Un gruppo di ragazze quasi nude si aggiravano per la strada isolata in cui ci trovavamo mentre tra le altre persone si differenziavano signori quarantenni arrappati e ragazzi della mia stessa età che, invece di pensare alle donne, pensavano ad osservare i motori delle auto e a scommettere senza tregua.
Il fuoristrada verde fluo era parcheggiato in una delle corsie della strada abbandonata e fiancheggiava una macchina nera lucida piuttosto schiacciata e lunga.
«Secondo te chi vince?» mi appoggiai ad un palo e mi misi ad origliare la conversazione tra un signore e un ragazzo. «Io punto tutto su Reyes.» strabuzzai gli occhi.Okay, stavano parlando di Jaden!
«Quel ragazzo è più in gamba di quanto sembri e Romano non è alla sua altezza.» continuò il signore imperterrito. «Tu non crederai nel perdente, vorrei sperare.»
«Non è ancora un perdente e non l'hai mai visto correre.» sentii una risata.
«Tu si?» momento di silenzio.
«Vince Romano perché ho visto una grinta mai vista nei suoi occhi. Reyes ormai è sopravvalutato.»«Scusate, c'è qualcosa di legale qui?» domandai dopo un po' ai due uomini che si girarono stralunati verso di me con un sopracciglio inarcato. «Faccio per chiedere eh.»
«Non ho mai visto una ragazza così coperta qui, tu?» alzai gli occhi al cielo, facendo sorridere il giovane: moro con gli occhi azzurri, indossava una tuta nera e un giacchetto di pelle.«Sì sì, non sono una spogliarellista.» sul volto dei due uomini comparve un sorrisino divertito.
«Cosa ci fai qui ragazzina? Non sono posti per te questi.» mi sedetti sul muretto del ponte da dove sarebbero dovute partire le due macchine e incrociai le braccia al petto.
«Conosco una persona.» conoscere era un parolone, ma comunque Jaden veniva nella mia scuola e avevo tutto il diritto di dire che eravamo conoscenti.«E chi conosci?» mi guardai intorno: avrei dovuto dirlo oppure no? Infondo, avevo già sentito numerose conversazioni da quando ero arrivata in questo posto e il suo nome le caratterizzava quasi sempre.
«Quel ragazzo là.» decisi alla fine di indicarlo, senza fare nomi.Magari non conoscevano il suo nome e non sarei stata di certo io a dirglielo!
«Reyes conosce tante persone, chiarisci le cose.» sbuffai.
«Secondo me è la ragazza che si scopa ultimamente.» provò ad indovinare il signore più grande.
«Noo, non è il prototipo di Reyes lei.» feci una smorfia disgustata.
«Scusate, ma sono davanti a voi perciò se volete tenere le vostre ipotesi per voi mi fareste un piacere enorme.»«Il carattere promette tante cose.» continuò quello più giovane, osservandomi con la coda dell'occhio.
«Sì, ma lui non vuole qualcuno che gli sappia tenere testa.» mi guardai intorno infastidita da quei commenti.
«Non vado a letto con lui, Cristo. Andiamo a scuola insieme e ho intenzione di mettere a tacere quella lingua biforcuta che si ritrova, è irritante l'ottanta per cento delle volte.»«Chi pensi che vinca ragazzina?» mi chiese il quarantenne, inarcando un sopracciglio sorpreso a causa della mia rivelazione.
«Sono qui solo per smascherarlo non per vedere se vince o meno, e ho intenzione di andarmene proprio come sono arrivata. In silenzio e senza farmi vedere.»«Se vuoi passare inosservata dovresti toglierti un po' di vestiti, sembri mia nonna con quella sciarpa.» lo fulminai con uno sguardo.
«Non ho intenzione di scoparmi nessuno e questa sciarpa mi serve per nascondermi.» non so perché continuavo a parlare con quei due ma parlare con loro piuttosto che rimanere in silenzio, completamente fuori luogo in quel posto, era decisamente meglio.«Sciarpa o meno Reyes ti vedrà, ha un ottimo sensore di riconoscimento.» sorrisi e mi alzai i jeans attraverso la fibbia della cintura.
«Cos'è una macchina?» chiesi.
«Quello che vogliamo dirti e che, con la sciarpa o meno, lui se sa chi sei riuscirà a vederti.» scossi la testa.
«Ci saranno sì e no cinquecento persone, non ci riuscirà.»
«Scommettiamo?» alzai gli occhi.
«Falla finita con le scommesse, potresti perderle... Quel ragazzino probabilmente non si ricorda nemmeno come mi chiamo, figuriamoci riconoscermi.»

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UNhappy
Fiksi RemajaUn passato da dimenticare, un senso di mistero che si cela dietro quegli occhi sempre truccati e una lingua biforcuta hanno sempre caratterizzato Davina Foster. Tutti la conoscono, ma nessuno lo fa veramente. Un animo tormentato e oscuro, una ragazz...