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Davina Foster's pov

L'unica festa inutile di Solvang era ed è rimasta sempre quella di Pasqua, non ci sarei mai voluta andare se non fosse per Catlin che era da giorni prima che mi parlava di quella come una delle feste più divertenti di sempre.

Cioè, dov'è il divertimento nell'andare a cercare per tutta la città delle uova colorate dai bimbi giorni prima? E poi perché dovevano cercarle anche quelli più grandi? Perché non potevano andare i genitori a supervisionarli? Non sapevo supervisionare me stessa figurati i bambini più piccoli di me che sicuramente si aspettavano qualcuno che ci sapesse fare, non di certo la più tenebrosa di Solvang.

Ma proprio quel venerdì santo mi ritrovavo nella piazza della città ad ascoltare il sindaco parlare di nuovi progetti e nuove feste in programma, al mio fianco invece Aura e Nate erano intenti a parlottare tra di loro e farmi sentire sempre più single.

Ciò che mi aveva poi sorpreso più di tutti era che Jaden Reyes, alias il rompipalle supremo, era dietro di me ad infastidirmi mentre cercava di passare il tempo. «Hai rotto il cazzo Reyes, smettila.» alcuni signori si girarono schifati dal mio scurrile vocabolario per poi guardarmi male.

Bene!

Gli tirai un leggero manrovescio quando iniziò a giocare nuovamente con i miei capelli, tirandoli. «Adori farmi sentire ancora più orribile davanti a tutti, non è così?» sibilai, cercando di dargli una gomitata.
«Attenta a quello che fai.»
«Ora stai zitto.» ordinai.
«Perché? È una fottutissima tortura stare a sentire quel bell'imbusto.» il padre di De La Cruz, a qualche metro da noi, ci guardò malissimo.
«Allora perché sei qui?» incrociai le braccia al petto e mi guardai dietro per osservare chi avessi al posto di Jaden.

«Fatti i cazzi tuoi.» alzai gli occhi al cielo e poi mi voltai verso Aura che lasciava qualche bacio a stampo al suo ragazzo davanti a tutti, cercando di zittirlo.
«Perché sono qui?» chiesi più a me stessa che a qualcun'altro.
«Perché ovviamente ci sono io.» inarcai un sopracciglio guardando Reyes con la coda dell'occhio.

«Questo è uno dei tanti motivi per cui mi sta salendo il crimine.» sussurrai.
«Vuoi uccidere qualcuno?» chiese, stuzzicandomi.
«Sì, te.» scosse la testa.
«Credo che con me vorresti fare altro.» appoggiai una mano sul suo bicipite e lo spinsi.
«Con te non voglio fare proprio nulla Mr. Playboy.»

Restammo in silenzio per altri minuti prima che si avvicinò a me pericolosamente, appoggiando sulla mia schiena la sua mano.
«Mi dà il nervoso la bambolina gelosa, dovresti saperlo. Non sono né tuo né di nessuna.» rabbrividii al suo contatto e lui se ne accorse.

Improvvisamente una scia di calore si scaturì da quel movimento dannatamente fantastico sopra la mia maglietta, mi guardai intorno e vidi la faccia corrugata di Eric puntata su di noi così cercai di allontanare la mano del moro dal mio corpo, senza molte conseguenze positive.

«Se ti riferisci a quella biondina senza cervello, posso assicurarti che non ero gelosa solo infastidita dai vostri comportamenti.» presi la sua mano e la allontanai dal mio corpo, ma lui si divincolò dalla mia presa e la riappoggiò sulla mia pancia, cercando di non farlo notare.
«Non credo tu possa essere infastidita da me.» strinsi i denti, facendo scattare la mandibola.

«Tu credi un po' troppe cose sul mio conto, impara a farti i cazzi tuoi ogni tanto.» ero attratta da lui.
«Che fai? Rubi le mie bellissime frasi?» feci un respiro profondo e poi mi arresi ad allontanare la sua presa su di me, magari se non gli avessi dato importanza lui si sarebbe solo annoiato!

«Dovresti ascoltare il sindaco, sta dicendo una cosa importante.» tolsi la mano dal suo braccio e cercai di coprirlo con la camicia.
«Cazzate, la costruzione di quel ponte è tutto tranne che interessante.» feci un passo più a lato quando un signore si allontanò probabilmente per il casino che stavamo facendo io e Jaden e finalmente mi liberai dalla sua presa.

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