Dovevo parlare con Justin e avere un'alternativa per dopo, così dopo la scuola presi due cose che sapevo gli piacessero ed andai da Monet sapendo di trovarlo a lavorare lì.
Entrai vedendolo a pulire un tavolo e mi avvicinai, lui subito mi osservò senza dire nulla.
"Resti lì a guardarmi?" domandai e lui si avvicinò.
"Charlie, cosa vuoi?" mi chiese, sapevo come prendere Justin.
"Sono venuta a dirti che non abbiamo rotto, perché io non voglio e quindi non possiamo" dissi con tono deciso, lui spostò lo sguardo altrove, stava mentendo, lo sapevo.
"Charlie, io ti ho tradito" mi disse e voleva andarsene, ma io lo seguii prendendogli la mano.
"Lo so che non é vero. Perché non sai mentire e Clay mi ha detto di quello che ha scoperto" dissi e lui mi guardò fermandosi, gli tolsi la mano, vedevo dal viso che non volesse che io lo sapessi.
"Che bastardo!" dissi buttando il panno che aveva in mano, adesso mi stava facendo arrabbiare.
"Sì, quel bastardo di Clay, che si preoccupa per te e non ti abbandona mai" dissi osservandolo, perché quello era Clay, era un buono come me ed anche Justin era un buono.
"Ma neanche io ti abbandonerò mai... Tu non puoi allontanarmi" dissi restando serissima, Justin doveva capirlo, che io ero lì per lui come lui per me.
"Perché? Lo sai che ti ho mentito, non farò altro che deluderti, come deludo chiunque sempre" mi disse ed io gli presi le mani stringendole.
"Jus, cazzo, io ti amo. I tuoi casini sono i miei casini e viceversa, io sono in guaio e mi stai aiutando... Ma io devo aiutare te nei tuoi guai!" dissi stringendo le mani.
"Staresti meglio senza di me" continuava a dirmi sull'orlo di una crisi di pianto, gli misi le mie mani intrecciate ancora alle sue sul petto.
"Guardami, dimmi che non mi ami e me ne vado" dissi e lui sospirò, voleva abbracciarmi, lo sapevo.
"Non posso, lo sai che ti amo" disse ed io accarezzai il mio nome sulla sua mano.
"Solo che mi sento sprofondare in un buco nero, non so come venirne fuori... Non voglio farti venire con me" mi disse.
"Io ti tirerò fuori" dissi abbracciandolo.
Gli misi le mani sulle mani del collo e lo baciai, lui ricambiò subito il bacio e mi strinse.
"Abbiamo detto qualsiasi cosa" dissi e Justin sorrise baciandomi ancora, io c'ero per lui, ora e per sempre.
Aspettai che finisse di lavorare, anche perché si meritava di stare un po' insieme a me, glielo dovevo.
"Cosa hai?" mi chiese ed io sorrisi, tirai fuori un pacchetto di cioccolati che sapevo che Justin amasse.
"So che li ami" dissi e Justin sorrise, eravamo seduti nella mia macchina e si mise a mangiarli con me.
"Scusami" mi disse ed io gli presi la mano.
"Justin, quando hai questi momenti così, devi chiamare me. Non affrontarli da solo, io ci sono, sempre" gli dissi baciandolo, lui mi strinse forte e sorrisi.
"Questo qui é per te" dissi porgendogli un pacchetto, Justin rimase stupito ed aprì il pacchetto sorridendo.
"Davvero?" mi disse, sapevo che adorasse i pupazzi.
Diceva che i peluche si regalavano alla fidanzata, era un regalo da maschio per le femmine, ma sapevo che da bambini ne avesse avuti pochissimi e gli piacessero da morire.
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NOI DUE NON SAREMO NIENTE; Justin Foley
FanfictionCharlotte Martin era arrivata a Crestmont all'inizio del secondo anno di superiori, con aspettative troppo basse dopo quello passato nella vecchia città. Non sapeva, che, invece, avrebbe trovato nuovi amici, un nuovo possibile fidanzato, avrebbe vis...