[118] Il mio fidanzato, la persona più importante per me

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Justin era in ospedale da una settimana, non sapevano cosa avesse e non poteva ricevere visite, ma io volevo decisamente andare.

Per una settimana non avevo dormito quasi, chiedevo a Clay di aggiornarmi e sapevo che appena sarebbe stato possibile mi avrebbero chiamato per andare a vederlo ed aspettare che uscisse.

Quella mattina, arrivò la chiamata della mamma di Clay ed io corsi in ospedale da Justin, entrai subito e mi sedetti vicino a lui tenendogli la mano.

"Stai un po' meglio? Sta funzionando?" gli chiesi e lui annuì sorridendomi.

"Tu dormi un pochino a casa? Lo fai per il tuo Jus?" mi chiese e sorrisi dandogli un bacio veloce.

"Va bene, te lo posso promettere" dissi, quando entrò Clay, ero dentro da venti minuti e c'eravamo solo tenuti la mano.

"Ciao".

"Come stai oggi?".

"Più o meno come ieri, non tanto peggio" disse Justin stringendomi la mano, ero positiva e sarebbe uscito, magari ci avrebbe messo un po', ma sarebbe uscito.

"Ascolta, ci sono tipo mille persone che vogliono farti visita, ma capirei se non ne avessi voglia" disse Clay guardandomi e sorrisi.

"Ho fatto un elenco e fissato dei limiti di tempo" risi con Justin.

"Clay, se non ci fossi, ti dovrebbero inventare" dissi ridendo, solo Clay.

"Non avevo dubbi" disse Justin ridendo.

"Avanti, fai entrare il primo" mi disse Justin e lo baciai sulla testa prima di uscire e di dire ad Alex di entrare, aveva un panda enorme di peluche.

"Mi dispiace, mi ha costretto Charlie" disse Alex entrando con quell'animale enorme.

"Può entrare anche lui" disse Justin.

"Mandi all'aria il bellissimo piano di Clay Jensen... Dammi una botta e ti infilo una siringa" dissi a Clay vedendolo muoversi e almeno facemmo ridere tutti.

"Charlie!" dissi e lui entrò.

"Visto che non gli dispiace se siamo tutti e due" sorrisi vedendoli, volevamo tutti bene a Justin, anche Alex.

"Ehm, non potevamo portati dei fiori, quindi un orso gigante" disse Charlie e sorrisi.

"Si chiama Tiger, ma é un panda" io sorrisi vedendoli parlare e cercavo di non pensare al peggio.

"Possiamo parlare due secondi io e te?" mi chiese Clay, io mi sedetti vicino a lui che mi spiegò che avevano dei dubbi per l'AIDS, non era semplice... Ma si poteva guarire, cioè l'avevo spesso letto.

"Tu sapevi della prostituzione?" annuii.

"Perché non me lo ha mai detto?".

"Credo che se ne vergognasse. Perciò non te l'ha detto" dissi a Clay.

"Io non l'avrei mai giudicato" mi confessò Clay, lo sapevo benissimo.

"Non credo fosse quello. É che... Serve tempo per parlarne e metabolizzare" dissi, ormai lo sapevano quasi tutti di me e Cameron, ci avevamo messo un po'.

"Zach é giù, dice che non ce la fa" mi disse Charlie.

"Prova a convincerlo, ma non forzarlo" dissi e Charlie scese da lui.

"Come cavolo fai ad essere così buona?" alzai le spalle.

"Posso picchiare te" dissi facendolo sorridere, Clay era come un migliore amico ormai, era tanto importante per me.

Volevo andare da Justin, quando vidi che l'avessero attaccato ad una macchina, l'avevo vista spesso nei film o nelle serie tv, perché l'aveva Justin?.

"Perché ha la macchina? Perché? A cosa gli serve?" dissi io vedendolo e volevo entrare, ma dissero solo la famiglia.

NOI DUE NON SAREMO NIENTE; Justin FoleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora