Eravamo nella sala del tribunale, tutti schierati, nel giro di pochi minuti si sarebbe saputo: i Baker avrebbero vinto o perso contro la scuola.
Speravo vivamente che fosse la prima, ero vicino a Justin e agli altri ragazzi, la cosa strana era forse che anche uno come Scott si fosse schierato con noi e con Bryce dall'altra parte.
Justin mi prese la mano, io gliela strinsi e ci capimmo così, col semplice tocco, eravamo agitati, ma speravamo entrambi in un giudice e in una corte che non guardassero gli avvocati, che non dessero ragione al gruppo di avvocati di Bryce.
I miei genitori erano ovviamente venuti, stavano chiarendo con la madre di Hannah e mio padre aveva ripreso a sentire il padre, dopotutto, un'amicizia che dura da così tanto si può solo fermare, non può svanire.
"In piedi!" mi alzai sempre tenendo la mano di Justin, notai Clay vicino a lui che non riusciva a stare fermo, ero come lui.
"Tranquilla" mi sussurrò la madre di Clay, era vicino a me, ma stavo avendo paura.
"Preside il Giudice Martin Campbell" entrò il giudice e si sedette, per farci poi sedere.
"Faccia accomodare la giuria" sospirai, vidi entrare i membri della giuria e Justin mi strinse la mano fortissimo.
Come facevano a fare quel lavoro ed essere imparziali? Avvocati o giudici? Io non ce la farei.
"Avete un verdetto, signora porta voce?" Justin mi guardò e ci stavamo quasi facendo male a stringerci la mano.
"Si, Vostro Onore" il momento della verità, il foglio venne passato al giudice.
"Parli pure" disse dopo aver visto il foglio e la giuria lo riprese.
"Questa giuria, in merito al caso Andrew e Olivia Baker, contro l'Evergreen Country School District... Dichiara l'imputato non responsabile" non ci volevo credere.
"Ma vaffanculo" dissi a bassa voce e Justin mi mise una mano sulla bocca.
"Rischi, ferma" mi disse e sospirai, volevo davvero ammazzare Bryce.
"Ordine, per favore" disse il Giudice, poi ci fecero uscire, non ci volevo credere.
Ero fuori con gli altri, ero appoggiata alla ringhiera mentre nessuno osava dire nulla, io non sapevo neanche cosa pensare mentre poi abbracciai Justin.
"Rimani calma, calma" mi disse, sentivo il suo cuore battere velocissimo, era arrabbiato anche lui.
Vennero delle telecamere della città, spesso passava sul telegiornale locale quel caso, e toccava ancora parlare alla madre di Hannah.
"Mia figlia non era la vittima perfetta. Sono sciocchezze. Hannah era una bellissima giovane donna. Piena di vitalità e anche di sogni, di paure e di sentimenti, come qualunque altra ragazza di quella età" non aveva avuto giustizia, ma speravo che fosse arrivata la sua storia a migliaia di ragazze.
"L'abbiamo delusa. C'è chi vuole dare la colpa a noi genitori, ma non siamo stati noi a lasciarla maltrattare, né a respingerla quando si è fatta avanti a chiedere aiuto... Non l'abbiamo mandata in classe, accatto a chi l'aveva stuprata. I giovani erano bulli, gli adulti lo permettevano" sospirai e noi restammo in silenzio.
Vedendo tutto da fuori, mi sentivo male, ero stata dura con Hannah, eravamo stati duri con Hannah, perché nessuno di noi pensava 10 volte prima di fare o dire qualcosa, perché avevamo dai 16 ai 18 anni.
Tutti facciamo cazzate, siamo solo adolescenti.
Fra giri in macchina con gente un po' brilla alla guida, fare gare con l'alcol, fumare o drogarsi con qualcosa di leggere, fare sesso senza usare le protezioni, fare quelle cose che non vogliono i nostri genitori... Proprio perché loro ci dicono no, a noi viene voglia, perché seguire una regola non é divertente come infrangerla... Perché avevamo pochi anni per capire, eravamo ragazzi con la voglia di divertirsi e scappare dai problemi.
Problemi, forse, banali per gli adulti, ma per noi la fine di una relazione ad esempio, equivale a chissà quale notizia disastrosa come perdere uno stipendio per un adulto.
Perché siamo ragazzi, perché possiamo sbagliare.
"Non ho mai conosciuto... Una donna, che non sia stata costretta a subire molestie, abusi o anche peggio. Neanche una. Molte sopravvivono. Mia figlia, no, e la colpa non é sua" disse la madre di Hannah e sospirai, mai frase fu più vera di quella.
"Ehi, tranquilla" mi disse Justin, gli diedi un bacio velocemente e lui mi accarezzò il braccio.
"Quel bastardo di Bryce" disse Clay e ci voltammo verso Bryce che era appena uscito dal tribunale.
"Bryce Walker, la dichiaro in arresto per violenza sessuale" spalancai la bocca, la confessione di Jessica con Justin, aveva funzionato, ci godevo un sacco.
Mi passò di fianco e Justin mise una mano sulla mia spalla, io lo guardai e lui guardò me mentre il padre di Alex gli aveva messo le manette, non mi ero mai sbagliata: Bryce Walker era un vero coglione.
"Stai facendo un grossissimo sbaglio" disse a Jessica.
"Justin Foley, sei in arresto" mi voltai di scatto guardando Justin, no, Justin no.
Cosa aveva fatto? Lui nulla.
"Cosa? No!" dissi io.
"Complicità in un caso di violenza sessuale" disse il poliziotto.
"No, ehi no!" dissi io avvicinandomi, ma l'altro poliziotto mi tenne senza farmi male.
"Hai il diritto di rimanere in silenzio".
"Ti amo" mi disse prima di baciarmi mentre lo trascinavano giù, io seguii la polizia.
"Non dovere prendere lui, non dovete" dissi e Justin si voltò.
"Charlotte, tranquilla, va bene così" mi disse sorridendomi debolmente, io lo seguii fino alla macchina che poi partì e la guardai.
"Hanno preso Bryce" mi disse Olivia e la guardai.
"Hanno preso anche Justin... Cosa... Io non lo posso lasciare lì" dissi abbracciandola, lei non mi lasciò.
"Lo tireremo fuori" mi disse, io rimasi lì piangendo, mia madre mi strinse subito.
"C'è una cauzione da pagare? Come funziona? La paghiamo e lavoro tutta l'estate per ridarveli, ve lo giuro" disse ai miei genitori mentre Clay arrivò abbracciandomi con Jessica.
"Lo tiriamo fuori, tranquilla" mi disse la madre di Clay, non potevo perderlo ancora.
Spazio autrice:
Justin sapeva che sarebbe andato dentro, ma Charlotte non era minimamente pronta a tutto questo💔.
Come sempre, fatemi sapere cosa ne pensate🫶🏻.
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NOI DUE NON SAREMO NIENTE; Justin Foley
FanfictionCharlotte Martin era arrivata a Crestmont all'inizio del secondo anno di superiori, con aspettative troppo basse dopo quello passato nella vecchia città. Non sapeva, che, invece, avrebbe trovato nuovi amici, un nuovo possibile fidanzato, avrebbe vis...