9.

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«Cosa stai facendo?» guardai la bionda davanti a me vestita con la divisa del bar di Julie e poi i libri.
«Cosa pensi che stia facendo con un libro in mano, un quaderno e un astuccio?» domandai, spostando alcune cose per farle mettere il bicchiere sul tavolino.
«Intendevo dire, perché studi in un bar?»

«A casa c'era Catlin ancora estasiata per il carro della parata e Eric stava correggendo alcuni compiti di scuola, tu stai lavorando qui e io sono venuta a passare del tempo con te.» ripresi a scrivere degli appunti mentre Aura si sedeva difronte a me.
«E passi così il tuo tempo con me? Studiando?» scrollai le spalle.
«Stai lavorando.» le feci notare, afferrando un evidenziatore dal mio piccolo astuccio nero.

«Sì, ma potresti sederti in uno dei tavoli vicino al bancone e conversare con me mentre preparo merende.» la guardai, scossi la testa e tornai a concentrarmi sul mio libro.

«Davis... Un tavolo per sei.» un giocatore di basket, compagno di squadra di Nate, si avvicinò a noi e sorrise verso la mia amica.
«Non è un ristorante, siediti dove ti pare e non rompere le scatole.»

Dalla porta entrò subito dopo anche Ethan De la Cruz e la mia amica alzò gli occhi al cielo. «Ecco perché non volevo lavorare qui.» mi girai nuovamente verso di lui e poi sghignazzai divertita.
«Con quella lingua biforcuta che ti ritrovi puoi benissimo metterlo a tacere in un secondo.» commentai.
«E tu meglio di me.» la guardai confusa. «Non posso urlare ai clienti, Julie mi lincienzerebbe subito.»

«E quindi dovrei farlo io?» mi indicai sempre più confusa.
«Bhe sì, se mi serve aiuto sì.» alzai gli occhi al cielo e poi la guardai, con un sorriso in volto, mentre tornava dietro al bancone e serviva una giovane ragazza.

°°°

«Finalmente.» esclamò stanca la bionda mentre faceva ricadere i suoi capelli biondi sulle spalle dopo averli sciolti dalla coda alta che doveva portare secondo le regole.
«Aura...» le andai a sbattere quando si fermò di colpo prima di uscire dal locale, indietreggiai e guardai oltre la sua spalla: Curtis e Nate erano appena entrati e quest'ultimo stava per iniziare una conversazione.

«Non sapevo lavorassi qui.» mi spostai al fianco della mia amica prima che ribatesse come era suo solito.
«A occhio e croce non sai quasi nulla di me.» ecco appunto.
«Oh andiamo. Non ci sono andato a letto con quella, sono solo storie che raccontano a scuola.» non sapendo dove guardare, puntai il mio sguardo sull'unica persona che potevo digerire.

Ma Curtis Johansson mi stava già guardando. Corrugai la fronte e alzai un sopracciglio facendolo sorridere.

E che sorriso ragazzi!

«Peccato che non ti credo.» Aura fece per superare il ragazzo, ma inutilmente.
«Okay, va bene. Una volta l'ho fatto, ma prima e tu mi avevi perdonato.» alzai gli occhi al cielo snervata: quando ancora dovevo continuare ad ascoltare questo soggetto qui?

«L'errore più grosso di tutta la mia vita. Il lupo perde il pelo ma non il vizio e io sono stata una stupida.» Ethan De la Cruz ci stava fissando e avrei tanto voluto strappargli quel sorrisino pervertito dalla faccia.
«Williams sei nei guai. Hai due peperoncini contro.» lo guardai male per poi rifilargli un dito medio mentre Aura serrava gli occhi e la mascella.

«Fottiti De La Cruz.» urlò in risposta il ragazzo di fronte a noi. «Non ti ho tradita, non quell'estate.» ripeté. «E non sai quanto mi dispiace per aver fatto in modo che tu non ti fidassi più di me, ma cazzo Aura io sono ancora innamorato di te.» abbassai la testa e nascosi un sorriso.
«Avanti, se vuoi la fotto io la Davis.»

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