15.

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Entrai nella mensa, spalancando la porta, e mi misi in fila per prendere un piatto di spaghetti al pomodoro anche se la sera prima Catlin mi aveva preparato un panino da mozzare il fiato.
«Non hai il pranzo oggi?» Aura mi affiancò con un vassoio in mano così risposi alla sua domanda con un accenno. «Sei strana oggi.» scrollai le spalle.

«Eric diventa ogni giorno più insopportabile.» corrugai la fronte.
«Come mai?» mi strinsi al petto il vassoio rosso.
«Mi ha mandato dalla preside, per che cosa? Per essermi addormentata durante la sua lezione, ci rendiamo conto?» sorrisi.
«Possiamo dire che questa volta ha avuto un buon motivo per farlo, non puoi continuare a non seguire la lezione e sperare che io ti aiuti ogni volta che hai un test o una ricerca.»

«Come no? Sono o non sono la tua unica amica?» alzai gli occhi al cielo.
«Gli ho chiesto un favore per un'altra persona ieri e credo che si sia innervosito.» Aura mi fulminò.
«Hai osato fare favori a qualcuno che non sia io?» annuii. «E chi sarebbe costui o costei?» appoggiai il vassoio sul piano in granito e chiesi alla cuoca un piatto di pasta.

«Curtis Johansson. Gli serviva una mano e io sono stata gentile, tutto qui.» lei scosse la testa.
«Non ti credo. Non sei gentile con le persone che conosci da solo un mese.» presi solo il piatto del primo e poi mi allontanai, aspettando la bionda in piedi vicino ad una colonna.
«Probabile, ma lui sembra simpatico.» individuai Jaden seduto in un tavolo vicino alle vetrate mentre parlava con Nate.

Lui spostò il suo sguardo su di me e io, anche dopo qualche secondo, non lo distolsi bensì intensificai il mio di odio mentre mi dirigevo verso uno dei tavoli liberi.

«Se guardi così una persona significa che stai pianificando di ammazzarlo.» mi sedetti in una delle sedie, guardai la mia amica e sorrisi malefica.
«Oppure che sto pianificando un modo per fargliela pagare, non credi?»

«Mi spaventi ogni giorno di più.» iniziai a mangiare il pranzo portato da casa, lasciando da una parte gli spaghetti della mensa che, a dirla tutta, non avevano un aspetto molto gustoso. «Perché non lo mangi?» scrollai le spalle.
«Vedrai con i tuoi stessi occhi.» mi girai verso il tavolo di Reyes e notai che mi stava dando le spalle, essendo qualche tavolino più avanti rispetto al mio.

«Aspettami qui.» presi in mano il piatto di pasta e con un sorriso diabolico percorsi il corridoio verso il bancone della cuoca, mi fermai qualche secondo dietro Jaden e poi rovesciai la pasta sul suo ciuffo di capelli spettinato. «Meglio questo o un bicchiere di frullato?» continuai a camminare per andare a buttare il piatto compostabile dentro il cestino.

Incontrai lo sguardo di Aura, che cercava di trattenere una risata, e in seguito quello del ragazzo che era rimasto fermo ad incassare il colpo. Nate gli passò un fazzoletto, ma poi lui si alzò e, a grandi passi, mi raggiunse.
«Come hai osato ragazzina?» sorrisi.
«Ora cambiamo anche i nomignoli? Aspetta, fammi pensare ad uno da affibiarti di maggior impatto.»

Mi afferrò il polso e iniziò a stringere sulla presa, i suoi occhi si puntarono sui miei e vidi l'odio scorrergli nelle vene.
«Quando ti rivolgi a me quel tono da perfettina lascialo a casa, provaci un'altra volta e non mi fermerò solo a dirtelo.» la mia mano libera si alzò per colpire il suo volto, ma venne prontamente afferrata. «Non sfidarmi bambolina, non sai di cosa sono capace.»

Strattonai la sua presa e lo fulminai con uno sguardo, ricevendo in risposta un ringhio.
«Signorina Foster, mi segua immediatamente.» riconobbi la voce di un professore, ma non distolsi lo sguardo dal ragazzo di fronte a me.
«Signorina non mi faccia perdere tempo, si sbrighi.» ecco cosa intendevo con la mia media potrebbe anche andare a farsi fottere.

Non sarei mai potuta rimanere ferma dopo che quel ragazzino mi aveva di proposito versato un bicchiere di frullato davanti a gran parte del corpo studentesco che ogni giorno frequentava il bar di Julie, non sarei stata io. Avrei fatto pagare a quel ragazzo i suoi modi di rispondermi e per i nomignoli che mi affibiava. Non mi piaceva assolutamente il suo carattere spocchioso ed era importante farglielo sapere.

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