Charlotte's pov
Dopo il casino di Alex, avevo altro a cui pensare con Jessica, ovvero Casey che aveva messo quei volantini, Jessica ci stava già parlando ed io arrivai come una furia.
"É il gruppo che decide" sentii dire da Casey.
"Il gruppo quindi é formato solo da te?" chiesi entrando con uno di quei volantini in mano e buttandolo sul tavolo.
"Vuoi solo rompere il cazzo" commentai, Jessica mi vedeva che fossi fuori come lei, ma io ero pericolosa in quei casi.
"Si, e vi sembra una cosa strana? Bisogna rompere i coglioni. Non finisce tutto solo perché hanno ucciso un violentatore" disse lei.
"Cosa cazzo te ne frega? Ha violentato non te, quindi a te non deve riguardare per un cazzo" dissi alzando la voce.
"Ha violentato me, io dico che non possiamo farlo" disse Jessica.
"Che le fai da cagnolino, Jessica? Ora vuoi proteggere il tuo stupratore, é da malati" disse Casey e non ci vidi più.
"Senti, brutta stronza. Prova a dire altro e vedi che fine ti faccio fare, perché Jessica può non pensarla come la tua testa bacata" commentai e lei mi guardò.
"Va bene. Jessica é una vittima e tu fai l'eroe della situazione, ma mentre domenica accompagnerai il tuo fidanzatino drogato e stupratore..." non ci vidi, mi avvicinai e lei tirai un pugno.
"Piano! Piano!" disse Jessica, ma ero già sopra quella ragazza che mi stava picchiando, ma io ero cresciuta fra Christian e Thomas e infatti venne Bolan a dividerci che passava di lì.
"Oh! Ferme! In presidenza!" disse Bolan.
Non ero conciata molto male, ma sapevo le conseguenze che aveva su di me quello fatto, in teoria non dovevano neanche chiamare i miei genitori, ero maggiorenne.
Infatti, il preside mi fece entrare da sola nel suo ufficio, io mi sedetti osservandolo senza dire nulla all'inizio.
"Charlotte, guarda... Puoi solo spiegarmi perché l'hai fatto?" mi chiese.
"I volantini e i manifesti appesi, non sono d'accordo e non c'é la maggioranza nel gruppo. Solo questo" dissi per guardarlo negli occhi.
"Va bene, su questo ci sarà un nostro riguardo, ma... Non puoi prendere a pugni una ragazza. Non lo hai mai fatto, anzi, non ti ho mai convocato qui" annuii, in effetti, ero venuta solo per Tyler e le foto.
"Lo so, mi dispiace. Mi sono incazzata... Arrabbiata, scusi" commentai e lui annuì.
"É che per me ci sono delle regole non scritte da avere. Mi sembra semplice da capire. Certi comportamenti vanno evitati" dissi prendendo fiato e lui mi fece continuare.
"Protestare al funerale di uno stupratore, perché quello é, non é il momento giusto. Bryce aveva una madre e un padre, ora non mi interessa la sua famiglia o come lui aveva un rapporto, ma rimane una madre che ha avuto la notizia della morte del figlio... Mai dovrebbe capitare una cosa simile, mai" dissi sospirando.
"Semplicemente non mi sembra il momento giusto per fare protesta. Sono contro qualsiasi violenza e pronta a protestare, ma non al funerale, assolutamente. Ai funerali ci vuole rispetto, Bryce merita rispetto il giorno in cui si celebra il suo passaggio all'altro mondo... La morte non si augura neanche al tuo peggior nemico, giusto?" gli dissi e lui annuì.
"Il tuo discorso é perfettamente giusto, non avevo dubbi su come la pensassi perché il tuo comportamento parla. Sei sempre stata una ragazza tranquilla e rispettosa, merito sicuramente dell'educazione che hai sempre dimostrato, ma... Non puoi aggredire così una ragazza" disse il preside ed io annuii.
"Lo so, mi dispiace. Mi vuole sospendere?".
"No, per così poco no... Ma hai un avvertimento, alla prossima vai in punizione, intesi? Non rovinarti l'ultimo anno, ok? Che sappiamo entrambi che puoi avere grosse borse di studio" annuii, lo ringraziai e poi uscii dalla presidenza, non mi ero pentita di quello successo.
Justin's pov
Prima di vedere Charlotte, dovevo liberarmi della pistola una volta per tutte e l'altro nome che mi venne in mente fu Tim Pozzi.
Un ragazzo poco più grande di me, che spacciava e a volte mi vendeva qualcosa, ma era l'unico di cui mi fidassi, più o meno.
"Justin?" mi disse vedendomi, io gli andai incontro.
"Ce l'hai?" mi chiese.
"Scambio diretto?".
"Per me va bene, affare fatto".
"A una condizione" dissi e lui mi guardò incuriosito, fin da bambino sapevo destreggiarmi questi stronzi.
"Non venderai mai più a nessun ragazzo, ok?" domandai, lui non mi sembrava convinto.
"Come ti pare" fu l'unica risposta, ma non stavo scherzando.
Mi misi la mano sulla pistola e lui mi disse che avrebbe fatto come detto, allora gliela potevo dare.
"Tieni" gli diedi la pistola e lui la roba, ero apposto.
Spazio autrice:
Capitolo un po' più corto, ma Charlotte che fa a botte é fantastica🫶🏻.
Come sempre, fatemi sapere cosa ne pensate🫶🏻.
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NOI DUE NON SAREMO NIENTE; Justin Foley
FanfictionCharlotte Martin era arrivata a Crestmont all'inizio del secondo anno di superiori, con aspettative troppo basse dopo quello passato nella vecchia città. Non sapeva, che, invece, avrebbe trovato nuovi amici, un nuovo possibile fidanzato, avrebbe vis...