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Non riuscivo a rimanere chiusa in casa senza sapere nulla, senza essere certa che Jaden non si fosse messo nei guai o non avesse fatto qualche cazzata. Era più forte di me, la promessa a Curtis l'avrei mantenuta proprio perché stare lontano da quel ragazzo era davvero un'impresa impossibile.

Parcheggiai la macchina nel piccolo parcheggio ed entrai nella hall della palazzina, mi avvicinai al bancone e appoggiai le mie braccia sopra per aspettare che il signore anziano si girasse verso di me.
«Buongiorno.» dissi quando dopo qualche secondo ancora non si era degnato di salutarmi. «Jaden Reyes è a casa?» speravo mi desse una risposta affermativa.

«Jaden chi?» iniziavamo bene!
«È alto, moro e piuttosto muscoloso. Misterioso e arrogante, ha presente?» annuì lentamente.
«Certo, quello che è in casa con quel simpatico ragazzo biondo. Curtis, se non sbaglio.» chiusi gli occhi, abbassai la testa e poi annuii. «Dovrebbe essere dentro l'appartamento, non l'ho visto questi giorni.»

Quando arrivai sul piano dei due appartamenti, vidi la porta leggermente socchiusa così entrai lentamente. Sentivo il suo profumo nell'aria e la sua presenza a qualche metro, era inevitabile farlo. La cucina era una montagna confusa di scatoloni e vari oggetti sparsi ancora per la casa, presi una foto dal muro e sorrisi nel vedere i due amici scherzare spensierati.

La appoggiai sul tavolo ancora vuoto e poi passai ad arraffare le riviste in uno scatolone, scossi la testa quando intravidi un calendario con foto di modelle nude. 'Andiamo, sono Curtis Johansson. Non puoi pensare di entrare in casa mia e non trovare nulla di foto hot.' chiusi gli occhi e mi sedetti nel divano per non cedere e cadere sul pavimento.

Mi sembrava quasi vuota quella casa senza di lui, essendoci entrata poche volte e solo in sua presenza. Quando mi avvicinai al piano cottura, invece di sentire l'odore di qualche cibo poggiato in qualche cassetto, sentii il profumo di menta. Il profumo di Curtis.

Aprii la porta che dava sulla zona notte e intravidi la camera da letto di Jaden ancora intatta e senza nessuno scatolone mentre quella di Curtis piena zeppa, il moro era seduto sul letto e fissava lo schermo del computer di quello che presumevo essere il suo ex coinquilino.

«So che nel giro di pochi giorni inizierai a mandare tutto a puttane, a mettere le mie cose dentro un fottutissimo scatolone per poi piazzarlo nel retro della tua macchina. Perciò so che riuscirai a guardare questo video quando io sarò ormai morto.» mi appoggiai allo stipite della porta, ma Jaden non se ne accorse.

«Ne ho fatte di cazzate, vero Jad? Non quante ne hai fatte tu, ma comunque ho fatto la mia parte. Ricordi quel viaggio a San Francisco dove ti ho costretto a dormire in una panchina vicino al ponte, la notte migliore della mia vita.» incrociai le braccia al petto.
«Che ricordo di merda, stavano per sbattermi al freddo.» si lamentò Jaden in un sussurro.
«Eravamo così noi due, tanti problemi e tanti sogni da rincorrere.»

«Il mio sogno più strano? Sicuramente cavalcare un unicorno con un mantello rosa glitterato, lo ricordi ancora?» sorrisi. «Ero strano io, lo ammetto.» il petto di Jaden si alzava e abbassava lentamente. «E il tuo? Ricordi?» mi osservai intorno: niente più poster, niente più foto o oggetti personali. Quella stanza era diventata vuota, proprio come il posto che lui aveva lasciato lì sulla Terra: vuoto e non rimpiazzabile.

«Certo che me lo ricordo cazzo.» capii di non essere stata ancora vista quando il moro iniziò a parlare con lo schermo del computer come se Curtis fosse ancora nella sua camera.
«Eravamo particolari noi, l'ho sempre saputo.» abbassai lo sguardo. «Ma eri il mio punto fisso.» sentii un colpo al cuore. «Perché è facile dire 'devi essere tu la persona più importante della tua vita' ma non è facile metterlo in pratica, non quando la vita non ti ha mai sorriso.»

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