggio?» mi chiese la bionda entrando in auto e ridestandomi dai miei ricordi.
«No. Aspetta, quale?» cercai il mio telefono e lo presi al volo, inserii la password ed entrai nella chat.

Sos, emergenza...

Cazzo Dav, leggi il messaggio

«Che emergenza c'è? Un burrito di troppo da comprare? Oppure birre finite al supermercato?» mi spinse leggermente mentre io infilavo il telefono nel porta oggetti.
«Ahaha, spiritosa.» girai le chiavi nel nottolino dell'auto.
«Dai, cosa c'è?» ingranai la marcia e uscii dal parcheggio della palazzina con il sole appena sorto e una canzone melodrammatica alla radio.

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