[63] Per quanto dovremo farlo?

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Se avevo capito una cosa vivendo con Clay, é che in passato avesse avuto varie difficoltà nel relazionarsi con gli altri per via dell'ansia e che fosse un sacco emotivo.

Avevo spesso sentito i suoi genitori parlare di un certo Dottor Ellman, dove Clay andasse da bambino e ragazzino per parlare di quello che gli passasse per la testa.

Clay non voleva tornarci, ma aveva spesso incubi, ne aveva parlato con i suoi genitori e mi chiesero di informarli se lui stesse male, ma era da un bel po' che non gli venivano, erano tornati per il casino di Tyler, ma non li informavo sempre, solo quando Clay voleva.

Lo sentii prima urlare e poi sussultare, si svegliò ed io mi ero già tirato su per guardarlo.

Era sudato, completamente, ed aveva urlato, erano tornati i suoi incubi.

"Hai urlato" gli dissi osservandolo.

"Non erano finiti gli incubi?" gli chiesi.

"Sono ripresi" mi disse sussultando, l'avevo capito, ma non mi piaceva vederlo così.

"Sempre Tyler?" domandai.

"Non so, non ricordo" mi disse volendosi alzare, era completamente sudato dalla testa ai piedi e all'attaccatura dei capelli.

"Sei bagnato, devi farti una doccia come minimo" dissi avvicinandomi a lui che annuì.

"Ehi, parla con me quando vuoi" gli dissi, Clay annuì prima di rientrare in casa per farsi la doccia ed io presi i miei vestiti per andare in bagno.

Dopo Tyler dovevamo mantenere la situazione sotto controllo, avevamo fatto un piano mesi prima per controllarlo e per non lasciarlo mai da solo, se non a casa sua.

"Ho fatto un programma. Chi va a prenderlo al mattino, chi lo accompagna da una lezione all'altra... A fine giornata controlli notturni. Se ci dividiamo i compiti, non é pesante" vidi Charlotte prendere il tablet con Jessica per guardare.

"Vi mando l'indirizzo e c'è anche una password" disse Clay.

"Mi sembra da malati infilarsi in una cosa simile" disse Jessica e vidi Charlotte guardare il tutto.

"É da malati che tu ci abbia fatto un sito, da quando lo sai fare?" chiese lei sorpresa.

"No, non l'ho fatto, l'ho trovato online".

"É complicato, il mio buco in testa pulsa" disse Alex.

"Poi bisogna tenere conto di altro. Uno, chi lo porta a scuola? Bisogna vedere chi ha la macchina e chi non passa a prendere altri. Due, chi lo accompagna da una lezione all'altra? Bisogna mettere giù i nostri orari, perché ad esempio io lunedì ho biologia avanzata di sopra alla prima e alla seconda ho matematica al piano terra, a malapena arrivo da quella stronza... Tre, controlli notturni? Questo sarebbe semplice, ma tutti facciamo attività extra che finiscono tardi spesso, contando che per le 6.30 mangiamo, dovremmo andare ben dopo e dipende da quanto uno sta a tavola normalmente" disse Charlotte e ci guardò.

Eravamo tutti sconvolti da discorso così preciso ed accurato, ma io la conoscevo, aveva la vita sempre organizzata.

"Che c'è? C'è anche il problema di chi abbiamo come famiglia, non per farsi i fatti altrui, ai miei genitori frega zero se esco dopo cena, per altri non é così... Ma se combaciamo con ogni cosa, va bene" disse lei.

"Scusa, come diavolo hai pensato a ciò in un minuto scarso?" chiese Cyrus.

"Quando hai quasi sei fratelli, i tuoi genitori, a volte, da aiutare in negozio, tre fratellini a cui spesso fare da babysitter, una vita sociale e un fidanzato, incastri tutto sapendo come muoverti. Esempio, posso già dire che posso andare io a prendere Tyler il mercoledì, mio padre porta i miei fratelli e se ci sono non posso. Ha il divieto di stare vicino a Tiffany" affermò e sorrisi, era un cavolo di genio e la amavo anche per quello.

NOI DUE NON SAREMO NIENTE; Justin FoleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora