Era un bellissimo vestito, non si poteva dire nulla: blu scuro con decorazioni in bianco e guanti in raso. Addosso a me era qualcosa però di orrendo, mi sembrava di essere un'altra persona.
Mi guardai allo specchio più e più volte prima di convincermi, entrai in camera mia e aprii il cassetto sotto la scrivania chiuso a chiave. Presi il ciondolo di mia madre con una sua foto dentro e lo indossai rapidamente, mi sistemai i boccoli naturali sulle spalle e presi dalla stampella dell'abito la piccola spilla abbinata.
Scesi in salotto e indossai rapidamente le scarpe prima di guardarmi intorno, fare un sospiro e chiudermi la porta alle spalle. Il mio telefono prese a squillare ma ci misi qualche minuto prima di prenderlo e rispondere alla mia amica che iniziò a starnazzare. «Indovina chi c'è.» alzai gli occhi al cielo. «Jaden Reyes è qui e sembra piuttosto incazzato, chissà se l'arrivo di una bella dama cambierà il suo umore tenebroso.»
«Non sei portata per questi termini stravaganti e nemmeno per intuire le cose. Jaden Reyes incazzato lo è sempre e il mio arrivo non cambierà sicuramente le cose, forse le peggiorerà.» lei sbuffò.
«Non vi siete ancora parlati da quel giorno in corridoio?» continuai a camminare, ignorando gli sguardi curiosi dei miei coetanei.
«Una volta, davanti alla piscina.»«E?» scrollai le spalle.
«Nulla. Comunque, non mi sono messa un vestito del Novecento per stupire Reyes ma per riportate in vita la tradizione di mia madre: ottenere la corona per Miss Solvang.» lei non rispose. «Sì, farò schifo.» confessai.
«Dove sei ora?» mi guardai intorno e vidi l'ufficio del medico della città.
«A cinque minuti dalla piazza, arrivo.»«Indossi un vestito del Novecento?» chiesi, quando mi tornarono in mente le parole di Eric.
«Cristo no, ma con chi credi di parlare? Uno di quei cosi non lo indosserò nemmeno sotto tortura.» alzai gli occhi al cielo.
«Peccato perché saresti una figa da paura Davis.» riconobbi la voce di Curtis.
«Fatti i cazzi tuoi Johansson.»«Vedo che sei circondata da aria di festa.» continuai a camminare.
«Non fare la simpatica, stare con questi tre è una maledizione. Anzi. Un'orrenda e maledetta punizione divina, tipo un castigo.» alzai gli occhi al cielo e guardai l'ora sul telefono.
«Non sarà poi così male.» provai.
«Certo, vieni tu a sentir parlare di motori o cose varie mentre Jaden ti fulmina con uno sguardo se anche osi fare una domanda.»«Bellezza orientale, non scassare i coglioni.» scoppiai a ridere quando sentii la voce di Reyes.
«Non sono orientale cazzone ignorante, sono perfettamente americana.» lo corresse la mia amica.
«Chiunque tu sia, dì alla tua amica che ti preferisco a lei cento volte.» fermai Aura quando fece per ripetere le parole di quel demente.
«Ho sentito.»°°°
«Dav, io credo in te e so che puoi farlo.» mi ripeté per la centesima volta Cat mentre mi sistemava il trucco agli occhi.
«Sì dai, fai questa pagliacciata e poi vinci il primo posto.» guardai male Aura e poi mi alzai dalla postazione trucco quando chiamarono la ragazza prima di me. «Sei bellissima e tutte quelle cose lì, veloce ora.»Quando la ragazza che sfilava fece il suo ritorno, io scossi la testa e cercai di allontanarmi dal backstage ma le due ragazze me lo impedirono e Aura mi spinse senza delicatezza sulla passerella. Strabuzzai gli occhi nel vedere tutta la cittadina che mi guardava curiosa mentre il presentatore chiamava il mio nome e leggeva la mia presentazione.
«Con il suo metro e settantadue, la giovane Davina Foster cavalca la passerella con il suo vestito targato DeFoix. Un portamento elegante, ma naturale rende ancora più affascinante l'abito che presenta dai ricami in bianco, in completo contrasto con il colore blu notte del vestito.» mi fermai quando la passerella finí e, abbassando lo sguardo, mi misi in posa per le varie foto.
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UNhappy
Teen FictionUn passato da dimenticare, un senso di mistero che si cela dietro quegli occhi sempre truccati e una lingua biforcuta hanno sempre caratterizzato Davina Foster. Tutti la conoscono, ma nessuno lo fa veramente. Un animo tormentato e oscuro, una ragazz...