Aprii la porta della piscina comunale e mi ritrovai in un piccolo atrio nel quale era posizionata una grande scrivania che copriva le vetrate che davano sulla piscina.
«Salve.» feci un cenno in direzione della giovane ragazza dietro il bancone e mi avvicinai lentamente.
«Vorrei fare un paio di vasche.»«Allora...» la mora iniziò a sfogliare su alcuni fogli, poi alzò lo sguardo su di me e sorrise. «C'è una vasca libera tra cinque minuti fino alla chiusura, le può andare bene?» annuii e mi guardai intorno, era da quando ero una piccola spina nel fianco che non venivo più qui.
Avevo fatto tre anni di piscina e poi mi ero fermata dopo la morte dei miei genitori. Eric mi aveva obbligato a fare qualcosa per non pensare ad Aura e a suo padre e visto che a scuola non volevo andare per le attività extra-curricolari, la piscina comunale era l'unico posto a disposizione.
Entrai nello spogliatoio femminile alla mia destra, appoggiai il borsone su una panchina e sorrisi quando notai solo pochi posti occupati. Pochi posti significava poca gente, il ché era l'ideale visto che ero orribile con indosso il costume intero e la cuffia. Presi il cellulare, provai a chiamare Aura per convincerla a venire con me un'ultima volta ma non mi rispose nemmeno al terzo tentativo così abbandonai l'idea e iniziai a cambiarmi.
Tirai fuori dalla borsa il costume intero e prima di spogliarmi lo guardai per quelli che sembrarono minuti interminabili, mi avviai verso il bagno così dieci minuti dopo ero finalmente pronta per uscire. Sembravo Mario Kart con la cuffia rossa che mi aveva dato Eric per coprire i capelli!
Entrai in piscina dopo aver fatto una doccia veloce e sentii subito l'umidità che mi circondava, mi guardai intorno e corrugai la fronte quando la mia attenzione si focalizzò sugli allenamenti dei nuotatori professionisti alla mia destra. «Coach.» lo salutai. «Allena anche in piscina?» mi avvicinai a lui mentre impartiva ordini a destra e a sinistra.
«Buon pomeriggio signorina...»«Signorina Foster.» lui annuì.
«Mi scusi, ma ho problemi a ricordare i nomi di tutti gli studenti.» scossi la testa.
«Come mai in piscina? Lei non allena la squadra di basket della Sid?» domandai curiosa.
«Oh sì, ma nei giorni liberi no perciò ho preso anche questo lavoro.»«Poi solitamente questi ragazzi si allenano la sera tardi quindi riesco ad uscire da scuola e venire in fretta qui, lei come mai da queste parti? Non mi sembra di averla mai vista.» mi guardai intorno, individuando rapidamente la vasca libera.
«Eric mi ha obbligata, dice che se non faccio nessun corso pomeridiano a scuola almeno devo fare qualcosa nel tempo libero.»«Perciò mi ha mandato a calci qui, non ci vorrei nemmeno essere in realtà.» il coach inclinò la testa.
«Non ti piace la piscina?» scrollai le spalle.
«In realtà non lo so, cioè... Amo nuotare e l'acqua, ma mi vergogno di farmi vedere in costume.» il signore scosse la testa. «E poi con questa cuffia sembro ancora più mongola del normale.»«Andiamo Foster, sei una bella ragazza e giuro che quella cuffia non la rende così brutta in realtà.» lo guardai male. «Potrebbe anche donarle.» lo spinsi leggermente.
I prof alla Sid erano tutti piuttosto amichevoli, cercavano di instaurare con gli alunni dei rapporti di amicizia e fiducia. Spesso molti ascoltavano i ragazzi durante i loro momenti di sfogo e sapevano comprenderli tutti, era ormai normale una cosa del genere.
«Certo, allora domani mi vedrà a scuola con questa bellissima cuffia.» lui sorrise e mi indicò il trampolino.
«Non vergognarti, chi abita in questa città non è interessato al corpo da foto modella.» deglutii.
«Forse tra i più grandi, non sono di sicuro il prototipo ideale per i ragazzi della mia età.» lui scosse la testa.«Guarda. Lavoro con i maschi da una vita ormai e fidati che nessuno ha mai fatto commenti sul corpo di una donna qui a Sid, forse su qualcos'altro sì ma non sul corpo.» mi girai verso di lui, inarcando un sopracciglio. «E credimi. Stai benissimo così come sei, se ai ragazzi non piaci che si fottano. Tu sei bella Foster, tutte siete belle. Non vergognarti del tuo corpo, vanne fiera.»
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UNhappy
Teen FictionUn passato da dimenticare, un senso di mistero che si cela dietro quegli occhi sempre truccati e una lingua biforcuta hanno sempre caratterizzato Davina Foster. Tutti la conoscono, ma nessuno lo fa veramente. Un animo tormentato e oscuro, una ragazz...