Quella stessa sera ero in camera mia, avevano un film tutti insieme al piano di sotto commentandolo, per cercare di non pensare per almeno un'ora e mezza.
Poi ero andata in stanza, Tiffany stava parlando con Thomas e Christian, quando c'erano cercavamo di goderceli tutti e due.
Presi la mia scatola che era sulla mia scrivania, era un grosso segreto, dentro c'erano delle cartoline, la prova che Justin fosse vivo.
Ogni settimana mi arrivava una cartolina, con sopra scritto qualcosa di carino, firmata sempre "Il tuo Jus" con un cuore, la mettevo lì e poi la fissavo quando ero sola con le altre.
Era ad Oakland, mi mandava sempre cartoline da lì, nell'ultima mi aveva scritto "Ogni secondo della mia vita, lo passo con il tuo ricordo in testa, per favore, perdonami e vienimi a prendere... Ti amo, il tuo Jus" sorrisi vedendo quello scritto.
Aveva iniziato a scrivere ti amo, sempre e comunque, mi faceva davvero impressione e mi tentava di andarlo a prendere, insomma, sicuramente non viveva in casa, ma per strada.
L'idea mi metteva paura, di lui che dormiva chissà dove, senza coperte nell'inverno, aveva passato un Natale al freddo... Dicevo di non pensarlo, ma sognavo sempre di addormentarmi fra le sue braccia, ma avevo paura che potesse farmi altro male.
Mi mancava davvero tantissimo, ma mi aveva tradito, non mi aveva detto la verità e aveva permesso che la mia migliore amica subisse ciò che avessi subito io.
"Mi manchi testa di cazzo" dissi mettendo via la cartolina, dopo averla baciata e la rimisi con le altre.
Mi alzai andando a cercare cosa mettermi a scuola, avevo sempre paura di vestirmi, perché essendoci Bryce Walker a scuola... Poteva magari fare del male anche a me, era uno schifo: nessuno dovrebbe avere paura di andare in giro da sola.
Alla fine, presi semplicemente dei jeans e una maglietta bianca, sarebbe andata bene per il giorno dopo, misi i miei vestiti sulla sedia e poi rientrò in camera Tiffany.
La guardai buttarsi sul letto e guardare il telefono, io andai sul mio letto e lei mi osservò.
"Che c'è?" chiesi alzandomi per mettermi il pigiama addosso, ero abbastanza stanca.
"Ho trovato le cartoline" mi disse di colpo, dovevo fare finta di nulla.
"Che cartoline?" chiesi.
"Di Justin, te le manda e le tieni... Lo vai a riprendere?" mi chiese sorridendo, non sapeva nulla e non glielo avrei mai voluto dire.
"No, non posso, ora vive lì" dissi sedendomi vicino a Tiffany, lei sbuffò.
"A me piaceva Justin".
"Anche a me, piccola... Ha fatto degli sbagli, che non possono essere perdonati" dissi accarezzandole i capelli, lei annuì.
"Potresti farlo lo stesso, mamma e papà dicono di perdonare" mi disse, era vero, ma non sempre si poteva perdonare.
"Mamma e papà ci hanno insegnato tante cose, che ci hanno reso delle brave persone, bravi ragazzi e brave ragazze... Non tutti, però, hanno due genitori come i nostri, Justin aveva una situazione difficile a casa e... Quindi certe cose non le sa" dissi, non potevo farle chissà quale discorso, aveva pur sempre 12 anni.
"Io vedevo che ti voleva davvero bene, anzi, ti amava, e ti ama ancora. Se mai tornerà, sarò felice di rivederlo con te!" mi disse sorridendo, io la strinsi, le volevo davvero bene.
"Secondo te, è maschio o femmina?" mi chiese Tiffany.
"Femmina" dissi e lei mi guardò.
"Sei gelosa? Sarai gelosa se é femmina?" chiesi vedendola diventare rossa, sorrisi.
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NOI DUE NON SAREMO NIENTE; Justin Foley
FanfictionCharlotte Martin era arrivata a Crestmont all'inizio del secondo anno di superiori, con aspettative troppo basse dopo quello passato nella vecchia città. Non sapeva, che, invece, avrebbe trovato nuovi amici, un nuovo possibile fidanzato, avrebbe vis...