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Forse era una cosa da lui sparire nel nulla senza dire più niente o non lasciare detto nulla, ma infondo a me cosa doveva importare? Non ero nessuno per lui se non una di quelle ragazze che usava per una sera e di cui poi si liberava malamente.

Era strano però come in quei giorni, a distanza dalla partita di baseball, mi fermavo a pensare al suo sguardo e al fatto che mi era sembrato almeno leggermente preoccupato. Preoccupato che fossi lì, preoccupato che forse mi sarebbe potuto succedere qualcosa.

Erano ormai passati tre giorni, ma il modo in cui mi aveva nascosto tra le sue braccia e la colonna dello stadio continuava a farmi un grandissimo effetto nonostante lui non fosse nemmeno più vicino a me. Mi dissi più volte che fosse solo attrazione fisica, perché infondo di cosa mi sarei dovuta innamorare se non del suo fisico? Non era gentile, non era simpatico né sapevo nulla di lui.

Ma nonostante quello, nonostante il fatto che io non lo conoscessi veramente, quella volta ero veramente preoccupata. Passavo la mattina a cercarlo nei corridoi, ad entrare nel bagno delle femmine nella speranza anche solo di sentirlo con qualcuna, a cercare il suo sguardo durante la pausa pranzo oppure più e più volte mi era capitato di finire, senza un apparente motivo, nel tetto della scuola solo per controllare che non stesse fumando da solo.

«Dav.» venni ridestata dai miei pensieri quando Aura mi tirò un pezzo di pane tra i capelli, facendomi innervosire più del dovuto.
«Smettila Davis.» sbuffai.
«È da lunedì che sei su un altro mondo Foster.» afferrai velocemente il mio zaino e mi alzai dal tavolo.
«Nulla Aura, non succede nulla.» uscendo dalla mensa, mi scontrai con Ethan che sorrise e alzò le mani al cielo.

«Non ti tocco, non sia mai mi ammazzassero.» lo spostai di peso.
«Fottiti De La Cruz.» mi stavano guardando tutti, ma poco importava. Sentivo il bisogno di sapere dove fosse, perché non si era fatto sentire nemmeno con Nate e se gli fosse capitato qualcosa quella domenica a Oxnard con quei signori.

Vediamoci in palestra, ho bisogno di parlarti

Scrissi velocemente nella chat del mio migliore amico, mentre percorrevo i corridoi verso la grande stanza dove il prof stava cercando di fare canestro con le palle da basket.
«Signorina Foster.» gli feci un cenno e poi mi appoggiai al muro, a fianco dell'entrata. «Sta aspettando qualcuno oppure vuole rimanere qui a guardare?»

Non avevo più avuto una conversazione con lui da quando aveva provato a mettermi le mani addosso, non mi lamentavo più a lezione e stranamente facevo tutto ciò che combinavano anche gli altri solo per non rimanere a parlare con lui da soli.

Quel giorno era necessario per me parlare con Nate per sapere qualcosa in più, ma non sapevo che il professore di educazione fisica fosse lì altrimenti gli avrei detto di vederci sul tetto o addirittura in cortile.

Quando feci per uscire dalla palestra con il mio zaino in mano, mi scontrai con il corpo tonico del mio migliore amico.
«Finalmente.» lo afferrai per la manica della felpa e lo trascinai dentro il bagno delle femmine per avere più privacy, controllai che non ci fosse nessuno e poi mi sedetti sul lavabo.

«Dove si è cacciato Jaden? Perché non viene più a scuola?» indietreggiò confuso, sbattè la schiena contro la porta di uno dei bagni e poi mi guardò torvo.
«Ti interessa Reyes?» ruotai gli occhi.
«Mi interessa sapere che sia ancora vivo.» confessai prontamente.
«Non so nulla nemmeno io.»

Ormai conoscevo anche Nate, quando mentiva era solito abbassare lo sguardo verso il pavimento mordendosi la guancia con forza.
«Cazzate Williams, dov'è il tuo amico?» scesi dal piano in marmo.
«Che cosa te ne frega? È vivo e vegeto.» mi avvicinai al moro.
«Sei sicuro Nate?» tentennante, annuì prima di distogliere lo sguardo.

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