[17] Bisogna farsi perdonare

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Non avevo ancora chiarito con Justin e non volevo chiarire io, toccava a lui chiedermi scusa, inoltre avevo altro a cui pensare, la prima partita della stagione di basket era alle porte e dovevo dare il mio meglio.

"Hai litigato con Justin, quindi" mi disse Jessica mentre stavo mangiando dopo l'allenamento della mattina.

"Si, infatti, non ho neanche fatto colazione sta mattina, non volevo farmi vedere così a casa" commentai mangiando la ciambella che avevo preso da Monet.

"Anche Andreas é molto nervoso ultimamente" mi disse Jessica.

"Sono queste cazzo di cassette" commentai mettendomi una sigaretta in bocca ed accendendola.

"Rubate a tuo padre?".

"Si, non fumavo dalla sua morte, fai tu" commentai buttando fuori il fumo, quando davanti a noi passò Clay Jensen.

Gli feci solo segno con la mano e lui ricambiò subito, Jessica mi osservò semplicemente senza capire.

"Cosa succede?".

"Ieri mi sono messa a piangere davanti a lui, ma non gli ho detto nulla... Fai te come mi sono ridotta" commentai, Jessica mi strinse ed io ricambiai, avevo bisogno di lei.

Io e Jessica ci capivamo dopo un solo sguardo, bastava semplicemente incrociare gli sguardi l'una dell'altra e capivamo cosa dovessimo fare oppure dire, era la mia migliore amica e avrei voluto che ci fosse stata sempre nella mia vita.

Non parlai con Justin per tutto il giorno, quando si fece l'ora di sera e c'era la partita, la prima partita della stagione, dove io e lui dovevamo essere contenti e non col muso lungo.

"É successo qualcosa fra voi due, si vede" mi disse Sheri mentre ci stavamo riscaldando.

"Abbiamo un po' litigato, tutto qui" commentai sistemandomi la coda, guardando verso Justin che mi stava fissando parlottando con Zach.

"Clay, tutto bene?" chiese Sheri.

Era arrivato a vedere la partita, era entrato nel campo fissando Zach, ma era come se fosse in un altro posto con la testa, era preoccupante.

"Si, cosa succede?" gli chiesi, notando Justin fissandomi pieno di gelosia, avrei giocato anche io col fuoco.

"Ve ne frega?" chiese andandosene.

Benissimo, che giornata schifosa, se il fine settimana era come il venerdì, mi sarei uccisa.

"Charlotte! Sai dove diavolo é Jessica?" mi chiese la nostra coach.

Eravamo così tanto amiche e sempre insieme, che spesso i prof e la coach ci chiedevano dove fosse l'altra, del perché non ci fosse o sembrava stare male, accadeva anche con me e Justin.

"Faceva da babysitter ai suoi due fratelli, doveva aspettare che tornasse sua mamma, ma arriverà a momenti ne sono certa" commentai.

"Tu sei in grado di fare entrambe le cose, lei no. Noi non aspettiamo, ok ragazze cominciamo, tutte in posizione!" urlò lei ed io andai a posizionarmi per fare il tifo, ma mi dispiaceva non aspettare Jessica, guardai Justin e lui guardò me.

Dopo alcuni minuti di gioco, in cui io guardassi solo il numero 33, ovvero Justin, la palla scappò sugli spalti e finì direttamente nelle mani di Clay che la tenne in mano guardandosi attorno.

"Jensen, forza, tira quella palla" disse Zach.

Mi soffermai a guardare l'espressione con cui Clay, tra l'altro vicino a Tyler Down, guardava Zach, era arrabbiato? Si, anche tanto, era sicuramente alla sua e questo voleva dire che mancava solo Ryan e poi ci sarebbe stata la cassetta sulla festa, quella maledetta festa.

NOI DUE NON SAREMO NIENTE; Justin FoleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora