[34] Justin! Ma che cazzo ti é successo?

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Ero rimasto a dormire nel divano in camera di Clay, era comodo, forse dopo cinque mesi per strada qualsiasi superficie mi sembrava comoda.

"Justin?" mi disse Clay, non avevo molta voglia di alzarmi, nonostante lui mi disse di alzarmi.

"Justin! Forza" disse muovendomi, neanche fossi un bambino da svegliare.

"Devi andare dalla signora Baker e dall'avvocato prima dell'udienza" mi disse, ma io mi girai mettendomi comodo con la faccia contro il cuscino.

"E dai alzati! Forza" disse ancora muovendomi, io mi girai col petto verso l'alto, non volevo alzarmi.

"É disgustoso, puzza" disse da solo dal nulla, ero ovvio che puzzassi.

Vissuto per cinque mesi per strada, senza doccia, andavo in bagno nel primo angolo senza farmi vedere, dormivo per terra a volte in posti non puliti, era ovvio che puzzassi, lo sentivo.

"Justin, ascolta, ti presto una maglia, dei boxer e dei pantaloni della tuta, ti lavo questi vestiti almeno" mi disse, io mi voltai e misi seduto.

Presi a spogliarmi, rimasi completamente nudo mentre Clay cercava dei vestiti, non volevo guardarmi, mi ricordavo come mi facevano del male sessualmente gli uomini per strada, dove ero finito?.

"Dovrebbe andarti tutto" mi disse, me lo misi senza dire nulla, forse Clay era sempre stato magrolino, ma io avevo perso tutti i muscoli stando per strada.

Lui scese a mettere la roba in lavatrice, avevo sentito i suoi genitori muoversi, quindi erano in casa, ma credevo al piano di sotto, mi misi ad aspettare la colazione che mi doveva portare Clay.

Quando arrivò presi a mangiare, avevo seriamente fame, non mangiavo due volte di fila da mesi, era davvero buono.

"Ma che cazzo..." mi voltai, dalla finestra entrò Sheri, erano mesi che non vedevo anche lei.

"Che ci fai tu qui?".

"Tony mi ha detto di fare uscire tua madre e passare da lì. Ho fatto qualche casino?" chiese lei.

"No, va benissimo, ma perché non é venuto lui?" chiese Clay.

"Io so come dare una mano" parlavano di me, una mano per cosa?.

"Una mano per cosa?" chiesi finendo di fare colazione bevendo anche l'aranciata, era più brava la madre di Clay a cucinare di lui, sicuramente.

"Ho portato un po' di roba, come ti senti?" chiese Sheri, ero felice che avesse portato un po' di roba, ma non capivo perché dovesse farmi da babysitter, il piano è da andare dalla Baker e poi avrei visto Charlotte andando a casa sua.

"Bene, roba per fare cosa?" chiesi.

"Scusa, quando arriva Tony?" chiese Clay e loro mi ignorarono, continuai a mangiare, avrei rivisto Charlotte, non vedevo l'ora, forse dovevo prima farmi una doccia.

"Non viene, Clay. É ancora in libertà vigilata. Sarebbe troppo rischioso adesso che sa di Justin" rimasi stupito.

Cosa sapeva di me? Che fossi tornato? Mi aveva preso lui, quindi perché non aiutarmi ancora? Dovevamo solo andare dalla Baker, non ci voleva un accompagnatore a tenermi la manina.

"Cosa sa di me?" chiesi.

"D'accordo, allora" disse Clay sbuffando per poi continuare a parlare.

"Io ho lavato le tue cose e ho trovato la tua merda. L'ho buttata nel gabinetto. Quindi per Tony tu sei un tossico e dobbiamo ripulirti" mi disse, come aveva trovato la mia roba?.

Volevano ripulirmi e non volevo, quella roba non mi faceva pensare, era una merda, ma mi teneva sveglio e mi serviva, me ne dovevo andare, tanto a Charlotte non servivo così.

NOI DUE NON SAREMO NIENTE; Justin FoleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora