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Arrivai, come al solito, davanti alla palazzina della bionda, controllai di aver preso tutto e feci un resoconto dell'esposizione con Curtis programmata. Sentii il mio nome urlato a gran voce così abbassai il finestrino e vidi Aura farmi cenno di salire, scossi la testa e tornai a ripassare il discorso ma venni nuovamente interrotta.

Non volevo salire per non incontrare Jaden, avevo dormito nel suo letto e nel suo letto non sapevo nemmeno come c'ero finita. Di quella sera ricordavo solo il nostro bacio, l'incontro con quel ragazzo alla fila del bagno, a tratti la rissa tra quel ragazzo e Jaden e le parole di quest'ultimo dentro quel maledettissimo bagno. Il resto poi era solo un groviglio confuso di ricordi, tra cui primeggiava Dave in qualche modo e qualche altra scena nell'appartamento dei due amici.

«Cazzo muoviti Dav, è importante.» sbuffai, scesi dalla macchina lasciandola aperta e salii le scale cercando di non incontrare Jaden. La porta era aperta così entrai senza farmi troppi problemi, mi sedetti al tavolo e osservai una busta bianca piuttosto grande.

«Che c'è?» chiesi preoccupata quando la vidi camminare avanti e indietro per la stanza con le mani tra i capelli e il respiro affannato.
«Apri quella busta.» mi consigliò con tono di voce troppo alto.
«Facciamo tardi a scuola, la apro quando torniamo.» scosse la testa, si sedette al mio fianco per poi rialzarsi qualche secondo più tardi.

«Non posso, apri quella dannata busta e leggi la lettera.» annuii, guardandola da lontano.
«La apro, te la leggo ma poi andiamo a scuola.» nessuna risposta. Presi la grande busta e la aprii delicatamente, feci scivolare sul tavolo il foglio e lo presi in mano qualche secondo dopo.
«Cosa c'è scritto Dav? Dimmi cosa c'è scritto.» si avvicinò al frigo, prese la bottiglia dell'acqua e ne scolò la metà prima che io potessi parlare.

Lessi a bassa voce ciò che vi era scritto sopra, rilessi tutto due volte per maggiore sicurezza e poi alzai lo sguardo sulla ragazza.
«Il processo... Tra una settimana c'è il processo di tuo padre Aura.» la bottiglia di vetro le cadde dalle mani, frantumandosi a terra e bagnandole i calzini neri. «Stai ferma, potresti tagliarti.» rimase a fissare un punto del muro davanti a sé finché non asciugai tutta l'acqua e tolsi i pezzi di vetro dal pavimento.

«Perché? Perché mandarmi una lettera del genere?» si sedette sul tavolo, prese il foglio e poi, prima ancora di leggerlo, lo riappoggiò al suo fianco.
«Sei sua figlia, tua madre è scomparsa e tu sei l'unica sua parente che va a trovarlo.» lei scosse la testa.
«C'è qualcos'altro Dav, dimmi per filo e per segno cosa c'è scritto in quella cazzo di lettera.»

«Devi testimoniare Aura, devi testimoniare a processo per quello che ti ha fatto.» scosse la testa, prese il foglio e lo lesse per quelle che sembrarono ore.
«Andiamo a scuola.» ammise alla fine, indossando velocemente le sue scarpe da ginnastica e issando su una spalla il suo zaino. «È tardi.»
«Sei sic...» provai a chiedere.
«Ho detto andiamo, punto e basta.» annuii, riposi la lettera dentro la busta e chiusi l'appartamento.

Incontrai ovviamente Jaden e Curtis mentre aspettavamo l'ascensore e li guardai fisso negli occhi, sentii velocemente una mano sul mio polso che mi travolse e mi fece dirigere verso le scale.
«Dav.» Aura lasciò la mia presa senza fermarsi. «Tutto bene?»
«Sì, ci vediamo a scuola Curtis.» lui mi sorrise mentre io di corsa raggiunsi la ragazza due piani più giù.

Avevo già capito che non avrebbe parlato molto quella mattina!

°°°

La mattinata a scuola ero nervosa, forse più di Aura che invece girava per i corridoi senza una metà precisa ed era arrivata con dieci minuti di ritardo ad ogni lezione. Lei era terrorizzata, terrorizzata che suo padre potesse uscire di prigione, terrorizzata perché sua madre aveva venduto la loro casa perciò lui sarebbe andato a vivere con lei, terrorizzata perché quell'uomo lei non lo riconosceva più come suo padre.

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