Davina Foster's pov
«Ma ti sembra normale ragazzino?» urlai infuriata.
«Devi solo stare qui cazzo, non ti ho detto di andare a farti prostituire.» scossi la testa.
«Potevi lasciarmi a casa mia allora.» Alan ci guardò confuso mentre litigavamo senza sosta da troppo tempo.«Mi hai portato in questo fottutissimo capannone, mi avete fatto andare via perché dovevate parlare di solo Dio sa cosa e ora mi dici che mi lasci qui perché devi andare da una parte?» ero su tutte le furie e non mi sarei calmata facilmente.
«Sai cosa ti dico? Non ci resto qui, vengo con te e ti stresserò fino alla fine perché l'hai voluto tu.» lui alzò la testa al cielo.
«Bambina.» mi avvicinai a lui.
«Ragazzino.» bene, era iniziata una delle nostre solite discussioni. Tutto nella norma infondo!
«Insolente.» allargai le braccia con fare plateale.
«Immaturo.»«Bisbetica.»
«Menefreghista.»
«Perfettina.»
«Egoista.»
«Egocentrica.»
«Pervertito.»
«Strega.»
«Drogato.»
«Ragazzina.»
«Criminale.»Eravamo a pochi centimetri l'uno dall'altro e il riccio non osava interromperci, all'ultimo aggettivo che gli affibiai si tirò indietro e sferrò il pugno sul cofano di una macchina, bolgiandolo leggermente.
«Tu resti in questo fottuto posto e non rompermi i coglioni.» scossi la testa.
«Vale lo stesso per te.» era una sfida, a chi urlava più forte. E nessuno dei due si sarebbe tirato indietro.«Perché devi essere così snervante cazzo, ti ho detto di restare qui e tu qui resterai.» stavo per ribattere per l'ennesima volta quando Alan scosse la testa per avvertirmi, ma non volli dargli retta.
«Sono preoccupata per te, ma Cristo non riesci a vedere al di là del tuo naso.» confessai, volendo ritirare subito dopo tutte le parole.«Ho fatto una promessa e ho intenzione di mantenerla.» buttai.
«Tu hai fatto cosa?» mi feci più piccola e indietreggiai quando lui iniziò ad avvicinarsi a me.
«Nulla, dimentica tutto. Prendo un taxi e torno a casa mia.» mi girai e feci per uscire dall'officina ma il braccio del moro mi afferrò il polso.
«Sali in quella fottuta macchina.»Inarcai un sopracciglio, arraffò un giacchetto e poi mi guardò da lontano.
«Vai da lui?» alla domanda del meccanico il ragazzo annuì rapidamente per poi dirigersi verso la sua macchina, nella quale io ero già salita.°°°
«Che fottuta promessa hai fatto?» scossi la testa.
«Sei così stupido da credere che te lo dica?» non mi rispose, appoggiai la testa al finestrino e mi guardai intorno. «Dove stiamo andando? Stai guidando da mezz'ora e non è la strada per andare a Solvang.»Non mi rispose. «Ho il diritto di saperlo, sono in macchina con te Reyes.» continuò a non rispondermi così alzai il cappuccio della felpa e chiusi gli occhi per addormentarmi.
«Siamo quasi arrivati, ma tu rimani in macchina.» non feci nemmeno un cenno. «Ti chiudo qui, non preoccuparti.» accese la radio e abbassò il volume per impostare un sottofondo mentre io provavo ad addormentarmi.A causa delle notti insonni che passavo in quel periodo mi addormentai nella sua macchina senza troppi problemi e per la prima volta dopo giorni riuscii finalmente a riposarmi. Quando mi svegliai Jaden era ancora alla guida della sua jeep e con destrezza si muoveva per le strade poco illuminate di una città, allungai entrambe le braccia nel tentativo di sgranchirmi.
«Quanto ho dormito?» domandai.
«Un'ora e mezza.» quando il mio stomaco brontolò, lui accennò un sorriso e io abbassai la testa sul mio ventre. «Siamo quasi arrivati.» annuii lentamente e mi guardai intorno.
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UNhappy
Teen FictionUn passato da dimenticare, un senso di mistero che si cela dietro quegli occhi sempre truccati e una lingua biforcuta hanno sempre caratterizzato Davina Foster. Tutti la conoscono, ma nessuno lo fa veramente. Un animo tormentato e oscuro, una ragazz...