[33] Lei mi detesta, lo capisci o no?

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Justin's pov

Da quando Charlotte mi aveva detto di andarmene, avevo giusto parlato con Bryce e poi me ne ero letteralmente andato a Oakland.

Non era lontanissimo da Crestmont, era a un'ora circa, ero riuscito ad andare in vari rifugi e a tenere i soldi che avevo rubato a Seth prima di scappare.

Quando vivi per strada, però, non puoi avere mille dollari, così ho fatto un tatuaggio per Charlotte, scrivendo il suo nome sulla mia mano, vicino al pollice.

Mi piaceva un sacco, quando credevo di essere arrivato alla fine di tutto, leggevo quel nome e sorridevo, scrivevo una cartolina, compravo dei francobolli con essa che non costavano troppo e la mandavo, magari per un giorno non mangiavo, ma dovevo chiederle scusa e sapevo che le riceveva, l'indirizzo era giusto.

Da qualche tempo avevo venduto quasi tutto, anche il giubbotto della Liberty High, avevo solamente addosso un vecchio elastico di Charlotte e i vestiti con i quali ero partito.

Poi rimanevo seduto tutto il giorno a chiedere l'elemosina, non tutti mi davano qualcosa, mi sentivo idiota quando avevo ignorato i barboni che chiedevano soldi, sapevo cosa si provasse ora.

Mi stavo rovinando, avevo iniziato a drogarmi, soprattutto con l'eroina, spesso mi faceva spegnere il cervello e mi tranquillizzavo, mi sembrava di riavere Charlotte vicino, pensavo sempre a lei.

Avevo dei soldi, li guadagnavo facendo sesso con degli uomini, anche contro voglia, era la mia sorta di punizione al mondo, avevo ferito Charlie... Non me lo sarei perdonato mai, anche per Jessica, speravo di rivederla, prima o poi.

"Justin!" alzai lo sguardo riconoscendo una voce chiamarmi, fin troppo maschile per essere di Charlotte.

Non ci voleva un genio a riconoscere la macchina di fronte a me, era la Mustang di Tony Padilla, con dentro Clay e Tony, ma cosa ci facevano lì? Dovevo scappare, Clay stava scendendo.

Presi il bicchiere del Mc Donald, il mio borsone della Liberty High e corsi dentro il vicolo dietro di me a Chinatown, come mi avevano trovato? Perché non c'era Charlotte?.

"Aspetta Justin!" mi urlò Clay, ma io ero più veloce.

"Justin!" mi urlò, mi cadde addosso per fermarmi, o era diventato più veloce di colpo o ero rammollito io, più la seconda scelta.

"Ragazzini del cazzo, quante volte devo ripeterlo?" era un signore, presi ancora a correre, non volevo la polizia e nei vicoli se ci vedevano a picchiarsi la chiamavano, lo avevo vissuto.

"Non ci si droga nel mio vicolo! Ho chiamato la polizia!" corsi, ma avevo la macchina di Tony davanti, così cambiai direzione, ma Clay voleva fermarmi.

"Charlotte vuole tornare con te" mi disse, impossibile, non voleva, aveva detto di andarmene.

"Vaffanculo!" urlai.

"No, é vero, le ho parlato ieri" mi disse, Charlotte mi detestava dopo quello fatto, ed aveva ragione.

"Lei mi detesta, lo capisci o no?".

"Non è vero, vuole che torni a casa" mi disse e rimasi a fissarlo, sul serio? Voleva che tornassi? La mia Charlotte voleva che tornassi da lei?.

Sentimmo un rumore, la polizia entrò con la macchina nel vicolo, se mi beccavano drogato ero morto, definitivamente.

"Vi lascio qui, se non salite subito su questa cazzo di macchina!" disse Tony urlando, io corsi in macchina, meglio con loro a sto punto.

Salii dietro e Clay si mise davanti, poi lui prese a guidare, erano mesi che non li vedevo e loro non vedevano me, ma nessuno diceva nulla.

NOI DUE NON SAREMO NIENTE; Justin FoleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora